Una personale progettualità nata lentamente per costruire una riflessione, una risposta culturale ad una situazione di crisi politica, economica e planetaria e che ha attivato una sinergia di collaborazione sul territorio con realtà che lavorano e sostengono le progettualità di vita e il ben-essere di persone fragili. Creazioni che vogliono raccontare, denunciare una fotografia del nostro tempo: la precarietà lavorativa e la questione ecologica, ovvero l’emergenza ambientale che riguarda tutti noi abitanti del pianeta. Andando, però, oltre la sola denuncia, e costruendo possibilità, bellezza, perché un problema può diventare opportunità. Questo non poteva avere altra forma di linguaggio ed espressione se non quella “materica”, in particolar modo dell’elaborazione di ‘oggetti ordinari di bellezza’ realizzati con materiali di scarto, o meglio con i nostri scarti quotidiani. La cornice di senso che abbraccia tutto questo processo è la creatività, in quanto essa stessa inspiegabile, inafferrabile ‘a parole’, più avvicinabile ad una “intuizione che si accende”, ma comunque sempre legata ad una tecnica, ad una cultura: di fatto, una buona parte di ciò che chiamiamo pensiero creativo si forma oltre i confini della consapevolezza, dove le parole non riescono ad arrivare.

Roba da matti: la prospettiva creativa dello scarto come metafora pedagogica

NARDONE, Mariarosaria
2016-01-01

Abstract

Una personale progettualità nata lentamente per costruire una riflessione, una risposta culturale ad una situazione di crisi politica, economica e planetaria e che ha attivato una sinergia di collaborazione sul territorio con realtà che lavorano e sostengono le progettualità di vita e il ben-essere di persone fragili. Creazioni che vogliono raccontare, denunciare una fotografia del nostro tempo: la precarietà lavorativa e la questione ecologica, ovvero l’emergenza ambientale che riguarda tutti noi abitanti del pianeta. Andando, però, oltre la sola denuncia, e costruendo possibilità, bellezza, perché un problema può diventare opportunità. Questo non poteva avere altra forma di linguaggio ed espressione se non quella “materica”, in particolar modo dell’elaborazione di ‘oggetti ordinari di bellezza’ realizzati con materiali di scarto, o meglio con i nostri scarti quotidiani. La cornice di senso che abbraccia tutto questo processo è la creatività, in quanto essa stessa inspiegabile, inafferrabile ‘a parole’, più avvicinabile ad una “intuizione che si accende”, ma comunque sempre legata ad una tecnica, ad una cultura: di fatto, una buona parte di ciò che chiamiamo pensiero creativo si forma oltre i confini della consapevolezza, dove le parole non riescono ad arrivare.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/665564
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