Diversi autori (Siegel, 1982; Goldberg et al., 1991) hanno rilevato come gli esiti evolutivi dei nati pretermine non dipendano solo da fattori di rischio biologici, ma anche dalla capacità dell’ambiente di reagire e adattarsi alla nascita prematura. È stato inoltre sottolineato come il ricovero del neonato nell’Unità di Terapia Intensiva possa produrre un profondo sconvolgimento emotivo non solo nella coppia madre-bambino ma anche nel padre (Negri, 1994). Il nostro progetto (tuttora in corso) si è posto l’obiettivo di analizzare sia le componenti affettive della coppia genitoriale sia lo sviluppo psicoemotivo del bambino, a partire dalla nascita fino al secondo anno di vita, attraverso la somministrazione di alcuni strumenti, prima presso il reparto di Terapia Intensiva Neonatale e poi a casa, nei mesi successivi. In riferimento al periodo di ricovero ospedaliero sono stati utilizzati: l'osservazione, un questionario socioanamnestico, la EPDS (Edinburgh Postnatal Depression Scale; Cox et al., 1987), la STAI (State Trait Anxiety Inventory; Spielberger et al., 1970) e la CLIP (Clinical Interview for Parents of Hight-Risk Infants; Meyer, Zeanah et al, 1993). Nel nostro lavoro illustreremo il quadro generale della ricerca, dando particolare rilievo alla presentazione della versione italiana (da noi curata) della CLIP, che esplora l'adattamento genitoriale alla nascita di bambini ad elevato rischio. Attraverso questo strumento, che ha guidato il nostro primo colloquio con i genitori (al momento 20 coppie), è stato possibile prendere in esame alcune aree (infant centered e parent centered) riguardanti diversi aspetti della gravidanza, del parto, della relazione con il bambino, della permanenza in ospedale, delle relazioni familiari, delle prospettive post-dimissioni, constatando il posto di rilievo che vengono ad assumere le preoccupazioni per le proprie capacità genitoriali e le incertezze per lo sviluppo futuro del bambino.

Il primo incontro con i genitori all'interno di un reparto di terapia intensiva neonatale

CANDELORI, CARLA;TRUMELLO, CARMEN;BABORE, ALESSANDRA
2012-01-01

Abstract

Diversi autori (Siegel, 1982; Goldberg et al., 1991) hanno rilevato come gli esiti evolutivi dei nati pretermine non dipendano solo da fattori di rischio biologici, ma anche dalla capacità dell’ambiente di reagire e adattarsi alla nascita prematura. È stato inoltre sottolineato come il ricovero del neonato nell’Unità di Terapia Intensiva possa produrre un profondo sconvolgimento emotivo non solo nella coppia madre-bambino ma anche nel padre (Negri, 1994). Il nostro progetto (tuttora in corso) si è posto l’obiettivo di analizzare sia le componenti affettive della coppia genitoriale sia lo sviluppo psicoemotivo del bambino, a partire dalla nascita fino al secondo anno di vita, attraverso la somministrazione di alcuni strumenti, prima presso il reparto di Terapia Intensiva Neonatale e poi a casa, nei mesi successivi. In riferimento al periodo di ricovero ospedaliero sono stati utilizzati: l'osservazione, un questionario socioanamnestico, la EPDS (Edinburgh Postnatal Depression Scale; Cox et al., 1987), la STAI (State Trait Anxiety Inventory; Spielberger et al., 1970) e la CLIP (Clinical Interview for Parents of Hight-Risk Infants; Meyer, Zeanah et al, 1993). Nel nostro lavoro illustreremo il quadro generale della ricerca, dando particolare rilievo alla presentazione della versione italiana (da noi curata) della CLIP, che esplora l'adattamento genitoriale alla nascita di bambini ad elevato rischio. Attraverso questo strumento, che ha guidato il nostro primo colloquio con i genitori (al momento 20 coppie), è stato possibile prendere in esame alcune aree (infant centered e parent centered) riguardanti diversi aspetti della gravidanza, del parto, della relazione con il bambino, della permanenza in ospedale, delle relazioni familiari, delle prospettive post-dimissioni, constatando il posto di rilievo che vengono ad assumere le preoccupazioni per le proprie capacità genitoriali e le incertezze per lo sviluppo futuro del bambino.
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