Il libro di Allen – architetto, docente all’Università dell’Oregon, a Yale e al MIT –, a metà fra il trattato e il manuale (come rileva Purini), ha una struttura semplice e chiara: la prima sezione è composta da 3 capitoli che delineano “il contesto ambientale” nel quale gli edifici si inseriscono; la seconda sezione è composta da 19 capitoli (arricchiti da un glossario) nei quali sono rappresentate le principali caratteristiche tecniche che consentono di capire “come funzionano gli edifici”. Nonostante la vastità e la complessità dei temi trattati, la narrazione risulta convincente, anche grazie ai tanti disegni (a mano libera e in bianco e nero) che, come un racconto parallelo, rappresentano il testo. Nell’era della “modernità liquida” e del BIM, la nuova edizione del solido manuale illustrato di Allen (pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1980, in Italia nel 1983, considerato un classico del genere) potrebbe porre delle questioni inerenti la sua attualità, soprattutto rispetto al ruolo pedagogico-culturale che tale opera (sia pur rivista e aggiornata) può svolgere oggi nella didattica dell’arte del costruire, nelle scuole di architettura e ingegneria. La prefazione di Franco Purini e la postfazione di Livio Sacchi aiutano il lettore a storicizzare la ricerca di Allen, proponendo inoltre delle interessanti attualizzazioni tematiche sul ruolo di questo manuale oggi. Purini (Un libro per il futuro) ricorda che il libro teorizza, citando la prefazione di Allen alla prima edizione, che «l’architettura ha un suo ordine naturale, un ordine non condizionato da epoche, luoghi o stili; più durevole degli ordini dorico e ionico degli antichi Greci». Sviluppando questo pensiero, Purini evidenzia l’esistenza nel costruire di una serie di fattori che non dipendono dal momento in cui un’opera architettonica è stata pensata e realizzata, ma si pongono come aspetti ad essa consustanziali, configurandosi come invarianti funzionali e strutturali. Purini descrive poi la stagione nella quale il libro è stato concepito (seconda metà degli anni ’70), ricordando che la tendenza dominante nel dibattito architettonico era il Postmodernismo, poi affermatosi a livello mondiale nei primi anni ’80, all’uscita della prima edizione. Dopo una attenta analisi della cultura architettonica nordamericana del periodo, Purini elabora delle interessanti interpretazioni sul ruolo svolto dalla ricerca di Allen, contestualizzandola anche nella cultura architettonica italiana. Livio Sacchi nella postfazione (Progetto, costruzione e funzionamento degli edifici) rappresenta la ricerca di Allen nel contesto del dibattito contemporaneo aperto dalle nuove sfide poste dalla competizione internazionale alla progettualità architettonica. In particolare riflette su alcune tematiche attuali come, ad esempio: il gap tra formazione e professione in Italia; l’ingegnerizzazione, la cantierizzazione e la gestione degli edifici; la digitalizzazione dell’intero iter progettuale e la questione del BIM (che delinea un diverso ruolo dell’architetto, non più unico regista al centro del processo progettuale e costruttivo). Sono questi, per Sacchi, alcuni dei motivi per cui il manuale di Allen (un invito alla progettualità tecnicamente e tecnologicamente consapevole, al buon senso e alla modestia con cui ci si avvicina alla risoluzione dei problemi costruttivi) è ancora prezioso, soprattutto per gli studenti italiani in cerca di concretezza.

Edward Allen, Come funzionano gli edifici. L’ordine naturale dell’architettura, prefazione di Franco Purini, postfazione di Livio Sacchi, Edizioni Dedalo, Bari 2017.

UNALI, Maurizio
2017-01-01

Abstract

Il libro di Allen – architetto, docente all’Università dell’Oregon, a Yale e al MIT –, a metà fra il trattato e il manuale (come rileva Purini), ha una struttura semplice e chiara: la prima sezione è composta da 3 capitoli che delineano “il contesto ambientale” nel quale gli edifici si inseriscono; la seconda sezione è composta da 19 capitoli (arricchiti da un glossario) nei quali sono rappresentate le principali caratteristiche tecniche che consentono di capire “come funzionano gli edifici”. Nonostante la vastità e la complessità dei temi trattati, la narrazione risulta convincente, anche grazie ai tanti disegni (a mano libera e in bianco e nero) che, come un racconto parallelo, rappresentano il testo. Nell’era della “modernità liquida” e del BIM, la nuova edizione del solido manuale illustrato di Allen (pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1980, in Italia nel 1983, considerato un classico del genere) potrebbe porre delle questioni inerenti la sua attualità, soprattutto rispetto al ruolo pedagogico-culturale che tale opera (sia pur rivista e aggiornata) può svolgere oggi nella didattica dell’arte del costruire, nelle scuole di architettura e ingegneria. La prefazione di Franco Purini e la postfazione di Livio Sacchi aiutano il lettore a storicizzare la ricerca di Allen, proponendo inoltre delle interessanti attualizzazioni tematiche sul ruolo di questo manuale oggi. Purini (Un libro per il futuro) ricorda che il libro teorizza, citando la prefazione di Allen alla prima edizione, che «l’architettura ha un suo ordine naturale, un ordine non condizionato da epoche, luoghi o stili; più durevole degli ordini dorico e ionico degli antichi Greci». Sviluppando questo pensiero, Purini evidenzia l’esistenza nel costruire di una serie di fattori che non dipendono dal momento in cui un’opera architettonica è stata pensata e realizzata, ma si pongono come aspetti ad essa consustanziali, configurandosi come invarianti funzionali e strutturali. Purini descrive poi la stagione nella quale il libro è stato concepito (seconda metà degli anni ’70), ricordando che la tendenza dominante nel dibattito architettonico era il Postmodernismo, poi affermatosi a livello mondiale nei primi anni ’80, all’uscita della prima edizione. Dopo una attenta analisi della cultura architettonica nordamericana del periodo, Purini elabora delle interessanti interpretazioni sul ruolo svolto dalla ricerca di Allen, contestualizzandola anche nella cultura architettonica italiana. Livio Sacchi nella postfazione (Progetto, costruzione e funzionamento degli edifici) rappresenta la ricerca di Allen nel contesto del dibattito contemporaneo aperto dalle nuove sfide poste dalla competizione internazionale alla progettualità architettonica. In particolare riflette su alcune tematiche attuali come, ad esempio: il gap tra formazione e professione in Italia; l’ingegnerizzazione, la cantierizzazione e la gestione degli edifici; la digitalizzazione dell’intero iter progettuale e la questione del BIM (che delinea un diverso ruolo dell’architetto, non più unico regista al centro del processo progettuale e costruttivo). Sono questi, per Sacchi, alcuni dei motivi per cui il manuale di Allen (un invito alla progettualità tecnicamente e tecnologicamente consapevole, al buon senso e alla modestia con cui ci si avvicina alla risoluzione dei problemi costruttivi) è ancora prezioso, soprattutto per gli studenti italiani in cerca di concretezza.
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