Introduzione “L’educazione terapeutica dovrebbe permettere al paziente di acquisire e mantenere le capacità e le competenze che lo aiutino a vivere in maniera ottimale con la sua malattia” (OMS, 2007) . Per una educazione terapeutica efficace, valutabile, strutturata è necessario conoscere diversi aspetti della vita e della personalità del paziente, identificarne i bisogni, valutare le potenzialità, facilitare la pianificazione di un progetto di cura condiviso. Necessario avere uno strumento capace di raccogliere ed elaborare i dati psico-sociali, da integrare alla cartella clinica, costruita su modello esclusivamente biomedico. Scopo Creare uno strumento operativo, facilmente utilizzabile nella pratica clinica, per seguire l’evoluzione del paziente, monitorarlo durante la sua formazione, facilitare la trasmissione delle informazioni tra curanti e il loro coordinamento pedagogico e didattico. Materiali e metodi: Nell’ambito del Master di Psicodiabetologia (Università “Sapienza” di Roma in collaborazione con AMD) è stata sviluppata una proposta di cartella educativa, integrabile nelle cartelle cliniche informatizzate, già in uso. Per la sua elaborazione si è preso come riferimento il modello pedagogico sistemico (D’Ivernois) , non tralasciando il contributo di Assal, ma soprattutto si sono voluti valorizzare l’esperienza e gli strumenti di vari gruppi italiani in Educazione Terapeutica Strutturata. Risultati: La cartella è in grado di fornire un profilo educativo completo del paziente, all’interno di un protocollo definito: - Diagnosi educativa: è la prima tappa del percorso. Deve essere in grado di mettere a fuoco il paziente, i suoi bisogni, le sue potenzialità, le sue richieste rispetto ad un programma di educazione personalizzato. Possono partecipare alla sua elaborazione tutti gli operatori del team. E’ necessario che tutte le informazioni siano raccolte, non ci siano omissioni. La raccolta delle informazioni deve essere sistematica, in modo da evitare di fare le stesse domande al paziente da parte dello stesso operatore o di operatori diversi. Il paziente deve avere la sensazione che si raccolgono tutti i dettagli della sua “storia” e che nulla vada perso. o Dimensione socio-professionale, si utilizzano in parte dati già contenuti nella cartella clinica, arricchiti da informazioni sul lavoro, la vita familiare e sociale del paziente, il tempo libero. Ha una importante valenza pedagogica. La discussione deve essere aperta e basata sulla fiducia, con lo scopo di sapere come il paziente vive quotidianamente: conoscere l’organizzazione del suo lavoro, ad esempio, permetterà di cercare con lui le modalità per gestire nel migliore dei modi la sua malattia. E’ necessario, quindi, che i dati presenti nella sezione cartella clinica già in uso, siano riportati automaticamente in questa sezione, in modo da non fare domande inutili al paziente, altri dati possono essere raccolti con modalità tali da facilitare una eventuale successiva elaborazione statistica, molte informazioni devono essere raccolte come risposte a domande aperte, con spazi dedicati e non riducibili in categorie prefissate. o Dimensione psico-affettiva, in questa sezione si utilizzano questionari che studiano: l’adattamento alla malattia, le condotte di salute, le preoccupazioni per il futuro, l’impatto del trattamento, il peso della malattia. Sono tutti validati, con un numero di item contenuto, facenti parte della tradizione diabetologia italiana. Nella parte libera e non codificata di questa sezione, si raccolgono informazioni rispetto alla motivazione a prendere parte al progetto educativo. Il grado di apprendimento sarà strettamente correlato alla motivazione. o Dimensione cognitiva, valutata con questionari GISED (alimentazione, autocontrollo, attività fisica, ipoglicemia,terapia insulinica, piede). Anche in questa sezione, è necessario lasciare uno spazio libero, con spazi non riducibili in categorie prefissate, in cui raccogliere informazioni rispetto alla rappresentazione di malattia del paziente: sapere come spiega la sua malattia e a che cosa la attribuisce è particolarmente importante. o Abilità gestuali , studiate con le griglie di osservazione (progetto ETS). Tutti i dati vengono raccolti ed analizzati all’inizio del percorso educativo, nella fase di follow-up o di ripresa educativa. Al termine della fase di compilazione della diagnosi educativa devono risultare chiari i fattori facilitanti e quelli limitanti l’attività formativa, Si deve essere in grado di formulare le competenze che il paziente deve avere acquisito alla fine del percorso educativo. -Contratto educativo: definisce gli obiettivi pedagogici da raggiungere al termine del percorso educativo. Esistono due diversi tipi di obiettivi: gli obiettivi di sicurezza (gestione del rischio da parte del paziente) ed obiettivi personali. In questa sezione della cartella vengono elencati gli obiettivi di sicurezza. Il paziente barrerà quelli che si impegna ad apprendere e aggiungerà a questi, gli obiettivi personali specifici. La compilazione di questa