L’analisi di un edificio storico, nei suoi diversi aspetti, è un processo di studio piuttosto frequente in ambito accademico, finalizzato alla conoscenza di specifici caratteri che investono anche il contesto ambientale. Da un mio studio su un gruppo di disegni di progetto, realizzati tra il 1920 e il 1934 da due professionisti italiani per intervenire sulla casa natale di Gabriele d’Annunzio, è emergersa la necessità di rendere divulgativa tale conoscenza, data la notorietà del proprietario. Il disegno d’archivio, nella maggior parte dei casi, è un documento costituito da un elaborato tecnico, talvolta accompagnato da rappresentazioni prospettiche di tipo illustrativo. L’elaborato tecnico, di cui è nota la funzione prescittiva finalizzata alla costruzione, è destinato agli addetti ai lavori, mentre la forma illustrativa è orientata alla persuasione del committente in modo diretto. Studiare i disegni d’archivio significa ripercorrere l’iter ideativo e conseguentemente ‘tradurre’ una serie di segni e di codici in un altro tipo di figurazione maggiormente esplicativa e comprensibile. Oggi, quest’ultima, si rende necessaria per poter comunicare in modo ampio un certo tipo di studio nonché il soggetto, e quindi si attua una forma di interpretazione che ne consente la sua trasfigurazione. Nel nostro caso di studio si è trattato di interrelare più disegni (piante, prospetti e sezioni) per ottenere, attraverso l’elaborazione digitale in 3D, un nuovo prodotto visivo. Il lessico alternativo, alquanto immediato ed esaustivo, nonchè fruibile dalla maggior parte del pubblico, risulta affascinante e di un certo interesse, soprattutto quando si tratta di un soggetto non più esistente o di cui si ha un progetto mai realizzato. L’esecuzione di un modello 3D renderizzato, casomai ispezionabile e percorribile, offre certamente una maggiore ricezione e trasmissione di dati di un disegno bidimensionale e per giunta tecnico.

Tradurre: dal disegno d'archivio alla rappresentazione 3D. Il caso studio della casa natale di Gabriele d'Annunzio a Pescara.

TUNZI, Pasquale
2016-01-01

Abstract

L’analisi di un edificio storico, nei suoi diversi aspetti, è un processo di studio piuttosto frequente in ambito accademico, finalizzato alla conoscenza di specifici caratteri che investono anche il contesto ambientale. Da un mio studio su un gruppo di disegni di progetto, realizzati tra il 1920 e il 1934 da due professionisti italiani per intervenire sulla casa natale di Gabriele d’Annunzio, è emergersa la necessità di rendere divulgativa tale conoscenza, data la notorietà del proprietario. Il disegno d’archivio, nella maggior parte dei casi, è un documento costituito da un elaborato tecnico, talvolta accompagnato da rappresentazioni prospettiche di tipo illustrativo. L’elaborato tecnico, di cui è nota la funzione prescittiva finalizzata alla costruzione, è destinato agli addetti ai lavori, mentre la forma illustrativa è orientata alla persuasione del committente in modo diretto. Studiare i disegni d’archivio significa ripercorrere l’iter ideativo e conseguentemente ‘tradurre’ una serie di segni e di codici in un altro tipo di figurazione maggiormente esplicativa e comprensibile. Oggi, quest’ultima, si rende necessaria per poter comunicare in modo ampio un certo tipo di studio nonché il soggetto, e quindi si attua una forma di interpretazione che ne consente la sua trasfigurazione. Nel nostro caso di studio si è trattato di interrelare più disegni (piante, prospetti e sezioni) per ottenere, attraverso l’elaborazione digitale in 3D, un nuovo prodotto visivo. Il lessico alternativo, alquanto immediato ed esaustivo, nonchè fruibile dalla maggior parte del pubblico, risulta affascinante e di un certo interesse, soprattutto quando si tratta di un soggetto non più esistente o di cui si ha un progetto mai realizzato. L’esecuzione di un modello 3D renderizzato, casomai ispezionabile e percorribile, offre certamente una maggiore ricezione e trasmissione di dati di un disegno bidimensionale e per giunta tecnico.
2016
Arquitecura y Urbanismo, 71
978-84-88754-41-7
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