Il volume contiene gli Atti di un convegno tenutosi nello Schloss Mickeln di Düsseldorf tra il 24 e il 25 aprile del 2008 per celebrare l’80° compleanno di Odilo Engels. Johannes Laudage, che ebbe l’idea di organizzare questo evento e ne propose la realizzazione alla Gerda Henkel Stiftung – che in seguito si è anche fatta generosamente carico dei costi di pubblicazione – non poté prendervi parte a causa dell’incidente stradale che purtroppo gli costò la vita. L’iniziativa giunse comunque in porto e fu dedicata anche alla sua memoria. Il curatore del libro, STEFAN WEINFURTER, nella premessa ricorda che già nella richiesta inoltrata dal Laudage a questa fondazione si evince con chiarezza la ragione principale che lo indusse a scegliere quale tema di massima proprio la « Päpstliche Herrschaft im Mittelalter », un tema scontato solo all’apparenza poiché in sede storiografica non si è ancora riusciti ad affrontare in modo esaustivo il complesso fenomeno rappresentato dal Papato medievale. Il volume si propone di indicare « nuove vie » e di imprimere « nuovi impulsi » per la comprensione della dominazione pontificia nell’età media (pp. 7-8), ricorrendo ad un approccio tripartito – modi di funzionamento (pp. 9-126), comunicazione e strategie (pp. 127-220), forme di rappresentazione e presenza (pp. 221-381) – che corrisponde ad altrettante sezioni che accolgono i contribuiti nel volume. (...) Riccardo dei visconti di Millau-Gévaudan, ammesso che non fosse già in carica durante il pontificato di Alessandro II, fu creato cardinale prete senza titolarità di alcuna chiesa – un « auswärtiges Kardinalat », secondo la definizione di Klaus Ganzer – al più tardi nel 1078 da Gregorio VII. Certo è che per volere di questo pontefice nel 1079 divenne abate di Saint-Victor di Marsiglia e contemporaneamente di S. Paolo fuori le Mura in Roma. Si realizzava così una unio tra le due istituzioni di vita religiosa che corrispondeva all’intento di dar vita ad una congregazione legata alla sede apostolica, guidata da S. Paolo, parallela a quella, già da tempo esistente, di Cluny. LUDWIG VONES dedica la sua attenzione a questa congregazione vittorina d’impronta “paolina”, la cui dotazione di privilegi romani nello stesso anno 1079 ricalcò non a caso la « große Privilegierung » ottenuta da Cluny nel 1075. (...) Con arguzia e puntualità sono ripercorse l’inarrestabile azione e la « intrigante Haltung » (p. 344) di Riccardo di Millau in qualità di abate di Saint-Victor e di legato papale nella penisola iberica. (...) il caso di Riccardo di Marsiglia e, nello stesso ambito geografico, quello dell’abate Frotardo di Saint-Pons de Thomières – pur dando per scontato che le intenzioni dei pontefici fossero mosse da intenti di riforma non subordinati ad interessi pratici – mostrano che la volontà dei legati poteva essere viziata da interessi particolari. Perciò, lo sforzo spesso intrapreso in sede storiografica per separare i poteri legatizi dalle altre cariche detenute dai singoli legati può talora, come avviene nel caso di Riccardo di Millau, inevitabilmente « ins Leere luafen » (p. 359). È il contributo di Heinz Finger a chiudere il volume, e non quello di Ludwig Vones. Di quest’ultimo si è preferito trattare in conclusione perché esso, almeno a parere di chi scrive, riveste una peculiare importanza per riflettere sulla « päpstliche Herrschaft » se non in misura più pregnante rispetto ad altri ottimi saggi – soprattutto quelli di H. Finger, J. Laudage, R. Große, M. Groten, M.-L. Heckmann, R. Schieffer, H. Vollrath, U. Vones-Liebenstein – quanto meno da un altro punto di vista, quello della problematica compresenza di intenti religiosi e velleità di dominio, che in sede storiografica meriterebbe forse un’attenzione ancora maggiore e che Ludwig Vones tratta in modo chiaro ed esplicito.

rec. a rec. a Päpstliche Herrschaft im Mittelalter. Funktionsweisen – Strategien – Dar-stellungsformen, Hrsg. von STEFAN WEIN-FURTER, Ostfildern, Jan Thorbecke Ver-lag, 2012, pp. 398, (Mittelalter-Forschungen, 38)

