L'articolo descrive in forma critica i progetti delle opere per i Giochi Olimpici di Londra 2012, che hanno l’importante compito di incarnare il coraggioso ed ambizioso proclama con cui Londra ha lanciato la propria candidatura come sede organizzatrice delle Olimpiadi: quello di essere i primi giochi sostenibili della storia. Con queste premesse i progettisti delle sports venues hanno affrontato il proprio compito interpretando ciascuno a suo modo il tema della sostenibilità ecologica del costruire ed applicando il motto di London 2012 del “reduce, reuse, recycle”. Tutti avevano un comune obiettivo, quello di conciliare la domanda immediata, legata allo svolgimento dell’evento nell’arco di due settimane, con la domanda di lungo periodo, quella della Legacy, quando le attrezzature sportive assumeranno il ruolo di attrezzature di scala urbana. Questa doppia modalità ha imposto a tutti i progettisti un approccio inusuale al progetto, costringendoli a pensare contemporaneamente alle prestazioni dell’edificio alla scala del confronto internazionale ed alla scala della dimensione locale. Gli esempi negativi di Sydney ed Atene, costrette ad affrontare costi enormi di manutenzione per opere che a fine giochi sono risultate poco utilizzate, hanno spronato l’ODA a ricercare forme e modi per ridurre gli sprechi, in primo luogo adottando sistematicamente la filosofia del riciclo e dell’adattamento dimensionale delle venues. Con questo approccio di “design reversibile” sono state concepite diverse attrezzature sportive del parco olimpico, opere che a fine giochi potranno essere totalmente o parzialmente decostruite.

I progetti del Parco Olimpico

ANGRILLI, Massimo
2011-01-01

Abstract

L'articolo descrive in forma critica i progetti delle opere per i Giochi Olimpici di Londra 2012, che hanno l’importante compito di incarnare il coraggioso ed ambizioso proclama con cui Londra ha lanciato la propria candidatura come sede organizzatrice delle Olimpiadi: quello di essere i primi giochi sostenibili della storia. Con queste premesse i progettisti delle sports venues hanno affrontato il proprio compito interpretando ciascuno a suo modo il tema della sostenibilità ecologica del costruire ed applicando il motto di London 2012 del “reduce, reuse, recycle”. Tutti avevano un comune obiettivo, quello di conciliare la domanda immediata, legata allo svolgimento dell’evento nell’arco di due settimane, con la domanda di lungo periodo, quella della Legacy, quando le attrezzature sportive assumeranno il ruolo di attrezzature di scala urbana. Questa doppia modalità ha imposto a tutti i progettisti un approccio inusuale al progetto, costringendoli a pensare contemporaneamente alle prestazioni dell’edificio alla scala del confronto internazionale ed alla scala della dimensione locale. Gli esempi negativi di Sydney ed Atene, costrette ad affrontare costi enormi di manutenzione per opere che a fine giochi sono risultate poco utilizzate, hanno spronato l’ODA a ricercare forme e modi per ridurre gli sprechi, in primo luogo adottando sistematicamente la filosofia del riciclo e dell’adattamento dimensionale delle venues. Con questo approccio di “design reversibile” sono state concepite diverse attrezzature sportive del parco olimpico, opere che a fine giochi potranno essere totalmente o parzialmente decostruite.
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