Il saggio è dedicato alla disciplina delle aree protette e, a vent’anni dalla sua adozione, offre una panoramica delle criticità manifestatesi in sede applicativa. Il lavoro prende le mosse dall’analisi legge quadro in materia, la n. 394/1991, quale espressione normativa della teoria della protezione integrale della natura. Il corpo del saggio è costituito dall’analisi delle problematiche emerse con riferimento a ciascuno dei principali istituti previsti dalla legge quadro: a partire dall’Ente Parco, la cui indipendenza si è progressivamente indebolita a favore di una crescente connotazione politica dei suoi organi tecnici, fino al Piano e al Regolamento, fonti normative sui generis la cui tardiva approvazione si è spesso tradotta in un difetto di tutela, ed infine il Nullaosta, pensato come atto di assenso endoprocedimentale non discrezionale, e divenuto strumento essenziale nella politica di gestione delle aree protette. Dopo un accenno al rapporto (conflittuale) tra la tutela della aree protette e il principio dello sviluppo sostenibile, l’Autore conclude con un decalogo di possibili “proposte” di ricerca e miglioramento della disciplina in esame.
Aree protette vent’anni dopo. L’inattuazione “profonda” della legge 394/1991
DI PLINIO, Giampiero
2012-01-01
Abstract
Il saggio è dedicato alla disciplina delle aree protette e, a vent’anni dalla sua adozione, offre una panoramica delle criticità manifestatesi in sede applicativa. Il lavoro prende le mosse dall’analisi legge quadro in materia, la n. 394/1991, quale espressione normativa della teoria della protezione integrale della natura. Il corpo del saggio è costituito dall’analisi delle problematiche emerse con riferimento a ciascuno dei principali istituti previsti dalla legge quadro: a partire dall’Ente Parco, la cui indipendenza si è progressivamente indebolita a favore di una crescente connotazione politica dei suoi organi tecnici, fino al Piano e al Regolamento, fonti normative sui generis la cui tardiva approvazione si è spesso tradotta in un difetto di tutela, ed infine il Nullaosta, pensato come atto di assenso endoprocedimentale non discrezionale, e divenuto strumento essenziale nella politica di gestione delle aree protette. Dopo un accenno al rapporto (conflittuale) tra la tutela della aree protette e il principio dello sviluppo sostenibile, l’Autore conclude con un decalogo di possibili “proposte” di ricerca e miglioramento della disciplina in esame.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.