Disporre di misure di ansia generale, capaci di rilevare sintomi dell’esperienza ansiosa, garantisce una corretta diagnosi, fondamentale per un buon intervento terapeutico. Lo State Trait Anxiety Inventory (STAI, Spielberger et al., 1970) è una delle misure più usate per la valutazione dell’ansia (Antony & Barlow, 2002). Tuttavia, la letteratura recente ha gettato dubbi sulla sua capacità di misurare l’ansia di tratto (e.g. Bados et al., 2010). L’obiettivo del lavoro è contribuire a chiarire la validità di costrutto dello STAI, approfondendo lo studio della struttura fattoriale. E’ stata condotta un’analisi fattoriale confermativa sullo STAI-T con LISREL 8.7, separatamente su due campioni, uno clinico, composto da 1244 pazienti psichiatrici, ed uno non clinico, composto da 877 soggetti sani tratti dalla popolazione generale. Sono stati testati i 5 modelli che hanno mostrato indici migliori in letteratura, relativamente a campioni esigui e non clinici, che prevedevano: 1) 1 fattore generale, 2) 1 fattore di costrutto – 2 fattori di metodo, 3) 2 fattori correlati + 1 fattore di ordine superiore, 4) 2 fattori di metodo correlati, 5) un modello bifattoriale con un fattore generale. I risultati confermano i dati della letteratura in entrambi i campioni, ovvero il modello bifattoriale con 1 fattore generale e il modello che prevede un costrutto e due fattori di metodo mostrano gli indici di fit più adeguati. Inoltre, sono state rilevate correlazioni alte tra il BDI-II e lo STAI-T, nonchè tra il Beck Depression Inventory-II (Beck et al., 1996) e i fattori emersi da entrambi i modelli fattoriali, che ne evidenziano la complementarietà. I dati dimostrano come lo STAI-T misuri maggiormente l’affettività negativa e non l’ansia di tratto, in senso stetto. I risultati sono corroborati dal modello tripartito di Watson e Clark (1991) e dall’analisi del contenuto dello STAI.

Cosa misura effettivamente lo STATE-TRAIT ANXIETY INVENTORY?

BALSAMO, MICHELA;SERGI, MARIA RITA;ROMANELLI, ROBERTA;MACCHIA, ANTONELLA;
2012-01-01

Abstract

Disporre di misure di ansia generale, capaci di rilevare sintomi dell’esperienza ansiosa, garantisce una corretta diagnosi, fondamentale per un buon intervento terapeutico. Lo State Trait Anxiety Inventory (STAI, Spielberger et al., 1970) è una delle misure più usate per la valutazione dell’ansia (Antony & Barlow, 2002). Tuttavia, la letteratura recente ha gettato dubbi sulla sua capacità di misurare l’ansia di tratto (e.g. Bados et al., 2010). L’obiettivo del lavoro è contribuire a chiarire la validità di costrutto dello STAI, approfondendo lo studio della struttura fattoriale. E’ stata condotta un’analisi fattoriale confermativa sullo STAI-T con LISREL 8.7, separatamente su due campioni, uno clinico, composto da 1244 pazienti psichiatrici, ed uno non clinico, composto da 877 soggetti sani tratti dalla popolazione generale. Sono stati testati i 5 modelli che hanno mostrato indici migliori in letteratura, relativamente a campioni esigui e non clinici, che prevedevano: 1) 1 fattore generale, 2) 1 fattore di costrutto – 2 fattori di metodo, 3) 2 fattori correlati + 1 fattore di ordine superiore, 4) 2 fattori di metodo correlati, 5) un modello bifattoriale con un fattore generale. I risultati confermano i dati della letteratura in entrambi i campioni, ovvero il modello bifattoriale con 1 fattore generale e il modello che prevede un costrutto e due fattori di metodo mostrano gli indici di fit più adeguati. Inoltre, sono state rilevate correlazioni alte tra il BDI-II e lo STAI-T, nonchè tra il Beck Depression Inventory-II (Beck et al., 1996) e i fattori emersi da entrambi i modelli fattoriali, che ne evidenziano la complementarietà. I dati dimostrano come lo STAI-T misuri maggiormente l’affettività negativa e non l’ansia di tratto, in senso stetto. I risultati sono corroborati dal modello tripartito di Watson e Clark (1991) e dall’analisi del contenuto dello STAI.
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