C’è ormai piena consapevolezza che le interazioni tra i farmaci costituiscono uno dei problemi più importanti della terapia medica. E’ infatti del tutto eccezionale che un paziente venga trattato con un singolo farmaco. Nella stragrande maggioranza dei casi ai pazienti vengono somministrati due o più farmaci contemporaneamente. Ed è sempre più frequente il caso di pazienti trattati cronicamente con certi farmaci (antiipertensivi, anticoagulanti, antiepilettici, contraccettivi, ansiolitici, antidepressivi, antipsicotici, antireumatici/analgesici, ecc.) ai quali, per patologie acute intercorrenti, devono essere somministrati altri farmaci, che non raramente vanno ad alterare la metabolizzazione, l’eliminazione e/o gli effetti dei primi, con la comparsa di reazioni avverse, di riduzione o viceversa di potenziamento della loro attività. L’incidenza di reazioni avverse aumenta in maniera quasi esponenziale con l’aumentare del numero di farmaci che vengono assunti contemporaneamente. Ed in effetti una percentuale significativa e crescente di ricoveri ospedalieri è la conseguenza di effetti avversi gravi da interazioni tra farmaci. La sempre migliore conoscenza dei meccanismi d’azione e dei processi di metabolizzazione dei farmaci consente ormai, nella maggior parte dei casi, di dare una spiegazione delle interazioni osservate, o di poterle addirittura prevedere. Gli effetti di un farmaco possono venire modificati dalla contemporanea somministrazione di altri farmaci, o anche da certi alimenti, o da inquinanti ambientali (compreso il fumo di tabacco). Le interazioni tra farmaci (interazioni farmacologiche) possono avere conseguenze positive, e infatti molto spesso farmaci diversi vengono somministrati in associazione proprio per ottenere un effetto terapeutico più intenso, o di maggiore durata; o per ridurre le dosi e quindi la tossicità dei singoli componenti l’associazione; o per ritardare lo sviluppo di resistenza, nel caso di chemioterapici antiinfettivi o antitumorali. Oppure, le interazioni tra farmaci possono avere conseguenze negative: riduzione dell’intensità e della durata dell’effetto, sommazione di effetti tossici sugli stessi organi o apparati, comparsa di effetti tossici del tutto nuovi. Nel caso dei contraccettivi ormonali, l’assunzione contemporanea di alcuni antibiotici o di antidepressivi triciclici possono riduce l’efficacia contraccettiva e l'effetto antidepressivo rispettivamente. L’interazione dei due farmaci somministrati contemporaneamente può essere di tipo farmacocinetico, farmacodinamico, o chimico-fisico (farmaceutico; incompatibilità farmaceutica). Nel caso dell’interazione di tipo farmacocinetico un farmaco può interferire con un altro a livello di assorbimento, di distribuzione nell’organismo (es: legame con le proteine plasmatiche), di metabolizzazione (induzione e inibizione enzimatica), di eliminazione. Nel caso dell’interazione di tipo farmacodinamico si possono verificare sommazione di effetti; sinergismo, antagonismo recettoriale; antagonismo funzionale. Verranno prese in considerazione le conseguenze negative delle interazioni farmacologiche, perché di gran lunga più importanti per i loro riflessi sul paziente e sul decorso della malattia, e perché sono quelle che maggiormente preoccupano chi prescrive i farmaci. E anche perché sempre più spesso è il paziente stesso a preoccuparsi e ad informarsi delle possibili conseguenze negative dell’assunzione contemporanea di farmaci diversi. obiettivi di apprendimento: L’obiettivo sarà quello di fornire ai medici le basi per poter comprendere e prevenire eventuali reazioni avversa da farmaci,

INTERAZIONE TRA FARMACI IN OSTETRICIA E GINECOLOGIA

LEONE, Sheila
2010-01-01

Abstract

C’è ormai piena consapevolezza che le interazioni tra i farmaci costituiscono uno dei problemi più importanti della terapia medica. E’ infatti del tutto eccezionale che un paziente venga trattato con un singolo farmaco. Nella stragrande maggioranza dei casi ai pazienti vengono somministrati due o più farmaci contemporaneamente. Ed è sempre più frequente il caso di pazienti trattati cronicamente con certi farmaci (antiipertensivi, anticoagulanti, antiepilettici, contraccettivi, ansiolitici, antidepressivi, antipsicotici, antireumatici/analgesici, ecc.) ai quali, per patologie acute intercorrenti, devono essere somministrati altri farmaci, che non raramente vanno ad alterare la metabolizzazione, l’eliminazione e/o gli effetti dei primi, con la comparsa di reazioni avverse, di riduzione o viceversa di potenziamento della loro attività. L’incidenza di reazioni avverse aumenta in maniera quasi esponenziale con l’aumentare del numero di farmaci che vengono assunti contemporaneamente. Ed in effetti una percentuale significativa e crescente di ricoveri ospedalieri è la conseguenza di effetti avversi gravi da interazioni tra farmaci. La sempre migliore conoscenza dei meccanismi d’azione e dei processi di metabolizzazione dei farmaci consente ormai, nella maggior parte dei casi, di dare una spiegazione delle interazioni osservate, o di poterle addirittura prevedere. Gli effetti di un farmaco possono venire modificati dalla contemporanea somministrazione di altri farmaci, o anche da certi alimenti, o da inquinanti ambientali (compreso il fumo di tabacco). Le interazioni tra farmaci (interazioni farmacologiche) possono avere conseguenze positive, e infatti molto spesso farmaci diversi vengono somministrati in associazione proprio per ottenere un effetto terapeutico più intenso, o di maggiore durata; o per ridurre le dosi e quindi la tossicità dei singoli componenti l’associazione; o per ritardare lo sviluppo di resistenza, nel caso di chemioterapici antiinfettivi o antitumorali. Oppure, le interazioni tra farmaci possono avere conseguenze negative: riduzione dell’intensità e della durata dell’effetto, sommazione di effetti tossici sugli stessi organi o apparati, comparsa di effetti tossici del tutto nuovi. Nel caso dei contraccettivi ormonali, l’assunzione contemporanea di alcuni antibiotici o di antidepressivi triciclici possono riduce l’efficacia contraccettiva e l'effetto antidepressivo rispettivamente. L’interazione dei due farmaci somministrati contemporaneamente può essere di tipo farmacocinetico, farmacodinamico, o chimico-fisico (farmaceutico; incompatibilità farmaceutica). Nel caso dell’interazione di tipo farmacocinetico un farmaco può interferire con un altro a livello di assorbimento, di distribuzione nell’organismo (es: legame con le proteine plasmatiche), di metabolizzazione (induzione e inibizione enzimatica), di eliminazione. Nel caso dell’interazione di tipo farmacodinamico si possono verificare sommazione di effetti; sinergismo, antagonismo recettoriale; antagonismo funzionale. Verranno prese in considerazione le conseguenze negative delle interazioni farmacologiche, perché di gran lunga più importanti per i loro riflessi sul paziente e sul decorso della malattia, e perché sono quelle che maggiormente preoccupano chi prescrive i farmaci. E anche perché sempre più spesso è il paziente stesso a preoccuparsi e ad informarsi delle possibili conseguenze negative dell’assunzione contemporanea di farmaci diversi. obiettivi di apprendimento: L’obiettivo sarà quello di fornire ai medici le basi per poter comprendere e prevenire eventuali reazioni avversa da farmaci,
2010
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/251845
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