La rocca di Paolo II a Cascia venne eretta nel 1487 da Francesco da Pietrasanta ed Antonio da Settignano; di essa rimangono solo alcune rovine ma è possibile ancora intuirne l’antico perimetro: mostrava una configurazione trapezoidale irregolare ed era delimitata da torrioni cilindrici angolari; l’ingresso principale, posto a sud, avveniva attraverso un corridoio ‘fiancheggiato’ fra i due bastioni sud. Le campagne di scavo, condotte dal 2000 al 2004 con obiettivo di attivare un processo di disvelamento del testo storico, hanno evidenziato una complessa stratificazione; l’intervento conservativo doveva pertanto rispondere all’esigenza di riconnettere e dare continuità temporale e spaziale all’insieme. Si è così operato un prioritario consolidamento dei lacerti murari superstiti badando a non compromettere in alcun modo il particolare carattere di ruderizzazione che la rocca ha assunto nei secoli. Pur escludendo programmaticamente antistoriche ipotesi ricostruttive, il progetto di musealizzazione ha inteso affidare a sintetici segni, distintamente contemporanei, il compito di suggerire ipotesi per la ricomposizione dei frammenti; paralleli processi di ripristino ambientale hanno permesso di contestualizzare il reperto archeologico, inserendolo nell’ambiente e conservandolo in esso.

Progetto per la musealizzazione della Rocca di Paolo II a Cascia (Perugia)

D'AVINO, STEFANO;
2010-01-01

Abstract

La rocca di Paolo II a Cascia venne eretta nel 1487 da Francesco da Pietrasanta ed Antonio da Settignano; di essa rimangono solo alcune rovine ma è possibile ancora intuirne l’antico perimetro: mostrava una configurazione trapezoidale irregolare ed era delimitata da torrioni cilindrici angolari; l’ingresso principale, posto a sud, avveniva attraverso un corridoio ‘fiancheggiato’ fra i due bastioni sud. Le campagne di scavo, condotte dal 2000 al 2004 con obiettivo di attivare un processo di disvelamento del testo storico, hanno evidenziato una complessa stratificazione; l’intervento conservativo doveva pertanto rispondere all’esigenza di riconnettere e dare continuità temporale e spaziale all’insieme. Si è così operato un prioritario consolidamento dei lacerti murari superstiti badando a non compromettere in alcun modo il particolare carattere di ruderizzazione che la rocca ha assunto nei secoli. Pur escludendo programmaticamente antistoriche ipotesi ricostruttive, il progetto di musealizzazione ha inteso affidare a sintetici segni, distintamente contemporanei, il compito di suggerire ipotesi per la ricomposizione dei frammenti; paralleli processi di ripristino ambientale hanno permesso di contestualizzare il reperto archeologico, inserendolo nell’ambiente e conservandolo in esso.
2010
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/277888
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact