Centaurea solstitialis è una Asteracea che vegeta in pascoli ed incolti e risulta ampiamente diffusa su tutto il territorio nazionale. La pianta è utilizzata nella medicina popolare di diversi paesi del bacino del mediterraneo mentre non risultano applicazioni a livello della tradizione italiana1. Spesso colonizza i pascoli e per la sua rusticità si adatta anche a terreni particolarmente stressati ed aridi, dove è solitamente poco appetita dagli animali da pascolo. Proprio in ambito veterinario la pianta è considerata pericolosa perchè l’ingestione di elevati quantitativi può essere causa in equini di una sintomatologia definita Nigropallidal Encephalomalacia, che è correIlabile alla presenza di diverse tossine quali repina, solstizialina A 13-acetato, cinaropicrina ed acidi aspartico e glutammico2,3. Il presente lavoro è una indagine farmacobotanica su questa specie che risulta, dalla letteratura, solo marginalmente studiata e si inquadra in un più ampio progetto di studio della flora spontanea come potenziale fonte di fitocomplessi e prodotti naturali di potenziale interesse applicativo. Il materiale vegetale è stato raccolto allo stato spontaneo, separato nei diversi organi ed estratto per i saggi di caratterizzazione fitochimica e valutazione dell’attività biologica. Tutte le parti aeree hanno contenuti in polifenoli totali che variano nel range 13-21 mg/g droga secca, con i valori maggiori ottenuti negli estratti dei fusti lignificati, che si caratterizzano per l’abbondanza di flavonoidi e proantocianidine. Foglie e fiori sono invece quelle di maggior interesse come fonte di agenti ad azione antiradicalica (ABTS test). Preliminari indagini in HPLC hanno evidenziato profili qualitativi e quantitativi dei diversi organi che risultano simili per l’acido caffeico (4.3-5.1 mg/g) e discriminanti per l’acido rosmarinico, presente solo nei fusti (6.1 mg/g). I saggi cellulari hanno evidenziato un marcato effetto di riduzione della vitalità cellulare su linee tumorali e non. A dosaggi subtossici (<100μg/ml) tutti gli estratti hanno evidenziato un effetto di aumento della resistenza cellulare allo stress ossidativo. In cellule C2C12 ed MCF7, preventivamente incubate in presenza di estratti, è stata rilevata una riduzione della produzione di ROS (indotta da H2O2) di -40% e -20%, rispettivamente. Ulteriori studi sono in corso per lo studio della composizione e l’individuazione di subfrazioni attive e soprattutto approfondimenti per gli aspetti tossicologici, parzialmente confermati dagli effetti antiproliferativi riscontrati, sono comunque necessari prima di ipotizzare un risvolto applicativo del fitocomplesso.

Indagini farmacobotaniche su centaurea solstitialis L.

MENGHINI, LUIGI;ORLANDO, Giustino;LEPORINI, LIDIA
2012-01-01

Abstract

Centaurea solstitialis è una Asteracea che vegeta in pascoli ed incolti e risulta ampiamente diffusa su tutto il territorio nazionale. La pianta è utilizzata nella medicina popolare di diversi paesi del bacino del mediterraneo mentre non risultano applicazioni a livello della tradizione italiana1. Spesso colonizza i pascoli e per la sua rusticità si adatta anche a terreni particolarmente stressati ed aridi, dove è solitamente poco appetita dagli animali da pascolo. Proprio in ambito veterinario la pianta è considerata pericolosa perchè l’ingestione di elevati quantitativi può essere causa in equini di una sintomatologia definita Nigropallidal Encephalomalacia, che è correIlabile alla presenza di diverse tossine quali repina, solstizialina A 13-acetato, cinaropicrina ed acidi aspartico e glutammico2,3. Il presente lavoro è una indagine farmacobotanica su questa specie che risulta, dalla letteratura, solo marginalmente studiata e si inquadra in un più ampio progetto di studio della flora spontanea come potenziale fonte di fitocomplessi e prodotti naturali di potenziale interesse applicativo. Il materiale vegetale è stato raccolto allo stato spontaneo, separato nei diversi organi ed estratto per i saggi di caratterizzazione fitochimica e valutazione dell’attività biologica. Tutte le parti aeree hanno contenuti in polifenoli totali che variano nel range 13-21 mg/g droga secca, con i valori maggiori ottenuti negli estratti dei fusti lignificati, che si caratterizzano per l’abbondanza di flavonoidi e proantocianidine. Foglie e fiori sono invece quelle di maggior interesse come fonte di agenti ad azione antiradicalica (ABTS test). Preliminari indagini in HPLC hanno evidenziato profili qualitativi e quantitativi dei diversi organi che risultano simili per l’acido caffeico (4.3-5.1 mg/g) e discriminanti per l’acido rosmarinico, presente solo nei fusti (6.1 mg/g). I saggi cellulari hanno evidenziato un marcato effetto di riduzione della vitalità cellulare su linee tumorali e non. A dosaggi subtossici (<100μg/ml) tutti gli estratti hanno evidenziato un effetto di aumento della resistenza cellulare allo stress ossidativo. In cellule C2C12 ed MCF7, preventivamente incubate in presenza di estratti, è stata rilevata una riduzione della produzione di ROS (indotta da H2O2) di -40% e -20%, rispettivamente. Ulteriori studi sono in corso per lo studio della composizione e l’individuazione di subfrazioni attive e soprattutto approfondimenti per gli aspetti tossicologici, parzialmente confermati dagli effetti antiproliferativi riscontrati, sono comunque necessari prima di ipotizzare un risvolto applicativo del fitocomplesso.
2012
9788897341086
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/259223
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact