Il contributo ricostruisce, sulla base dei risultati degli scavi archeologici che hanno interessato tra il 2000 ed il 2003, la catacomba di S.Vittorino ad Amiterno (AQ), le prime fasi di monumentalizzatone della tomba del martire omonimo. Ad un primo monumento costituito da una mensa o da una edicola addossata alla sepoltura, ricavata all’interno di un mausoleo di età romana, databile al IV secolo, segue l’intervento del vescovo Quodvultdeus nel V secolo. A lui si deve riferire il grandioso tumulo rivestito in marmi policromi e con grande mensa con iscrizione posto davanti alla tomba venerata e molto probabilmente una piccola memoria absidata, comunicante con l’originario mausoleo. Questo edificio, di cui si sono rintracciate parte delle fondazioni e delle strutture dell’abside, doveva contenere anche una reliquia conservata in un altare a blocco rivestito di lastre marmoree decorate di cui quella centrale doveva essere quella con scena di receptio e fenestella confessionis, che lo Josi pose nel monumento da lui ricostruito tra gli anni ’30 e ’40 del secolo scorso. Grazie alle agli ultimi scavi è stato possibile pertanto ricostruire con una certa precisione le fasi iniziali di sviluppo del santuario che si configura come uno spazio cultuale di non grandi dimensioni, le cui caratteristiche tipologiche e decorative rimandano per molteplici aspetti al coevo ambito romano.
Il santuario di S. Vittorino ad Amiternum: formazione e trasformazione di uno spazio cultuale
SOMMA, Maria Carla
2012-01-01
Abstract
Il contributo ricostruisce, sulla base dei risultati degli scavi archeologici che hanno interessato tra il 2000 ed il 2003, la catacomba di S.Vittorino ad Amiterno (AQ), le prime fasi di monumentalizzatone della tomba del martire omonimo. Ad un primo monumento costituito da una mensa o da una edicola addossata alla sepoltura, ricavata all’interno di un mausoleo di età romana, databile al IV secolo, segue l’intervento del vescovo Quodvultdeus nel V secolo. A lui si deve riferire il grandioso tumulo rivestito in marmi policromi e con grande mensa con iscrizione posto davanti alla tomba venerata e molto probabilmente una piccola memoria absidata, comunicante con l’originario mausoleo. Questo edificio, di cui si sono rintracciate parte delle fondazioni e delle strutture dell’abside, doveva contenere anche una reliquia conservata in un altare a blocco rivestito di lastre marmoree decorate di cui quella centrale doveva essere quella con scena di receptio e fenestella confessionis, che lo Josi pose nel monumento da lui ricostruito tra gli anni ’30 e ’40 del secolo scorso. Grazie alle agli ultimi scavi è stato possibile pertanto ricostruire con una certa precisione le fasi iniziali di sviluppo del santuario che si configura come uno spazio cultuale di non grandi dimensioni, le cui caratteristiche tipologiche e decorative rimandano per molteplici aspetti al coevo ambito romano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.