Il primo studio di neuroscienze applicate l diritto, pubblicato sulle Philosophical Transactions della Royal Society con il seguente abstract. Gli odierni sviluppi delle scienze cognitive stanno fornendo una nuova comprensione della natura del giudizio normativo. Le analisi tradizionali in discipline come la filosofia, la religione, la psicologia e l’economia discordano circa il ruolo e l’utilità da attribuire alle intuizioni ed alle emozioni nel giudizio di colpevolezza. La psicologia cognitiva e la neurobiologia aggiungono nuovi strumenti e metodi di studio riguardo agli interrogativi concernenti il giudizio normativo. È acquisizione recente il consenso all’ipotesi che riconosce un importante ruolo alle emozioni ed alle intuizioni, e congettura che il giudizio morale è un processo distribuito nel cervello. Testare questo modello con studi sulle lesioni e con metodiche di scansione ha portato a collegare un insieme di regioni del cervello a questo giudizio, inclusa la corteccia prefrontale ventromediale, la corteccia orbitofrontale, la corteccia cingolata posteriore, ed il solco temporale posteriore superiore. Modelli migliori sulle emozioni e sulle intuizioni aiuteranno a fornire un’ulteriore spiegazione dei processi coinvolti. La ricerca applicata al diritto ed alla giustizia appare meno sviluppata. Proponiamo in questo studio un modello di ‘law in the brain’ nel quale il diritto può reclutare un maggior numero di diverse sorgenti d’informazione e percorsi d’elaborazione, rispetto alla risposta morale intuitiva così com’è stata studiata fino ad ora. Proponiamo ipotesi specifiche e linee di ricerca ulteriore che possono aiutare a testare quest’approccio.
Un modello neuroscientifico del giudizio normativo nel diritto e nella giustizia
ROMEO, FRANCESCO;
2005-01-01
Abstract
Il primo studio di neuroscienze applicate l diritto, pubblicato sulle Philosophical Transactions della Royal Society con il seguente abstract. Gli odierni sviluppi delle scienze cognitive stanno fornendo una nuova comprensione della natura del giudizio normativo. Le analisi tradizionali in discipline come la filosofia, la religione, la psicologia e l’economia discordano circa il ruolo e l’utilità da attribuire alle intuizioni ed alle emozioni nel giudizio di colpevolezza. La psicologia cognitiva e la neurobiologia aggiungono nuovi strumenti e metodi di studio riguardo agli interrogativi concernenti il giudizio normativo. È acquisizione recente il consenso all’ipotesi che riconosce un importante ruolo alle emozioni ed alle intuizioni, e congettura che il giudizio morale è un processo distribuito nel cervello. Testare questo modello con studi sulle lesioni e con metodiche di scansione ha portato a collegare un insieme di regioni del cervello a questo giudizio, inclusa la corteccia prefrontale ventromediale, la corteccia orbitofrontale, la corteccia cingolata posteriore, ed il solco temporale posteriore superiore. Modelli migliori sulle emozioni e sulle intuizioni aiuteranno a fornire un’ulteriore spiegazione dei processi coinvolti. La ricerca applicata al diritto ed alla giustizia appare meno sviluppata. Proponiamo in questo studio un modello di ‘law in the brain’ nel quale il diritto può reclutare un maggior numero di diverse sorgenti d’informazione e percorsi d’elaborazione, rispetto alla risposta morale intuitiva così com’è stata studiata fino ad ora. Proponiamo ipotesi specifiche e linee di ricerca ulteriore che possono aiutare a testare quest’approccio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.