Il contributo è dedicato ad otto chartulae – di cui si offre l’edizione – degli anni 1019-1065, relative ad alcuni monasteri dell’Abruzzo adriatico : S. Martino di Paglieta, Ss. Giovanni, Nazario e Celso di Archiano, S. Stefano in Lucana, S. Salvo e S. Clemente di Lastiniano. Quattro di esse sono conservate nell’Archivio di S. Leucio ad Atessa, mentre altre quattro a Parigi, BNF, rilegate nel ms. lat. 9255. Nell’introduzione si ripercorre la storia archivistica delle carte parigine, individuando nel monastero cistercense dei SS. Vito e Salvo al Trigno il luogo in cui furono raccolte, prima del trasferimento oltralpe. L’analisi del contenuto consente di evidenziare l’interesse strategico attribuito dai conti di Chieti – in particolare di Landolfo e Trasmondo V – all’area atessana, fino all’XI secolo dominata dalla presenza farfense. Dallo studio delle caratteristiche paleografiche e diplomatistiche si evincono numerosi elementi formali comuni al piccolo corpus e, attraverso il confronto con la documentazione della regione, si tenta di tracciare un primo, provvisorio profilo del notariato locale.

Monasteri dell'Abruzzo adriatico: un dossier documentario (1019-1065)

TEDESCHI, Carlo
2016-01-01

Abstract

Il contributo è dedicato ad otto chartulae – di cui si offre l’edizione – degli anni 1019-1065, relative ad alcuni monasteri dell’Abruzzo adriatico : S. Martino di Paglieta, Ss. Giovanni, Nazario e Celso di Archiano, S. Stefano in Lucana, S. Salvo e S. Clemente di Lastiniano. Quattro di esse sono conservate nell’Archivio di S. Leucio ad Atessa, mentre altre quattro a Parigi, BNF, rilegate nel ms. lat. 9255. Nell’introduzione si ripercorre la storia archivistica delle carte parigine, individuando nel monastero cistercense dei SS. Vito e Salvo al Trigno il luogo in cui furono raccolte, prima del trasferimento oltralpe. L’analisi del contenuto consente di evidenziare l’interesse strategico attribuito dai conti di Chieti – in particolare di Landolfo e Trasmondo V – all’area atessana, fino all’XI secolo dominata dalla presenza farfense. Dallo studio delle caratteristiche paleografiche e diplomatistiche si evincono numerosi elementi formali comuni al piccolo corpus e, attraverso il confronto con la documentazione della regione, si tenta di tracciare un primo, provvisorio profilo del notariato locale.
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