La Rocca, di cui rimangono solo alcune rovine ma della quale si intuisce ancora l’antico perimetro, fu eretta intorno al 1465 da Francesco da Pietrasanta e Antonio da Settignano a forma di trapezio, con torrioni cilindrici agli angoli, fasciati da cornici marcapiano e cammino di ronda su beccatelli al culmine. In seguito all’occupazione della rocca da parte dei ghibellini, Leone X ordinò di riportare la legalità nel comune di Cascia: una spedizione militare fu così inviata all’assedio del castello, che, nel 1517, fu “demolito e distrutto… dalle fondamenta”. Lo studio diretto della fortificazione si è fondato, prioritariamente, su un attento rilievo eseguito con l’ausilio di restituzioni fotogrammetriche informatizzate ed una campagna di indagini archeologiche e geognostiche. Il restauro, mirante principalmente al consolidamento dei lacerti murari superstiti, è stato condotto attraverso un’accurata opera di bonifica dagli agenti biologici e successiva ricostituzione dei giunti di malta. Il rifacimento di brani limitati del paramento murario, necessario alla conservazione delle strutture, lontano da ogni proposta antistorica, non ha compromesso il particolare carattere di ruderizzazione che nei secoli il monumento ha assunto, integrandosi nel contesto.

Consolidamento e conservazione della Rocca di Paolo II a Cascia (Perugia)

D'AVINO, STEFANO;
2005-01-01

Abstract

La Rocca, di cui rimangono solo alcune rovine ma della quale si intuisce ancora l’antico perimetro, fu eretta intorno al 1465 da Francesco da Pietrasanta e Antonio da Settignano a forma di trapezio, con torrioni cilindrici agli angoli, fasciati da cornici marcapiano e cammino di ronda su beccatelli al culmine. In seguito all’occupazione della rocca da parte dei ghibellini, Leone X ordinò di riportare la legalità nel comune di Cascia: una spedizione militare fu così inviata all’assedio del castello, che, nel 1517, fu “demolito e distrutto… dalle fondamenta”. Lo studio diretto della fortificazione si è fondato, prioritariamente, su un attento rilievo eseguito con l’ausilio di restituzioni fotogrammetriche informatizzate ed una campagna di indagini archeologiche e geognostiche. Il restauro, mirante principalmente al consolidamento dei lacerti murari superstiti, è stato condotto attraverso un’accurata opera di bonifica dagli agenti biologici e successiva ricostituzione dei giunti di malta. Il rifacimento di brani limitati del paramento murario, necessario alla conservazione delle strutture, lontano da ogni proposta antistorica, non ha compromesso il particolare carattere di ruderizzazione che nei secoli il monumento ha assunto, integrandosi nel contesto.
2005
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