La globalizzazione della produzione culturale ha dato un nuovo significato a oggetti e idee che trasmettono sensazioni di localizzazione e/o di unicità culturale, sollevando l’interesse pubblico e la preoccupazione istituzionale tramite l’inventariazione e la protezione della diversità culturale. Le implicazioni di questo cambiamento non riguardano solo le cosiddette “industrie creative”, dal momento che questa questione è stata anche oggetto della Convenzione per la Protezione della Diversità Culturale e delle Espressioni Artistiche, approvato dall'UNESCO nella sua 33esima Conferenza Generale (Parigi, novembre 2005). Le conseguenze positive e negative di queste politiche di riconoscimento e "ufficializzazione internazionale" devono essere tecnicamente monitorate. I termini dei negoziati tra i funzionari che agiscono in nome e per conto del patrimonio pubblico e tra le istituzioni e le comunità locali devono inoltre essere chiaramente ed esplicitamente indicati, in conformità ai parametri etici delle migliori pratiche professionali. Sono, queste, alcune delle problematiche affrontate da coloro che sono attualmente impegnati nelle politiche di salvaguardia del patrimonio culturale intangibile, sulle quali il dialogo tra accademici, politici ed esperti delle comunità può fornire indizi utili e percorsi praticabili.
traduzione di Antonio A. Arantes, ed. or. "Cultural Diversity and the Politics of Difference in Safeguarding Intangible Cultural Heritage", in J. Blake (a cura di), "Safeguarding intangible cultural heritage: challenges and approaches: a collection of essays", Pentre Moel, United Kingdom, Institute of Art and Law, 2007, p. 81-91, ISBN 1-903987-10-5.Traduzione: Antonio A. Arantes, Diversità culturale e politiche della differenza nella salvaguardia della eredità culturale intangibile, a cura di L. Giancristofaro, in “Antropologia Museale”, X (2011), n.28-29, ISSN 1971 4815
GIANCRISTOFARO, Lia
2011-01-01
Abstract
La globalizzazione della produzione culturale ha dato un nuovo significato a oggetti e idee che trasmettono sensazioni di localizzazione e/o di unicità culturale, sollevando l’interesse pubblico e la preoccupazione istituzionale tramite l’inventariazione e la protezione della diversità culturale. Le implicazioni di questo cambiamento non riguardano solo le cosiddette “industrie creative”, dal momento che questa questione è stata anche oggetto della Convenzione per la Protezione della Diversità Culturale e delle Espressioni Artistiche, approvato dall'UNESCO nella sua 33esima Conferenza Generale (Parigi, novembre 2005). Le conseguenze positive e negative di queste politiche di riconoscimento e "ufficializzazione internazionale" devono essere tecnicamente monitorate. I termini dei negoziati tra i funzionari che agiscono in nome e per conto del patrimonio pubblico e tra le istituzioni e le comunità locali devono inoltre essere chiaramente ed esplicitamente indicati, in conformità ai parametri etici delle migliori pratiche professionali. Sono, queste, alcune delle problematiche affrontate da coloro che sono attualmente impegnati nelle politiche di salvaguardia del patrimonio culturale intangibile, sulle quali il dialogo tra accademici, politici ed esperti delle comunità può fornire indizi utili e percorsi praticabili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.