L'apertura di un dibattito ampio e articolato su I luoghi della musica, obiettivo proposto dal convegno, all'interno e in relazione ad una rinnovata questione circa la dotazione di un auditorium per la città de L'Aquila, necessita di soffermarsi su questioni fondamentali alla base delle scelte per la definizione del manufatto; si tratta di indicare e definire in maniera chiara quale spazio-architettura, quale gestione, quale fruizione, partecipazione sociale, intendere per non incorrere in un fallimento dell'impresa, anche muovendo dal presupposto che, per L'Aquila la 'musica' emerge già come 'ingrediente' fondamentale della sua vita culturale. Troppo spesso però, amministratori e tecnici, mirano a fornire il 'massimo' utilizzando i migliori modelli trasferiti dalle più illustri realtà urbane e culturali. E molte volte queste buone intenzioni, capaci anche di muovere ingenti capitali per l'attuazione dell'opera, risultano nel tempo (quando gli entusiasmi per sostenere economicamente i programmi e continuare ad attrarre fondi per la gestione -quando cioè non è più evidente il rapporto concreto tra elargizione ed esito concreto, il manufatto- si affievoliscono) non soddisfacenti o, peggio, fallimentari. L'attuale crisi economica, inoltre, impone di trovare nuove vie ai finanziamenti delle imprese culturali e musicali. Si configura quindi la necessità di impostare in maniera corretta il problema, a livello di offerta di spettacoli, di dimensione fisica ed economica, di gestibilità e di fruibilità sociale.
Recupero del patrimonio architettonico e recupero della tradizione del progetto degli spazi per la musica
FORLANI, Maria Cristina
2009-01-01
Abstract
L'apertura di un dibattito ampio e articolato su I luoghi della musica, obiettivo proposto dal convegno, all'interno e in relazione ad una rinnovata questione circa la dotazione di un auditorium per la città de L'Aquila, necessita di soffermarsi su questioni fondamentali alla base delle scelte per la definizione del manufatto; si tratta di indicare e definire in maniera chiara quale spazio-architettura, quale gestione, quale fruizione, partecipazione sociale, intendere per non incorrere in un fallimento dell'impresa, anche muovendo dal presupposto che, per L'Aquila la 'musica' emerge già come 'ingrediente' fondamentale della sua vita culturale. Troppo spesso però, amministratori e tecnici, mirano a fornire il 'massimo' utilizzando i migliori modelli trasferiti dalle più illustri realtà urbane e culturali. E molte volte queste buone intenzioni, capaci anche di muovere ingenti capitali per l'attuazione dell'opera, risultano nel tempo (quando gli entusiasmi per sostenere economicamente i programmi e continuare ad attrarre fondi per la gestione -quando cioè non è più evidente il rapporto concreto tra elargizione ed esito concreto, il manufatto- si affievoliscono) non soddisfacenti o, peggio, fallimentari. L'attuale crisi economica, inoltre, impone di trovare nuove vie ai finanziamenti delle imprese culturali e musicali. Si configura quindi la necessità di impostare in maniera corretta il problema, a livello di offerta di spettacoli, di dimensione fisica ed economica, di gestibilità e di fruibilità sociale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.