Argomento di questo intervento non è di tipo si-smotettonico o archeosismologico ma è inquadrabile come uno studio di antropologia territoriale in una zona altamente sismica. l'ipotesi è semplice: i templi dei culti chtoni sono stati collocati per una causa teo-fanica laddove la presenza della divinità tellurica meglio si è manifestata nella sua potenza. Una frattura cosi-smica, un laghetto da collasso (sinkhole), vulcanelli di fango e sabbia, una o più sorgenti dal carattere chimico speciale, un'emanazione gassosa potrebbe avere deter-minato la scelta e il mantenimento del culto. Secondo l'esoterismo i terremoti scaturiscono dal sesto strato della terra, la sfera della saggezza decaduta dove nascono passioni e desideri che interagendo con quelli umani provocano terremoti ed eruzioni vulcani-che. Allo stesso modo le divinità pagane e cristiane sin-cretizzano il loro carattere sovrumano, sia pure in maniera diversa, con i fenomeni naturali. Sebbene gli enciclopedisti romani avessero una visione più chiara ed oggettiva del terremoto e d'altri fenomeni endogeni e li interpretassero come risultato di combinazioni chi-miche di composti ed elementi solidi e volatili, l'idea di un motore divino resiste alle teorie Aristoteliche e di Anassagora. il cristianesimo segue un'altra via, recide sia il rap-porto con la madre terra sia quello "atomico" e prag-matista del pensiero greco e romano, è la colpa umana che determina lo scatenarsi delle forze della natura. d'altra parte, parole come castigo, flagello, mostro sot-terraneo, vengono subito a galla nella prosa giornalistica e anche tra gli scienziati solo una parte esigua è com-pletamente pragmatista ed atea. Ciò è un'evidente di-mostrazione del legame che l'uomo stabilisce tra sé, il metafisico e il naturale. Questo rende poi tanto difficile adottare misure di mitigazione del rischio sismico a lungo termine essendo la percezione del terremoto le-gata alla ricerca di una causa ed un effetto istantanei, più che sulla comprensione ed accettazione del feno-meno nel suo contesto naturale che ha tempi non umani. i terremoti poi non sono né buoni né cattivi, in Abruzzo si verificano grossomodo in tre fasce di de-crescente intensità e frequenza procedendo dalla zona interna alla costa (fig. 1). la metà dei comuni abruzzesi ha ricevuto almeno una scossa di 9-10 grado di intensità (disastrosa o molto disastrosa) e tutti più di una di 7 o 8 grado (fortissima o rovinosa) e sebbene natura non facit saltus, Comuni in i e ii categoria sembrano distribuiti secondo una geo-grafia più legata ad altri interessi che ai dati di perico-losità sismica. forse sarà bene cominciare dalla storia dei terremoti per predisporci a dare priorità alla mitigazione del rischio sismico piuttosto che ad altri fattori socio-economici. nell'antichità i fenomeni endogeni ed esogeni si so-vrapponevano, per esempio tuono, fulmine, terremoto, eruzione, tempesta, meteoriti. Ciò trova una base nella teoria aristotelica del soffio che in forma degradata si è conservata nella credenza popolare che i terremoti siano influenzati da condizioni e fenomeni meteorolo-gici così come dalla presenza di vuoti sotterranei o che terreni "soffici" attutiscano le onde sismiche (niente di più sbagliato). Il Dio dimora sulla faglia The God abides on the fault

Il Dio dimora sulla faglia

STOPPA, Francesco
2014-01-01

Abstract

Argomento di questo intervento non è di tipo si-smotettonico o archeosismologico ma è inquadrabile come uno studio di antropologia territoriale in una zona altamente sismica. l'ipotesi è semplice: i templi dei culti chtoni sono stati collocati per una causa teo-fanica laddove la presenza della divinità tellurica meglio si è manifestata nella sua potenza. Una frattura cosi-smica, un laghetto da collasso (sinkhole), vulcanelli di fango e sabbia, una o più sorgenti dal carattere chimico speciale, un'emanazione gassosa potrebbe avere deter-minato la scelta e il mantenimento del culto. Secondo l'esoterismo i terremoti scaturiscono dal sesto strato della terra, la sfera della saggezza decaduta dove nascono passioni e desideri che interagendo con quelli umani provocano terremoti ed eruzioni vulcani-che. Allo stesso modo le divinità pagane e cristiane sin-cretizzano il loro carattere sovrumano, sia pure in maniera diversa, con i fenomeni naturali. Sebbene gli enciclopedisti romani avessero una visione più chiara ed oggettiva del terremoto e d'altri fenomeni endogeni e li interpretassero come risultato di combinazioni chi-miche di composti ed elementi solidi e volatili, l'idea di un motore divino resiste alle teorie Aristoteliche e di Anassagora. il cristianesimo segue un'altra via, recide sia il rap-porto con la madre terra sia quello "atomico" e prag-matista del pensiero greco e romano, è la colpa umana che determina lo scatenarsi delle forze della natura. d'altra parte, parole come castigo, flagello, mostro sot-terraneo, vengono subito a galla nella prosa giornalistica e anche tra gli scienziati solo una parte esigua è com-pletamente pragmatista ed atea. Ciò è un'evidente di-mostrazione del legame che l'uomo stabilisce tra sé, il metafisico e il naturale. Questo rende poi tanto difficile adottare misure di mitigazione del rischio sismico a lungo termine essendo la percezione del terremoto le-gata alla ricerca di una causa ed un effetto istantanei, più che sulla comprensione ed accettazione del feno-meno nel suo contesto naturale che ha tempi non umani. i terremoti poi non sono né buoni né cattivi, in Abruzzo si verificano grossomodo in tre fasce di de-crescente intensità e frequenza procedendo dalla zona interna alla costa (fig. 1). la metà dei comuni abruzzesi ha ricevuto almeno una scossa di 9-10 grado di intensità (disastrosa o molto disastrosa) e tutti più di una di 7 o 8 grado (fortissima o rovinosa) e sebbene natura non facit saltus, Comuni in i e ii categoria sembrano distribuiti secondo una geo-grafia più legata ad altri interessi che ai dati di perico-losità sismica. forse sarà bene cominciare dalla storia dei terremoti per predisporci a dare priorità alla mitigazione del rischio sismico piuttosto che ad altri fattori socio-economici. nell'antichità i fenomeni endogeni ed esogeni si so-vrapponevano, per esempio tuono, fulmine, terremoto, eruzione, tempesta, meteoriti. Ciò trova una base nella teoria aristotelica del soffio che in forma degradata si è conservata nella credenza popolare che i terremoti siano influenzati da condizioni e fenomeni meteorolo-gici così come dalla presenza di vuoti sotterranei o che terreni "soffici" attutiscano le onde sismiche (niente di più sbagliato). Il Dio dimora sulla faglia The God abides on the fault
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/600915
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