Il presente articolo si propone di fornire, all’implantologo che utilizza come stabilizzazione interimplantare immediata il sistema dell’elettrosolidarizzazione con barra in titanio, un originale metodo che lo guidi a una scelta ragionata sul mantenimento, o meno, dello splintaggio al momento dell’esecuzione della protesi definitiva. L’enunciazione di sei criteri guida, che comprendono tutte le situazioni possibili in clinica implantologica, viene seguita ed integrata dall’elaborazione di un’originale formula che esprime la quantificazione del grado di affidabilità prognostica di uno specifico impianto. Tale formula è denominata “IPI”, acronimo di “Indice Prognostico Implantare”, e si ottiene sommando tre “variabili”, ognuna con un proprio punteggio: distanza del punto di emergenza sulla cresta ossea dell’impianto rispetto al segmento formato dalla proiezione della fossa di centrica e dalla cuspide di stampo della corona protesica; distanza tra il punto di emergenza crestale e il piano occlusale antagonista (altezza della corona protesica); inclinazione dell’asse implantare rispetto alla verticale occlusale. La somma dei punteggi assegnati a ognuna delle tre “variabili” fornirà uno specifico valore IPI in base al quale l’implantologo potrà decidere sul destino della barra di contenzione. Vengono illustrati, anche con delle immagini, le diverse possibilità.
La barra di contenzione in implantologia orale: criteri per la sua rimozione o mantenimento
FANALI, Stefano;
2012-01-01
Abstract
Il presente articolo si propone di fornire, all’implantologo che utilizza come stabilizzazione interimplantare immediata il sistema dell’elettrosolidarizzazione con barra in titanio, un originale metodo che lo guidi a una scelta ragionata sul mantenimento, o meno, dello splintaggio al momento dell’esecuzione della protesi definitiva. L’enunciazione di sei criteri guida, che comprendono tutte le situazioni possibili in clinica implantologica, viene seguita ed integrata dall’elaborazione di un’originale formula che esprime la quantificazione del grado di affidabilità prognostica di uno specifico impianto. Tale formula è denominata “IPI”, acronimo di “Indice Prognostico Implantare”, e si ottiene sommando tre “variabili”, ognuna con un proprio punteggio: distanza del punto di emergenza sulla cresta ossea dell’impianto rispetto al segmento formato dalla proiezione della fossa di centrica e dalla cuspide di stampo della corona protesica; distanza tra il punto di emergenza crestale e il piano occlusale antagonista (altezza della corona protesica); inclinazione dell’asse implantare rispetto alla verticale occlusale. La somma dei punteggi assegnati a ognuna delle tre “variabili” fornirà uno specifico valore IPI in base al quale l’implantologo potrà decidere sul destino della barra di contenzione. Vengono illustrati, anche con delle immagini, le diverse possibilità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.