parte della cartella educativa è frutto di una negoziazione tra paziente ed educatore. Il paziente riceverà un documento scritto che firmerà insieme al team di cura. -Tipologia dei metodi educativi utilizzati: si distinguono metodi collettivi, individuali o autoapprendimento. Per ognuno di essi nella cartella sarà rappresentata una tabella che elencherà le diverse tecniche da utilizzare per il raggiungimento dell’obiettivo stabilito. Verrà evidenziata la tecnica utilizzata. Le tabelle sono tratte da: JF d’Ivernois et al Educare il paziente un approccio pedagogico. Mc Graw Hill 2009 -Descrizione del programma educativo: deve essere precisato il numero degli incontri, la durata, se si tratta di un primo percorso di educazione o di un followup (pianificato o determinato da un evento particolare) - Valutazione delle competenze acquisite: Azione fondamentale che necessita di strumenti di misura specifica, in relazione al campo in cui si sono sviluppati gli obiettivi pedagogici. Nell’ambito del campo cognitivo si possono inserire nella cartella. Una sequenza di domande tipo vero o falso (livello di memorizzazione). Diari della giornata alimentare o della attività fisica (il livello di interpretazione dei dati). Carte di Barrows (livello di soluzione del problema). Per la valutazione in ambito gestuale, si possono inserire: griglie di osservazione in cui si dà un giudizio di valore su tutti gli elementi che compongono un gesto Per la valutazione delle competenze relazionali, si possono utilizzare Griglie di osservazione con scale di misura tipo Likert ( accordo totale, accordo parziale, disaccordo parziale, disaccordo totale, senza opinione). Conclusioni: L’educazione del paziente è una pratica sanitaria relativamente recente che rappresenta un cambiamento dei modi di intendere la salute e il ruolo del paziente (D’Ivernois, 2008) Gli strumenti ad oggi utilizzabili sono pochi e non standardizzati. La cartella educativa proposta rappresenta il punto di partenza per un percorso condiviso, capace di mettere a confronto le metodologie e i risultati raggiunti. Bibliografia d’Ivernois JF et al Educare il paziente un approccio pedagogico. Mc Graw Hill 2009 Assal J Ph et al : La technique des objectifs dans la prescription medicale et l’enseignemnent aux malate. Education Permanente, 85,1986, pp 137-152 Vespasiani G et al: Validazione del questionario sulla conoscenza del diabete: GISED 2001. GIDM 22, 109-120, 2002 Manuali ETS. Biblioteca AMD
PROPOSTA DI CARTELLA EDUCATIVA DIABETOLOGICA
VITACOLONNA, Ester;
2011-01-01
Abstract
Introduzione “L’educazione terapeutica dovrebbe permettere al paziente di acquisire e mantenere le capacità e le competenze che lo aiutino a vivere in maniera ottimale con la sua malattia” (OMS, 2007) . Per una educazione terapeutica efficace, valutabile, strutturata è necessario conoscere diversi aspetti della vita e della personalità del paziente, identificarne i bisogni, valutare le potenzialità, facilitare la pianificazione di un progetto di cura condiviso. Necessario avere uno strumento capace di raccogliere ed elaborare i dati psico-sociali, da integrare alla cartella clinica, costruita su modello esclusivamente biomedico. Scopo Creare uno strumento operativo, facilmente utilizzabile nella pratica clinica, per seguire l’evoluzione del paziente, monitorarlo durante la sua formazione, facilitare la trasmissione delle informazioni tra curanti e il loro coordinamento pedagogico e didattico. Materiali e metodi: Nell’ambito del Master di Psicodiabetologia (Università “Sapienza” di Roma in collaborazione con AMD) è stata sviluppata una proposta di cartella educativa, integrabile nelle cartelle cliniche informatizzate, già in uso. Per la sua elaborazione si è preso come riferimento il modello pedagogico sistemico (D’Ivernois) , non tralasciando il contributo di Assal, ma soprattutto si sono voluti valorizzare l’esperienza e gli strumenti di vari gruppi italiani in Educazione Terapeutica Strutturata. Risultati: La cartella è in grado di fornire un profilo educativo completo del paziente, all’interno di un protocollo definito: - Diagnosi educativa: è la prima tappa del percorso. Deve essere in grado di mettere a fuoco il paziente, i suoi bisogni, le sue potenzialità, le sue richieste rispetto ad un programma di educazione personalizzato. Possono partecipare alla sua elaborazione tutti gli operatori del team. E’ necessario che tutte le informazioni siano raccolte, non ci siano omissioni. La raccolta delle informazioni deve essere sistematica, in modo da evitare di fare le stesse domande al paziente da parte dello stesso operatore o di operatori diversi. Il paziente deve avere la sensazione che si raccolgono tutti i dettagli della sua “storia” e che nulla vada perso. o Dimensione socio-professionale, si utilizzano in parte dati già contenuti nella cartella clinica, arricchiti da informazioni sul lavoro, la vita familiare e sociale del paziente, il tempo libero. Ha una importante valenza pedagogica. La discussione deve essere aperta e basata sulla fiducia, con lo scopo di sapere come