Il saggio ha ad oggetto il ruolo della “nuova finanza” nella riorganizzazione delle imprese in crisi. I decreti legge n. 78 del 2010, n. 83 del 2012 e n. 83 del 2015 (tutti convertiti in legge) hanno introdotto e affinato tre regole nella legge fallimentare al fine di facilitare l’ottenimento del credito da parte delle imprese in crisi. Queste regole, che riconoscono, a determinate condizioni, la prededucibilità in caso di successivo fallimento, dei crediti relativi al finanziamento concesso alle imprese in crisi, sono finalizzate ad incentivare chi vuole concedere “nuova finanza” a queste ultime in vista del superamento della crisi. L’obiettivo è così importante per il legislatore che le norme consentono, di fatto, la discriminazione dei creditori dell’impresa sulla base di una valutazione del giudice circa la ricorrenza delle condizioni richieste dalla legge nei casi specifici. Il tradizionale principio della par condicio creditorum viene in tal modo ancora più ridimensionato. Tuttavia, il significato specifico delle suddette regole e la loro emanazione nel contesto di una legislazione delle imprese in crisi “in era di crisi” inducono a confinare le forme di credito alle quali esse si riferiscono e a rifuggire da interpretazioni estensive.
I finanziamenti alle imprese in regime di (pre)concordato dopo la legge n. 132/2015
ACCETTELLA, Francesco
2016-01-01
Abstract
Il saggio ha ad oggetto il ruolo della “nuova finanza” nella riorganizzazione delle imprese in crisi. I decreti legge n. 78 del 2010, n. 83 del 2012 e n. 83 del 2015 (tutti convertiti in legge) hanno introdotto e affinato tre regole nella legge fallimentare al fine di facilitare l’ottenimento del credito da parte delle imprese in crisi. Queste regole, che riconoscono, a determinate condizioni, la prededucibilità in caso di successivo fallimento, dei crediti relativi al finanziamento concesso alle imprese in crisi, sono finalizzate ad incentivare chi vuole concedere “nuova finanza” a queste ultime in vista del superamento della crisi. L’obiettivo è così importante per il legislatore che le norme consentono, di fatto, la discriminazione dei creditori dell’impresa sulla base di una valutazione del giudice circa la ricorrenza delle condizioni richieste dalla legge nei casi specifici. Il tradizionale principio della par condicio creditorum viene in tal modo ancora più ridimensionato. Tuttavia, il significato specifico delle suddette regole e la loro emanazione nel contesto di una legislazione delle imprese in crisi “in era di crisi” inducono a confinare le forme di credito alle quali esse si riferiscono e a rifuggire da interpretazioni estensive.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.