L'antropologia filosofica di Ernesto De Martino (1908-1965) ci aiuta a rispondere all'interrogativo Chi è il soggetto delle scienze umane? De Martino è un precursore nella filosofia della psicopatologia, dal momento che le sue principali ipotesi filosofiche si fondano su dati psicopatologici tanto quanto su quelli etnologici. La follia e il "mondo magico" rappresentano la via regia alla comprensione della condizione umana, poiché in entrambi questi stati i confini tra l'uomo e il mondo non sono ancora stabiliti una volta per tutte e/o sono a rischio. De Martino, inoltre, fornisce un metodo per le scienze umane, l' "etnocentrismo critico", il cui assunto fondamentale è che se qualcuno vuole esplorare un'altra cultura o un altro mondo deve assumere il suo stesso sguardo come oggetto da investigare. Esplorare un altro mondo non è propriamente un atto di conoscenza, sicuramente non di conoscenza oggettiva; è un'operazione che implica un'istanza "etica", in quanto riconoscere l'esistenza di un altro modo di essere-nel-mondo è un modo di trascendere il proprio. Il risultato di questo "ethos del trascendimento" non è il relativismo, ma una più profonda comprensione della condizione di possibilità del proprio mondo e di quello dell'altro. Il soggetto delle scienze umane, allora, è qualcuno che desidera essere più in contatto con il proprio mondo e quello dell'altro attraverso una "duplice tematizzazione" del proprio e altrui modo di essere-nel-mondo.
Il soggetto delle scienze umane alla luce dell'antropologia filosofica di Ernesto de Martino
STANGHELLINI, Giovanni;CIGLIA, RAFFAELLA
2008-01-01
Abstract
L'antropologia filosofica di Ernesto De Martino (1908-1965) ci aiuta a rispondere all'interrogativo Chi è il soggetto delle scienze umane? De Martino è un precursore nella filosofia della psicopatologia, dal momento che le sue principali ipotesi filosofiche si fondano su dati psicopatologici tanto quanto su quelli etnologici. La follia e il "mondo magico" rappresentano la via regia alla comprensione della condizione umana, poiché in entrambi questi stati i confini tra l'uomo e il mondo non sono ancora stabiliti una volta per tutte e/o sono a rischio. De Martino, inoltre, fornisce un metodo per le scienze umane, l' "etnocentrismo critico", il cui assunto fondamentale è che se qualcuno vuole esplorare un'altra cultura o un altro mondo deve assumere il suo stesso sguardo come oggetto da investigare. Esplorare un altro mondo non è propriamente un atto di conoscenza, sicuramente non di conoscenza oggettiva; è un'operazione che implica un'istanza "etica", in quanto riconoscere l'esistenza di un altro modo di essere-nel-mondo è un modo di trascendere il proprio. Il risultato di questo "ethos del trascendimento" non è il relativismo, ma una più profonda comprensione della condizione di possibilità del proprio mondo e di quello dell'altro. Il soggetto delle scienze umane, allora, è qualcuno che desidera essere più in contatto con il proprio mondo e quello dell'altro attraverso una "duplice tematizzazione" del proprio e altrui modo di essere-nel-mondo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.