PACIOCCO, Roberto
2014-01-01

Abstract

Il volume contiene gli Atti di un convegno tenutosi nello Schloss Mickeln di Düsseldorf tra il 24 e il 25 aprile del 2008 per celebrare l’80° compleanno di Odilo Engels. Johannes Laudage, che ebbe l’idea di organizzare questo evento e ne propose la realizzazione alla Gerda Henkel Stiftung – che in seguito si è anche fatta generosamente carico dei costi di pubblicazione – non poté prendervi parte a causa dell’incidente stradale che purtroppo gli costò la vita. L’iniziativa giunse comunque in porto e fu dedicata anche alla sua memoria. Il curatore del libro, STEFAN WEINFURTER, nella premessa ricorda che già nella richiesta inoltrata dal Laudage a questa fondazione si evince con chiarezza la ragione principale che lo indusse a scegliere quale tema di massima proprio la « Päpstliche Herrschaft im Mittelalter », un tema scontato solo all’apparenza poiché in sede storiografica non si è ancora riusciti ad affrontare in modo esaustivo il complesso fenomeno rappresentato dal Papato medievale. Il volume si propone di indicare « nuove vie » e di imprimere « nuovi impulsi » per la comprensione della dominazione pontificia nell’età media (pp. 7-8), ricorrendo ad un approccio tripartito – modi di funzionamento (pp. 9-126), comunicazione e strategie (pp. 127-220), forme di rappresentazione e presenza (pp. 221-381) – che corrisponde ad altrettante sezioni che accolgono i contribuiti nel volume. (...) Riccardo dei visconti di Millau-Gévaudan, ammesso che non fosse già in carica durante il pontificato di Alessandro II, fu creato cardinale prete senza titolarità di alcuna chiesa – un « auswärtiges Kardinalat », secondo la definizione di Klaus Ganzer – al più tardi nel 1078 da Gregorio VII. Certo è che per volere di questo pontefice nel 1079 divenne abate di Saint-Victor di Marsiglia e contemporaneamente di S. Paolo fuori le Mura in Roma. Si realizzava così una unio tra le due istituzioni di vita religiosa che corrispondeva all’intento di dar vita ad una congregazione legata alla sede apostolica, guidata da S. Paolo, parallela a quella, già da tempo esistente, di Cluny. LUDWIG VONES dedica la sua attenzione a questa congregazione vittorina d’impronta “paolina”, la cui dotazione di privilegi romani nello stesso anno 1079 ricalcò non a caso la « große Privilegierung » ottenuta da Cluny nel 1075. (...) Con arguzia e puntualità sono ripercorse l’inarrestabile azione e la « intrigante Haltung » (p. 344) di Riccardo di Millau in qualità di abate di Saint-Victor e di legato papale nella penisola iberica. (...) il caso di Riccardo di Marsiglia e, nello stesso ambito geografico, quello dell’abate Frotardo di Saint-Pons de Thomières – pur dando per scontato che le intenzioni dei pontefici fossero mosse da intenti di riforma non subordinati ad interessi pratici – mostrano che la volontà dei legati poteva essere viziata da interessi particolari. Perciò, lo sforzo spesso intrapreso in sede storiografica per separare i poteri legatizi dalle altre cariche detenute dai singoli legati può talora, come avviene nel caso di Riccardo di Millau, inevitabilmente « ins Leere luafen » (p. 359). È il contributo di Heinz Finger a chiudere il volume, e non quello di Ludwig Vones. Di quest’ultimo si è preferito trattare in conclusione perché esso, almeno a parere di chi scrive, riveste una peculiare importanza per riflettere sulla « päpstliche Herrschaft » se non in misura più pregnante rispetto ad altri ottimi saggi – soprattutto quelli di H. Finger, J. Laudage, R. Große, M. Groten, M.-L. Heckmann, R. Schieffer, H. Vollrath, U. Vones-Liebenstein – quanto meno da un altro punto di vista, quello della problematica compresenza di intenti religiosi e velleità di dominio, che in sede storiografica meriterebbe forse un’attenzione ancora maggiore e che Ludwig Vones tratta in modo chiaro ed esplicito.
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