Il tema delle lacune non riveste un carattere esclusivamente formale, pertanto la salvaguardia delle aree agricole è necessaria se si vogliono mantenere vitali e significativi i centri storici minori. Sulla scorta di recenti disposizioni legislative, si sostiene la necessità e l'opportunità di giungere a forme di recupero del territorio basate sul rafforzamento dell'agricoltura e nel solco tracciato dalla Convenzione europea del paesaggio del 2000. Fino ad un recente passato, in una regione come l'Abruzzo, non sempre le politiche si sono mostrate realmente produttive: più importante lavorare sulla complementarietà tra centri abitati, concependo così l'intero territorio nella sua continuità. Questo contributo tenta di inquadrare il ruolo svolto da produzione agricola e paesaggio agrario, lacune e risarcimenti, in relazione al tema delle aree interne posizionando l'esposizione del caso virtuoso dell'area ortonese alla luce del dibattito istituzionale e degli orientamenti relativi al destino di territori marginali (storici). Da una parte si interroga su possibili modelli di funzionamento in rete attivabili mediante politiche infrastrutturali, di recupero edilizio, di tutela ambientale e di sostegno alle varie forme di agricoltura e all’industria di trasformazione alla luce della programmazione in atto e con riferimento a uno spaccato significativo del territorio abruzzese; dall'altra, l'interpretazione dell'area ortonese, svolta prediligendo alcuni passaggi storici apprezzabili, ha l'obiettivo di dare rilievo alla capacità del sistema locale di stabilire "relazioni virtuose" con i cambiamenti storici e le politiche pubbliche nel segno della continuità e della frattura nel processo di modernizzazione.

Le lacune del paesaggio: il ruolo delle aree agricole

ARISTONE, Ottavia
2017-01-01

Abstract

Il tema delle lacune non riveste un carattere esclusivamente formale, pertanto la salvaguardia delle aree agricole è necessaria se si vogliono mantenere vitali e significativi i centri storici minori. Sulla scorta di recenti disposizioni legislative, si sostiene la necessità e l'opportunità di giungere a forme di recupero del territorio basate sul rafforzamento dell'agricoltura e nel solco tracciato dalla Convenzione europea del paesaggio del 2000. Fino ad un recente passato, in una regione come l'Abruzzo, non sempre le politiche si sono mostrate realmente produttive: più importante lavorare sulla complementarietà tra centri abitati, concependo così l'intero territorio nella sua continuità. Questo contributo tenta di inquadrare il ruolo svolto da produzione agricola e paesaggio agrario, lacune e risarcimenti, in relazione al tema delle aree interne posizionando l'esposizione del caso virtuoso dell'area ortonese alla luce del dibattito istituzionale e degli orientamenti relativi al destino di territori marginali (storici). Da una parte si interroga su possibili modelli di funzionamento in rete attivabili mediante politiche infrastrutturali, di recupero edilizio, di tutela ambientale e di sostegno alle varie forme di agricoltura e all’industria di trasformazione alla luce della programmazione in atto e con riferimento a uno spaccato significativo del territorio abruzzese; dall'altra, l'interpretazione dell'area ortonese, svolta prediligendo alcuni passaggi storici apprezzabili, ha l'obiettivo di dare rilievo alla capacità del sistema locale di stabilire "relazioni virtuose" con i cambiamenti storici e le politiche pubbliche nel segno della continuità e della frattura nel processo di modernizzazione.
2017
978-88-99618-38-4
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