Il presente saggio sollecita un revirement del dominante orientamento giurisprudenziale e dottrinale che tuttora nega la possibilità in capo al giudice di disporre d’ufficio la conversione del contratto nullo. A tal proposito, l’Autore – dimostrato il carattere non dirimente dei tradizionali argomenti addotti ex adverso – propone di considerare il fenomeno conversivo espressione di una attività ermeneutica di matrice «correttiva» riconducibile al piú generale canone della buona fede interpretativa (art. 1366 c.c.): il che consente di configurare il potere giudiziale codificato nell’art. 1424 c.c. quale effetto legale operante ipso iure, a prescindere da eventuali istanze di parte, in quanto diretto a soddisfare «esigenze di giustizia» in chiave protettiva e solidaristica. Inoltre, nella rinnovata prospettiva funzionale, emerge come la conversione officiosa miri non già a pregiudicare, bensí a promuovere l’autonomia contrattuale, garantendo – anche nell’ottica della selezione del «giusto rimedio» – che gli obbiettivi liberamente perseguiti dai paciscenti e trasfusi nel regolamento negoziale rivelatosi invalido trovino utile attuazione in uno schema alternativo.

La conversione d’ufficio del contratto nullo tra (interpretazione di) buona fede e «giusto rimedio»

Angelone, Marco
2014-01-01

Abstract

Il presente saggio sollecita un revirement del dominante orientamento giurisprudenziale e dottrinale che tuttora nega la possibilità in capo al giudice di disporre d’ufficio la conversione del contratto nullo. A tal proposito, l’Autore – dimostrato il carattere non dirimente dei tradizionali argomenti addotti ex adverso – propone di considerare il fenomeno conversivo espressione di una attività ermeneutica di matrice «correttiva» riconducibile al piú generale canone della buona fede interpretativa (art. 1366 c.c.): il che consente di configurare il potere giudiziale codificato nell’art. 1424 c.c. quale effetto legale operante ipso iure, a prescindere da eventuali istanze di parte, in quanto diretto a soddisfare «esigenze di giustizia» in chiave protettiva e solidaristica. Inoltre, nella rinnovata prospettiva funzionale, emerge come la conversione officiosa miri non già a pregiudicare, bensí a promuovere l’autonomia contrattuale, garantendo – anche nell’ottica della selezione del «giusto rimedio» – che gli obbiettivi liberamente perseguiti dai paciscenti e trasfusi nel regolamento negoziale rivelatosi invalido trovino utile attuazione in uno schema alternativo.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Marco Angelone_La conversione d’ufficio del contratto nullo tra (interpretazione di) buona fede e giusto rimedio.pdf

Solo gestori archivio

Tipologia: PDF editoriale
Dimensione 796.56 kB
Formato Adobe PDF
796.56 kB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/585310
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact