Il saggio ha inteso tracciare, in sintesi, il quadro della pratica del restauro in Italia fra XX e XXI secolo, ripercorsa attraverso le diverse interpretazioni: dal re-impiego del frammento (che in taluni casi si è declinato in un esercizio di musealizzazione dell’elemento architettonico) alla conservazione ‘integrale’ del monumento, nell’esaltazione del suo valore storico-testimoniale. Sono stati indagati alcuni recenti interventi di integrazione ‘per analogia’, improntati sul recupero di tecniche e modi della tradizione costruttiva come pure, per contro, esercizi d’integrazione per distinzione, eseguiti adottando un linguaggio volutamente difforme in cui i segni del contemporaneo si sovrappongono al linguaggio antico. Il percorso si conclude con l’osservazione di interventi progettuali guidati dall’assunzione della valenza ‘generatrice’ del frammento, inteso quale elemento evocatore dell’unità potenziale; qui il restauro mira alla ri-composizione dei brani di un discorso interrotto, come di uno spartito; è evidente la qualità del linguaggio adottato e l’assunzione del criterio del minimo intervento. L’intervento contemporaneo non incide, dunque, sul significato dell’originale ma, operando sul suo medium, l’immagine, ne suggerisce una corretta lettura.
Restoration in Italy between the 20th and 21st centuries. Re-creation, interpretation, conservation
D'AVINO, STEFANO
2011-01-01
Abstract
Il saggio ha inteso tracciare, in sintesi, il quadro della pratica del restauro in Italia fra XX e XXI secolo, ripercorsa attraverso le diverse interpretazioni: dal re-impiego del frammento (che in taluni casi si è declinato in un esercizio di musealizzazione dell’elemento architettonico) alla conservazione ‘integrale’ del monumento, nell’esaltazione del suo valore storico-testimoniale. Sono stati indagati alcuni recenti interventi di integrazione ‘per analogia’, improntati sul recupero di tecniche e modi della tradizione costruttiva come pure, per contro, esercizi d’integrazione per distinzione, eseguiti adottando un linguaggio volutamente difforme in cui i segni del contemporaneo si sovrappongono al linguaggio antico. Il percorso si conclude con l’osservazione di interventi progettuali guidati dall’assunzione della valenza ‘generatrice’ del frammento, inteso quale elemento evocatore dell’unità potenziale; qui il restauro mira alla ri-composizione dei brani di un discorso interrotto, come di uno spartito; è evidente la qualità del linguaggio adottato e l’assunzione del criterio del minimo intervento. L’intervento contemporaneo non incide, dunque, sul significato dell’originale ma, operando sul suo medium, l’immagine, ne suggerisce una corretta lettura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.