il paziente vive quotidianamente: conoscere l’organizzazione del suo lavoro, ad esempio, permetterà di cercare con lui le modalità per gestire nel migliore dei modi la sua malattia. E’ necessario, quindi, che i dati presenti nella sezione cartella clinica già in uso, siano riportati automaticamente in questa sezione, in modo da non fare domande inutili al paziente, altri dati possono essere raccolti con modalità tali da facilitare una eventuale successiva elaborazione statistica, molte informazioni devono essere raccolte come risposte a domande aperte, con spazi dedicati e non riducibili in categorie prefissate. o Dimensione psico-affettiva, in questa sezione si utilizzano questionari che studiano: l’adattamento alla malattia, le condotte di salute, le preoccupazioni per il futuro, l’impatto del trattamento, il peso della malattia. Sono tutti validati, con un numero di item contenuto, facenti parte della tradizione diabetologia italiana. Nella parte libera e non codificata di questa sezione, si raccolgono informazioni rispetto alla motivazione a prendere parte al progetto educativo. Il grado di apprendimento sarà strettamente correlato alla motivazione. o Dimensione cognitiva, valutata con questionari GISED (alimentazione, autocontrollo, attività fisica, ipoglicemia,terapia insulinica, piede). Anche in questa sezione, è necessario lasciare uno spazio libero, con spazi non riducibili in categorie prefissate, in cui raccogliere informazioni rispetto alla rappresentazione di malattia del paziente: sapere come spiega la sua malattia e a che cosa la attribuisce è particolarmente importante. o Abilità gestuali , studiate con le griglie di osservazione (progetto ETS). Tutti i dati vengono raccolti ed analizzati all’inizio del percorso educativo, nella fase di follow-up o di ripresa educativa. Al termine della fase di compilazione della diagnosi educativa devono risultare chiari i fattori facilitanti e quelli limitanti l’attività formativa, Si deve essere in grado di formulare le competenze che il paziente deve avere acquisito alla fine del percorso educativo. -Contratto educativo: definisce gli obiettivi pedagogici da raggiungere al termine del percorso educativo. Esistono due diversi tipi di obiettivi: gli obiettivi di sicurezza (gestione del rischio da parte del paziente) ed obiettivi personali. In questa sezione della cartella vengono elencati gli obiettivi di sicurezza. Il paziente barrerà quelli che si impegna ad apprendere e aggiungerà a questi, gli obiettivi personali specifici. La compilazione di questa parte della cartella educativa è frutto di una negoziazione tra paziente ed educatore. Il paziente riceverà un documento scritto che firmerà insieme al team di cura. -Tipologia dei metodi educativi utilizzati: si distinguono metodi collettivi, individuali o autoapprendimento. Per ognuno di essi nella cartella sarà rappresentata una tabella che elencherà le diverse tecniche da utilizzare per il raggiungimento dell’obiettivo stabilito. Verrà evidenziata la tecnica utilizzata. Le tabelle sono tratte da: JF d’Ivernois et al Educare il paziente un approccio pedagogico. Mc Graw Hill 2009 -Descrizione del programma educativo: deve essere precisato il numero degli incontri, la durata, se si tratta di un primo percorso di educazione o di un followup (pianificato o determinato da un evento particolare) - Valutazione delle competenze acquisite: Azione fondamentale che necessita di strumenti di misura specifica, in relazione al campo in cui si sono sviluppati gli obiettivi pedagogici. Nell’ambito del campo cognitivo si possono inserire nella cartella. Una sequenza di domande tipo vero o falso (livello di memorizzazione). Diari della giornata alimentare o della attività fisica (il livello di interpretazione dei dati). Carte di Barrows (livello di soluzione del problema). Per la valutazione in ambito gestuale, si possono inserire: griglie di osservazione in cui si dà un giudizio di valore su tutti gli elementi che compongono un gesto Per la valutazione delle competenze relazionali, si possono utilizzare Griglie di osservazione con scale di misura tipo Likert ( accordo totale, accordo parziale, disaccordo parziale, disaccordo totale, senza opinione). Conclusioni: L’educazione del paziente è una pratica sanitaria relativamente recente che rappresenta un cambiamento dei modi di intendere la salute e il ruolo del paziente (D’Ivernois, 2008) Gli strumenti ad oggi utilizzabili sono pochi e non standardizzati. La cartella educativa proposta rappresenta il punto di partenza per un percorso condiviso, capace di mettere a confronto le metodologie e i risultati raggiunti. Bibliografia d’Ivernois JF et al Educare il paziente un approccio pedagogico. Mc Graw Hill 2009 Assal J Ph et al : La technique des objectifs dans la prescription medicale et l’enseignemnent aux malate. Education Permanente, 85,1986, pp 137-152 Vespasiani G et al: Validazione del questionario sulla conoscenza del diabete: GISED 2001. GIDM 22, 109-120, 2002 Manuali ETS. Biblioteca AMDI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.