Nel clima di un bisogno di riscoperta del senso estetico emerso dal dibattito in un tempo pervaso da una profonda scissione tra cultura e prassi, si richiama l’attenzione sulla necessità di fare chiarezza sul concetto di qualità urbana troppo spesso associata a semplici operazioni di cosmesi urbana. Più in particolare si invita a prendere coscienza del rapporto tra qualità ambientale degli spazi di relazione (impropriamente definiti vuoti) e qualità dei manufatti che concorrono a definirli, con l’intento di fugare ogni equivoco sulla nozione di “arredo urbano” così come viene comunemente inteso. L’obiettivo è quello di dissuadere a continuare a vedere la città come semplice contenitore atto ad accogliere oggetti di copertura di quello che non c’è o che è andato perduto, e persuadere a riconsiderarla come spazio da “abitare” con gli altri il cui requisito prioritario è la condizione di benessere acchè ogni cittadino possa appropriarsene. Quindi, rivolto agli architetti, in definitiva il problema non è di come arredare, ma di come attraverso il progetto strutturare lo spazio, urbano e domestico, considerato nella totalità delle sue componenti allo scopo di renderlo abitabile.

L'arredo urbano nella città del Vasto

FALASCA, Carmine
1995-01-01

Abstract

Nel clima di un bisogno di riscoperta del senso estetico emerso dal dibattito in un tempo pervaso da una profonda scissione tra cultura e prassi, si richiama l’attenzione sulla necessità di fare chiarezza sul concetto di qualità urbana troppo spesso associata a semplici operazioni di cosmesi urbana. Più in particolare si invita a prendere coscienza del rapporto tra qualità ambientale degli spazi di relazione (impropriamente definiti vuoti) e qualità dei manufatti che concorrono a definirli, con l’intento di fugare ogni equivoco sulla nozione di “arredo urbano” così come viene comunemente inteso. L’obiettivo è quello di dissuadere a continuare a vedere la città come semplice contenitore atto ad accogliere oggetti di copertura di quello che non c’è o che è andato perduto, e persuadere a riconsiderarla come spazio da “abitare” con gli altri il cui requisito prioritario è la condizione di benessere acchè ogni cittadino possa appropriarsene. Quindi, rivolto agli architetti, in definitiva il problema non è di come arredare, ma di come attraverso il progetto strutturare lo spazio, urbano e domestico, considerato nella totalità delle sue componenti allo scopo di renderlo abitabile.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/319085
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