Il caso di studio rappresenta: a) una buona pratica etnografica e di restituzione nel lungo periodo; b) lo scenario quarantennale delle alterne vicende della professionalizzazione dei demo-etno-antropologi italiani; c) un caso di “salvaguardia ICH” che, pur essendo localmente pianificato e auto-finanziato, è allineato con la Convenzione UNESCO ICH 2003; d) la divergenza delle politiche regionali dalle Convenzione UNESCO ICH 2003, stante l’abbandono delle aree montane e il trentennale sostegno riservato ad opulente neo-tradizioni urbane; e) un campione della “nuova orizzontalità folklorica” originata dalla insufficienza di quella ipotetica macrosocietà industriale globale che, ingegneristica, tecnocrate, prevedibile e standardizzata, boccia l’apporto riflessivo e olistico delle teorie e delle pratiche antropologiche.
Cocullo
GIANCRISTOFARO, Lia
2016-01-01
Abstract
Il caso di studio rappresenta: a) una buona pratica etnografica e di restituzione nel lungo periodo; b) lo scenario quarantennale delle alterne vicende della professionalizzazione dei demo-etno-antropologi italiani; c) un caso di “salvaguardia ICH” che, pur essendo localmente pianificato e auto-finanziato, è allineato con la Convenzione UNESCO ICH 2003; d) la divergenza delle politiche regionali dalle Convenzione UNESCO ICH 2003, stante l’abbandono delle aree montane e il trentennale sostegno riservato ad opulente neo-tradizioni urbane; e) un campione della “nuova orizzontalità folklorica” originata dalla insufficienza di quella ipotetica macrosocietà industriale globale che, ingegneristica, tecnocrate, prevedibile e standardizzata, boccia l’apporto riflessivo e olistico delle teorie e delle pratiche antropologiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.