Il contributo presenta uno studio inerente la riabilitazione del patrimonio edilizio dell’housing sociale del secondo dopoguerra, che oggi è parte integrante del tessuto edilizio delle nostre città. Le mutate esigenze funzionali e la modifica dei parametri di rischio sismico, intervenuta in molte regioni negli ultimi decenni, portano ad una diffusa richiesta di adeguamento funzionale e miglioramento sismico, da ricercare attraverso proposte di riqualificazione sostenibile. Il lavoro, sviluppato attraverso l’applicazione ad un caso di studio (l’insediamento A.T.E.R. di Preturo presso L’Aquila, Italia), si fonda sul riconoscimento della corrispondenza tra gli stati di degrado e dissesto e le possibilità di trasformazione dell’esistente. In altre parole, le condizioni di “guasto” che rendono impossibile l’uso del costruito e la sua conservazione, sembrano legittimare nuove opere di trasformazione. Nello specifico, si tratta di edifici ad ossatura in cemento armato privi, in parte o del tutto, di partizioni orizzontali e verticali e con danni consistenti nelle chiusure verticali, a seguito del forte sisma del 2009. La proposta prevede opere di rinforzo e controventamento dello scheletro portante compatibili con l’introduzione di sistemi flessibili di chiusura e partizione finalizzati anche ad un’innovazione dell’offerta abitativa. Le esigenze di sicurezza e fruibilità vengono analizzate per proporre un progetto in cui le soluzioni flessibili si rivelano compatibili ed integrate con le tecniche di rinforzo strutturale.
Sistemi flessibili e reversibili per la riabilitazione dell’housing sociale degli anni ’50 – ’70 del XX secolo
FORLANI, Maria Cristina;VISKOVIC, Alberto;RADOGNA, DONATELLA
2014-01-01
Abstract
Il contributo presenta uno studio inerente la riabilitazione del patrimonio edilizio dell’housing sociale del secondo dopoguerra, che oggi è parte integrante del tessuto edilizio delle nostre città. Le mutate esigenze funzionali e la modifica dei parametri di rischio sismico, intervenuta in molte regioni negli ultimi decenni, portano ad una diffusa richiesta di adeguamento funzionale e miglioramento sismico, da ricercare attraverso proposte di riqualificazione sostenibile. Il lavoro, sviluppato attraverso l’applicazione ad un caso di studio (l’insediamento A.T.E.R. di Preturo presso L’Aquila, Italia), si fonda sul riconoscimento della corrispondenza tra gli stati di degrado e dissesto e le possibilità di trasformazione dell’esistente. In altre parole, le condizioni di “guasto” che rendono impossibile l’uso del costruito e la sua conservazione, sembrano legittimare nuove opere di trasformazione. Nello specifico, si tratta di edifici ad ossatura in cemento armato privi, in parte o del tutto, di partizioni orizzontali e verticali e con danni consistenti nelle chiusure verticali, a seguito del forte sisma del 2009. La proposta prevede opere di rinforzo e controventamento dello scheletro portante compatibili con l’introduzione di sistemi flessibili di chiusura e partizione finalizzati anche ad un’innovazione dell’offerta abitativa. Le esigenze di sicurezza e fruibilità vengono analizzate per proporre un progetto in cui le soluzioni flessibili si rivelano compatibili ed integrate con le tecniche di rinforzo strutturale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.