Il paper è frutto di un'indagine qualitativa, svolta nel territorio della Provincia di Chieti, nella primavera del 2015, attraverso la realizzazione di interviste e focus group con gli operatori dei servizi per migranti e più in generale dei servizi sociali, i coordinatori degli Enti di Ambito Sociale e gli amministratori dei principali Comuni della provincia. L’indagine è stata realizzata nell’ambito del Progetto “Partner –Partnership Reinforcement Network” finanziato con Fondi FEI e coordinato dalla Prefettura UTG di Chieti (2014/2015). L’obiettivo principale del progetto Partner era l’ampliamento e il potenziamento delle reti di governance e di coordinamento nel territorio della provincia di Chieti per qualificare i servizi pubblici dedicati ai migranti, per cui il presupposto era quello di tornare a dare centralità a questa fetta di popolazione, con l’intento di ridefinire i confini e le competenze territoriali. Il progetto Partner è stato svolto contemporaneamente alla redazione del nuovo Piano Sociale Regionale. Il progetto Partner ha avuto anche una funzione di bottom-up, perché gli attori coinvolti hanno svolto un’azione di portavoce delle istanze di chi è in prima linea nella gestione dei problemi degli immigrati, dato che la precedente giunta regionale aveva tolto l’Area Immigrati dal precedente Piano di Zona 2011/2013 (e proroga). Le istanze sono state presentate all’inizio della primavera del 2016 all’attuale assessore regionale ai servizi sociali, durante la redazione del Piano Sociale Regionale in funzione di una ridefinizione dei servizi sociali per immigrati. La mancata erogazione agli enti di finanziamenti della L.R n. 46/2004, inoltre, hanno prodotto una situazione fortemente critica. L’inserimento delle azioni e dei servizi per l’integrazione degli immigrati nei piani di zona ha assunto carattere “opzionale” rimandando tale scelta alla discrezionalità del singolo Comune o Eas. In molti Comuni sono stati chiusi gli “sportelli di assistenza agli immigrati” e nei pochi che li hanno mantenuti vi è stata una forte riduzione di ore.

QUALIFICARE I SERVIZI SOCIALI IN ABRUZZO: TRA ISTANZE INDIVIDUALI DEI MIGRANTI E NECESSITÀ COLLETTIVE

LANNUTTI, VITTORIO
2016-01-01

Abstract

Il paper è frutto di un'indagine qualitativa, svolta nel territorio della Provincia di Chieti, nella primavera del 2015, attraverso la realizzazione di interviste e focus group con gli operatori dei servizi per migranti e più in generale dei servizi sociali, i coordinatori degli Enti di Ambito Sociale e gli amministratori dei principali Comuni della provincia. L’indagine è stata realizzata nell’ambito del Progetto “Partner –Partnership Reinforcement Network” finanziato con Fondi FEI e coordinato dalla Prefettura UTG di Chieti (2014/2015). L’obiettivo principale del progetto Partner era l’ampliamento e il potenziamento delle reti di governance e di coordinamento nel territorio della provincia di Chieti per qualificare i servizi pubblici dedicati ai migranti, per cui il presupposto era quello di tornare a dare centralità a questa fetta di popolazione, con l’intento di ridefinire i confini e le competenze territoriali. Il progetto Partner è stato svolto contemporaneamente alla redazione del nuovo Piano Sociale Regionale. Il progetto Partner ha avuto anche una funzione di bottom-up, perché gli attori coinvolti hanno svolto un’azione di portavoce delle istanze di chi è in prima linea nella gestione dei problemi degli immigrati, dato che la precedente giunta regionale aveva tolto l’Area Immigrati dal precedente Piano di Zona 2011/2013 (e proroga). Le istanze sono state presentate all’inizio della primavera del 2016 all’attuale assessore regionale ai servizi sociali, durante la redazione del Piano Sociale Regionale in funzione di una ridefinizione dei servizi sociali per immigrati. La mancata erogazione agli enti di finanziamenti della L.R n. 46/2004, inoltre, hanno prodotto una situazione fortemente critica. L’inserimento delle azioni e dei servizi per l’integrazione degli immigrati nei piani di zona ha assunto carattere “opzionale” rimandando tale scelta alla discrezionalità del singolo Comune o Eas. In molti Comuni sono stati chiusi gli “sportelli di assistenza agli immigrati” e nei pochi che li hanno mantenuti vi è stata una forte riduzione di ore.
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