Gli effetti della nascita pretermine sullo sviluppo del bambino sono strettamente legati, oltre che ad aspetti biologico-maturazionali, alla qualità delle prime interazioni con i genitori, in particolare con la madre (Korja et al., 2008). La precoce separazione dal bambino e le preoccupazioni per la sua sopravvivenza costituiscono fattori che influiscono marcatamente sulla costruzione del primo legame genitore-figlio e sull’assunzione delle funzioni materne (Shaw et al., 2009). Lo studio che qui presentiamo, di tipo prospettico, mira ad esplorare l’impatto che la prematurità può avere sulla costruzione della relazione madre-bambino. Attraverso l’analisi della Clinical Interview for Parents of High-Risk Infants (Meyer et al., 1993), è stato possibile indagare l’esperienza di 50 madri, nei momenti successivi al parto, durante la permanenza in Terapia Intensiva Neonatale. Un confronto con i livelli di ansia e depressione - rilevati con le due scale dello State Trait Anxiety Inventory (Spielberger et al., 1970) e con l’Edinburgh Postnatal Depression Scale (Cox et al., 1987) – ha messo in luce correlazioni significative con i fattori della CLIP relativi alla percezione materna del bambino e all’esperienza della maternità. In linea con gli studi presenti in letteratura (Padovani et al., 2004, 2011), i risultati hanno evidenziato che, anche nel nostro campione, le madri riportano livelli significativamente più alti sia di depressione sia di ansia rispetto a madri di bambini nati a termine. L’ospedalizzazione rappresenta un momento particolarmente delicato per la madre che non si sente pronta al ruolo genitoriale né “parte attiva” nella cura del bambino (Montirosso et al., 2012), aspetti che oltre ad aumentare significativamente il rischio di una sintomatologia depressiva e/o ansiosa, innescano in lei ulteriori difese che possono influire sul suo stato emotivo e sulla sua capacità di relazionarsi con il bambino, con conseguenze sul suo sviluppo.

La nascita della relazione madre-bambino prematuro

TRUMELLO, CARMEN;CANDELORI, CARLA;BABORE, ALESSANDRA;MARINO, VALENTINA
2012-01-01

Abstract

Gli effetti della nascita pretermine sullo sviluppo del bambino sono strettamente legati, oltre che ad aspetti biologico-maturazionali, alla qualità delle prime interazioni con i genitori, in particolare con la madre (Korja et al., 2008). La precoce separazione dal bambino e le preoccupazioni per la sua sopravvivenza costituiscono fattori che influiscono marcatamente sulla costruzione del primo legame genitore-figlio e sull’assunzione delle funzioni materne (Shaw et al., 2009). Lo studio che qui presentiamo, di tipo prospettico, mira ad esplorare l’impatto che la prematurità può avere sulla costruzione della relazione madre-bambino. Attraverso l’analisi della Clinical Interview for Parents of High-Risk Infants (Meyer et al., 1993), è stato possibile indagare l’esperienza di 50 madri, nei momenti successivi al parto, durante la permanenza in Terapia Intensiva Neonatale. Un confronto con i livelli di ansia e depressione - rilevati con le due scale dello State Trait Anxiety Inventory (Spielberger et al., 1970) e con l’Edinburgh Postnatal Depression Scale (Cox et al., 1987) – ha messo in luce correlazioni significative con i fattori della CLIP relativi alla percezione materna del bambino e all’esperienza della maternità. In linea con gli studi presenti in letteratura (Padovani et al., 2004, 2011), i risultati hanno evidenziato che, anche nel nostro campione, le madri riportano livelli significativamente più alti sia di depressione sia di ansia rispetto a madri di bambini nati a termine. L’ospedalizzazione rappresenta un momento particolarmente delicato per la madre che non si sente pronta al ruolo genitoriale né “parte attiva” nella cura del bambino (Montirosso et al., 2012), aspetti che oltre ad aumentare significativamente il rischio di una sintomatologia depressiva e/o ansiosa, innescano in lei ulteriori difese che possono influire sul suo stato emotivo e sulla sua capacità di relazionarsi con il bambino, con conseguenze sul suo sviluppo.
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