INTRODUZIONE La proporzione di parti con taglio cesareo primario (PCP) è un indicatore di qualità delle cure fornite alle partorienti. Il regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza ospedaliera fissa al 25% il limite di PCP per le maternità con più di 1000 parti e al 15% per quelle con meno di 1000 parti. Lo scopo di questo lavoro è descrivere il trend dei PCP nella regione Abruzzo nel quinquennio 2009-13. METODI Dall’archivio regionale delle schede di dimissione ospedaliera (SDO), sono state selezionate le dimissioni di donne primipare che hanno partorito nel periodo 2009-13, identificate dai DRG 370-375. È stata calcolata la proporzione di PCP, eseguita l’analisi descrittiva delle diagnosi di dimissione, valutata la mobilità attiva e intraregionale e l’appropriatezza del ricorso al taglio cesareo. RISULTATI La proporzione di PCP è passata dal 31,4% nel 2009 al 26,1% nel 2013. Tra le strutture con meno di 1000 parti/anno, l’Ospedale di Vasto ha mostrato il valore più basso (17,9% nel 2013). Tra le strutture con più di 1000 parti/anno, l’Ospedale di Pescara ha mostrato il valore inferiore (25,4% nel 2013). La diagnosi di dimissione più frequente nelle SDO (66,6%) è “Taglio cesareo senza menzione dell’indicazione”. La mobilità attiva per PCP è stata del 7,3%. La mobilità intraregionale riguarda soprattutto le donne residenti nel territorio della ASL di Pescara: il 30% si è rivolto alla ASL Lanciano-Vasto-Chieti. Per le ASL Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Lanciano-Vasto-Chieti e Teramo la mobilità intraregionale ha interessato rispettivamente l’8,8%, il 10,2% e il 16% delle donne. Per quanto concerne l’appropriatezza del ricorso al taglio cesareo, solo l’11,4% dei PCP ha presentato una delle indicazioni delle linee guida. CONCLUSIONI Nel periodo analizzato, la proporzione di PCP effettuati in Abruzzo ha mostrato un trend in diminuzione, tuttavia i valori sono ancora superiori al tetto fissato dal Ministero della Salute.

IL PARTO CESAREO PRIMARIO IN ABRUZZO

GARZARELLA, TONIA;DI MARTINO, GIUSEPPE;DI GIOVANNI, PAMELA;STANISCIA, Tommaso;SCHIOPPA, Francesco Saverio
2016-01-01

Abstract

INTRODUZIONE La proporzione di parti con taglio cesareo primario (PCP) è un indicatore di qualità delle cure fornite alle partorienti. Il regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza ospedaliera fissa al 25% il limite di PCP per le maternità con più di 1000 parti e al 15% per quelle con meno di 1000 parti. Lo scopo di questo lavoro è descrivere il trend dei PCP nella regione Abruzzo nel quinquennio 2009-13. METODI Dall’archivio regionale delle schede di dimissione ospedaliera (SDO), sono state selezionate le dimissioni di donne primipare che hanno partorito nel periodo 2009-13, identificate dai DRG 370-375. È stata calcolata la proporzione di PCP, eseguita l’analisi descrittiva delle diagnosi di dimissione, valutata la mobilità attiva e intraregionale e l’appropriatezza del ricorso al taglio cesareo. RISULTATI La proporzione di PCP è passata dal 31,4% nel 2009 al 26,1% nel 2013. Tra le strutture con meno di 1000 parti/anno, l’Ospedale di Vasto ha mostrato il valore più basso (17,9% nel 2013). Tra le strutture con più di 1000 parti/anno, l’Ospedale di Pescara ha mostrato il valore inferiore (25,4% nel 2013). La diagnosi di dimissione più frequente nelle SDO (66,6%) è “Taglio cesareo senza menzione dell’indicazione”. La mobilità attiva per PCP è stata del 7,3%. La mobilità intraregionale riguarda soprattutto le donne residenti nel territorio della ASL di Pescara: il 30% si è rivolto alla ASL Lanciano-Vasto-Chieti. Per le ASL Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Lanciano-Vasto-Chieti e Teramo la mobilità intraregionale ha interessato rispettivamente l’8,8%, il 10,2% e il 16% delle donne. Per quanto concerne l’appropriatezza del ricorso al taglio cesareo, solo l’11,4% dei PCP ha presentato una delle indicazioni delle linee guida. CONCLUSIONI Nel periodo analizzato, la proporzione di PCP effettuati in Abruzzo ha mostrato un trend in diminuzione, tuttavia i valori sono ancora superiori al tetto fissato dal Ministero della Salute.
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