Negli scenari della globalizzazione il diritto si è rivelato appieno per ciò che non solo oggi è ma che probabilmente è sempre stato, ovvero un catalogo di beni intangibili tra i tanti al quale i sistemi di azione sociale possono attingere attraverso piattaforme globali in un'ottica di shopping dei diritti stessi. Questo saggio riflette sulle modalità di selezione che tali sistemi sociali adottano nell'attingere o meno al catalogo suddetto. Ogni sistema seleziona autoreferenzialmente dal catalogo secondo alcuni schematismi binari e generalizzazioni simboliche e non esistono due sistemi che selezionino sempre e costantemetne nello stesso identico modo. Da questa prospettiva il presente saggio tratteggia anche alcuni punti di contatto tra due concezioni del diritto per molti versi assai diverse tra loro - quella di Foucault e quella di Luhmann - ma che presentano due punti di contatto tanto affascinanti quanto inquietanti: laddove per Foucault il diritto si fa discorso, per Luhmann si fa comunicazione. Per il primo il discorso viene plasmato e circostanziato attraverso criteri selettivi quali ad esempio l'interdetto e la partizione; per il secondo il diritto fattosi comunicazione è plasmato e circostanziato da codici e programmi. Entrambe le visioni convergono in un nichilismo giuridico che è il vero protagonista del nostro tempo.
Il diritto come comunicazione globale
PITASI, Andrea
2007-01-01
Abstract
Negli scenari della globalizzazione il diritto si è rivelato appieno per ciò che non solo oggi è ma che probabilmente è sempre stato, ovvero un catalogo di beni intangibili tra i tanti al quale i sistemi di azione sociale possono attingere attraverso piattaforme globali in un'ottica di shopping dei diritti stessi. Questo saggio riflette sulle modalità di selezione che tali sistemi sociali adottano nell'attingere o meno al catalogo suddetto. Ogni sistema seleziona autoreferenzialmente dal catalogo secondo alcuni schematismi binari e generalizzazioni simboliche e non esistono due sistemi che selezionino sempre e costantemetne nello stesso identico modo. Da questa prospettiva il presente saggio tratteggia anche alcuni punti di contatto tra due concezioni del diritto per molti versi assai diverse tra loro - quella di Foucault e quella di Luhmann - ma che presentano due punti di contatto tanto affascinanti quanto inquietanti: laddove per Foucault il diritto si fa discorso, per Luhmann si fa comunicazione. Per il primo il discorso viene plasmato e circostanziato attraverso criteri selettivi quali ad esempio l'interdetto e la partizione; per il secondo il diritto fattosi comunicazione è plasmato e circostanziato da codici e programmi. Entrambe le visioni convergono in un nichilismo giuridico che è il vero protagonista del nostro tempo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.