Intervenire in modo ambientalmente corretto in un qualsiasi territorio o intorno ambientale delicato e complesso come una gravina, sembra essere una operazione ambiziosa o quasi impossibile.Stabilire con una qualche certezza scientifica validata, quali tecnologie, quali modificazioni, quanta nuova materia emozionale è compatibile con il nostro territorio, è un esercizio di presunzione abbastanza azzardato. Ma restare immobili a contemplare contesti naturali che inesorabilmente si degradano per l’inevitabile avvicendarsi di eventi modificatori, fermi in nome di una difesa a oltranza dello stato immutabile dei luoghi, è operazione altrettanto miope e dannosa. Bisogna avere il coraggio di dialogare da architetti con la natura e con l’ambiente e proporre eventi, potenti modificazioni temporanee, cercando di intervenire cioè con architetture e tecnologie flessibili e fugaci, in sintonia con le forze che regolano le stagioni e il trascorrere del tempo. Le gravine traspirano l’infinito, essendo il risultato di erosioni prodotte nei millenni e propongono un microcosmo senza tempo, in una continua micro e macro evoluzione. Il quaderno, curato da Filippo Angelucci, riassume il dibattito interdisciplinare emerso nel corso dello sviluppo di una tesi di laurea sperimentale condotta sulle aree estrattive dismesse nelle gravina del Fullonese di Grottaglie.
Riqualificazione ambientale e sistemi sperimentali per le gravine di Grottaglie
ANGELUCCI, Filippo
2000-01-01
Abstract
Intervenire in modo ambientalmente corretto in un qualsiasi territorio o intorno ambientale delicato e complesso come una gravina, sembra essere una operazione ambiziosa o quasi impossibile.Stabilire con una qualche certezza scientifica validata, quali tecnologie, quali modificazioni, quanta nuova materia emozionale è compatibile con il nostro territorio, è un esercizio di presunzione abbastanza azzardato. Ma restare immobili a contemplare contesti naturali che inesorabilmente si degradano per l’inevitabile avvicendarsi di eventi modificatori, fermi in nome di una difesa a oltranza dello stato immutabile dei luoghi, è operazione altrettanto miope e dannosa. Bisogna avere il coraggio di dialogare da architetti con la natura e con l’ambiente e proporre eventi, potenti modificazioni temporanee, cercando di intervenire cioè con architetture e tecnologie flessibili e fugaci, in sintonia con le forze che regolano le stagioni e il trascorrere del tempo. Le gravine traspirano l’infinito, essendo il risultato di erosioni prodotte nei millenni e propongono un microcosmo senza tempo, in una continua micro e macro evoluzione. Il quaderno, curato da Filippo Angelucci, riassume il dibattito interdisciplinare emerso nel corso dello sviluppo di una tesi di laurea sperimentale condotta sulle aree estrattive dismesse nelle gravina del Fullonese di Grottaglie.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.