Il contributo presenta i risultati di un ampio studio condotto sui monasteri benedettini del territorio abruzzese attestati dalle fonti documentarie e/o dalle testimonianze archeologiche entro l’XI secolo d.C. Per quanto attiene le tipologie di impianto e le tecniche costruttive, temi inerenti più strettamente questa ricerca, sono stati presi in esame anche complessi conservati in elevato di pieno XII e XIII secolo nei casi in cui costituiscano ricostruzioni di monasteri attestati in precedenza nella documentazione. Vengono presi in esame i rapporti tra queste fondazioni e le strutture insediative preesistenti, poiché dallo studio emerge chiaramente la sistematica sovrapposizione con forme di insediamento più antiche (templi, strutture rurali, edifici di culto paleocristiani, ecc.). Per quanto riguarda invece le modalità costruttive si rileva, soprattutto nelle fasi iniziali di questi complessi, l’utilizzo di materiale ligneo sia per lo stesso edificio di culto, che per gli ambienti annessi. Per le strutture conservate in muratura, databili a partire dal X-XI secolo, si rileva invece un diffuso impiego come materiale costruttivo del calcare locale. Dalla seconda metà dell’XI secolo tende a prevalere un tipo di paramento composto da blocchetti o blocchi di materiale sbozzato e squadrato, sempre di provenienza locale, posto a filari sempre più regolari. Questo tipo di materiale costruttivo conserva spesso importanti elementi che permettono di individuare sistemi di lavorazione e modalità nella posa in opera riferibili all’intervento di diverse maestranze. Queste si distinguono per l’eccezionale maestria nella lavorazione della pietra, alla quale non possono essere estranei apporti anche da esperienze transalpine, ma che comunque nel XIII secolo, nei grandi cantieri angioini vengono ancora ricercate per le loro capacità tecniche.
Cantieri e maestranze dei monasteri benedettini abruzzesi
SOMMA, Maria Carla
2010-01-01
Abstract
Il contributo presenta i risultati di un ampio studio condotto sui monasteri benedettini del territorio abruzzese attestati dalle fonti documentarie e/o dalle testimonianze archeologiche entro l’XI secolo d.C. Per quanto attiene le tipologie di impianto e le tecniche costruttive, temi inerenti più strettamente questa ricerca, sono stati presi in esame anche complessi conservati in elevato di pieno XII e XIII secolo nei casi in cui costituiscano ricostruzioni di monasteri attestati in precedenza nella documentazione. Vengono presi in esame i rapporti tra queste fondazioni e le strutture insediative preesistenti, poiché dallo studio emerge chiaramente la sistematica sovrapposizione con forme di insediamento più antiche (templi, strutture rurali, edifici di culto paleocristiani, ecc.). Per quanto riguarda invece le modalità costruttive si rileva, soprattutto nelle fasi iniziali di questi complessi, l’utilizzo di materiale ligneo sia per lo stesso edificio di culto, che per gli ambienti annessi. Per le strutture conservate in muratura, databili a partire dal X-XI secolo, si rileva invece un diffuso impiego come materiale costruttivo del calcare locale. Dalla seconda metà dell’XI secolo tende a prevalere un tipo di paramento composto da blocchetti o blocchi di materiale sbozzato e squadrato, sempre di provenienza locale, posto a filari sempre più regolari. Questo tipo di materiale costruttivo conserva spesso importanti elementi che permettono di individuare sistemi di lavorazione e modalità nella posa in opera riferibili all’intervento di diverse maestranze. Queste si distinguono per l’eccezionale maestria nella lavorazione della pietra, alla quale non possono essere estranei apporti anche da esperienze transalpine, ma che comunque nel XIII secolo, nei grandi cantieri angioini vengono ancora ricercate per le loro capacità tecniche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.