Lo IAS 1 revised 2007, oltre ad aver offerto due opzioni per la presentazione della sezione reddituale del bilancio (opzione pluriprospettuale e opzione monoprospettuale), ha introdotto in Europa inedite voci relative a variazioni patrimoniali di origine ‘non reddituale (le componenti dell’Other Comprehensive Income-OCI) le quali, sommate algebricamente al tradizionale Reddito Netto, conducono alla configurazione di reddito “allargato” denominata Comprehensive Income (CI). La circostanza che OCI e CI fossero grandezze inedite per la maggioranza degli Stati membri dell’Unione Europea ha determinato un crescente interesse degli accounting scholars per la presentazione della sezione reddituale di bilancio (Comprehensive Income Statement - CIS) in Europa. La letteratura internazionale che ne è scaturita presenta le seguenti caratteristiche: a) prevalente orientamento alla value relevance; b) un solo discreto interesse per le ragioni sottostanti alle scelte di CIS format, peraltro prevalentemente indagate con ottica indiretta ossia tramite associazioni statistiche tra formats e grandezze desumibili dai bilanci; c) prevalente vocazione geografica ‘ristretta’ a singoli Stati o gruppi ristretti di essi. Non molto, quindi, ci si è occupati delle ragioni sottostanti alle scelte di format nei vari Stati dell’Unione e meno ancora lo si è fatto sollecitando direttamente i preparers. Pertanto, allo stato attuale, manca ancora un quadro generale omogeneo riferibile sia al format adottato sia alle ragioni “espresse” dai preparers in tutto il territorio dell’Unione Europea. Dagli studi frammentari sinora condotti su di una porzione di Europa, è possibile solo riscontrare la diffusa adozione del format pluriprospettuale, una scarsa associazione del format con le caratteristiche dell’OCI e, infine, una solo parziale convergenza delle motivazioni che muovono, talora anche a scelte convergenti, i preparers di differenti aree cultural-contabili. La ricerca qui presentata muove da questo gap. Essa, che è stata sviluppata tramite una online survey rivolta ai preparers dei financial statements delle maggiori società europee quotate non finanziarie, ha inteso: a) slargare all’intera Unione Europea l’indagine sulle scelte di format; b) coinvolgere direttamente i preparers nello studio delle ragioni sottostanti a tali scelte. Nel complesso, 22 dei 28 Paesi coinvolti nella ricerca ha risposto al questionario online determinando una copertura territoriale dell’80%. Lo studio svolto ha condotto a una serie di risultati inediti dal punto di vista sia territoriale (ossia relativi a Stati membri dei quali non si avevano informazioni sul CIS format, come Austria, Cipro, Estonia, Grecia, Croazia, Irlanda, Lussemburgo, Lettonia e Slovenia, o sui pareri espressi dai preparers circa le ragioni delle scelte di format, come Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Spagna, Finlandia, Francia, Olanda, Polonia, Portogallo e Svezia) sia contenutistico (emergono infatti interessanti convergenze e divergenze tra Paesi di common law e di civil law circa i giudizi di utilità espressi sul CI e circa le ragioni sottostanti le scelte di format). Con riferimento all’utilità dell’OCI, sia qualora complessivamente considerati sia qualora scissi in aree di common e civil law, i preparers ritengono che la nuova figura reddituale introdotta dallo IAS 1 (il CI) sia di utilità informativa ben maggiore per le categorie legate a mercati finanziari (azionisti correnti e potenziali, banche e hedge funds) e svolgenti attività di analisi (analisti finanziari) e revisione dei bilanci (auditors) che per le categorie diverse dalle precedenti (es.: clienti, fornitori, associazioni di categoria e sindacati). Invece, con riferimento alle scelte di format, si è rilevato come nell’Unione Europea, così come nelle aree di common e civil law, il format pluriprospettuale configuri la soluzione più diffusa per la redazione del CIS. Anche la stabilità è molto alta in generale e, addirittura, assoluta negli Stati di common law. Infine, con riferimento alle ragioni sottostanti alle scelte di format, prescindendo dal concreto tipo di format adottato dalle imprese, la nostra ricerca ha evidenziato uno scarsissimo rilievo delle ragioni legate alle caratteristiche dell’OCI. Di converso, un ben maggiore rilievo assumono ragioni relate ai readers del bilancio (es.: facilità di lettura e interesse per il reddito netto), seguite da quelle relate ai preparers (es.: facilità di redazione e format simile a quello suggerito dai previgenti standards contabili nazionali). Le risultanze del lavoro evidenziano, comunque, una sostanziale affinità di fondo nel comportamento contabile delle due aree europee indagate. Fra gli aspetti di differenziazione ricordiamo tuttavia i seguenti: a) rispetto alle aree di civil law, quelle di common law tendono a supporre una maggiore utilità del CI per tutte le categorie di stakeholders, non solo per quelle finance related; b) sono i Paesi di civil law ad ascrivere maggiore facilità di preparazione al format monoprospettuale, sebbene essi poi non lo adottino; c) sempre in tali Paesi di civil law, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe osservando la bottom line dei formats, coloro che ritengono l’adozione del format monoprospettuale associabile ad un interesse degli users per il P/L (grandezza che, in tale format, ‘si perde nello scalare delle voci’) sono addirittura maggiori di coloro che la ritengono associabile ad un interesse verso il CI (grandezza cui tale format è direttamente finalizzato). Oltre alle inedite risultanze ottenute con riferimento ad aree geografiche europee sinora sotto-indagate dalla letteratura internazionale, a nostro avviso la presente ricerca mostra ulteriori profili di valore aggiunto: a) offre nuove informazioni su quanto i preparers dell’Unione Europea ritengano utile il CI per numerose e specifiche categorie di stakeholders aziendali; b) arricchisce il bacino delle ragioni sottostanti alle scelte di format ‘almeno una volta’ segnalate direttamente dai preparers; c) afferma appieno la necessità di ricorrere, in questo momento storico in cui le scelte di format paiono essersi sufficientemente sedimentate e orientate verso il format pluriprospettuale, ad indagini dirette che ‘ascoltino’ i preparers e i loro rilievi/preferenze; a tal proposito, non si dimentichi infatti che molti soggetti interessati all’opzione di format, come segnalato nelle prime comment letters recapitate allo standard setter internazionale, non hanno assunto del tutto posizione o parlano di soluzioni ‘transitorie’ poiché auspicano, quale prerequisito, un migliore sviluppo teorico dell’OCI e, a seguire, del CI. Ne discende che (se e) quando lo IASB procederà ad una migliore descrizione concettuale di taluni aspetti diventerà sicuramente interessante verificare se le concrete scelte di presentazione del CIS ne verranno influenzate. Il quadro delineato dal presente studio, a nostro parere, fornisce interessanti spunti di riflessione per ulteriori ricerche da compiere con riferimento all’Unione Europea. Ciò in quanto, da un lato, persiste un lack informativo relativo non solo ai sei Stati membri che non hanno risposto del tutto al nostro questionario (Bulgaria, Ungheria, Lituania, Malta, Romania e Slovacchia) ma anche a quegli Stati che hanno risposto, sebbene in maniera insoddisfacente; dall’altro, la varietà delle specificità territoriali europee, seppure quando sotto l’egida di legal origins o culture contabili assimilabili, offre la possibilità di studi comparati sul tema ben più numerosi di quelli esistenti e comunque non necessariamente estesi a tutta l’Unione o ai Paesi indagati più di consueto. Se queste nostre riflessioni, essenzialmente relative all’estensione geografica del bacino di ricerca da considerare in futuro, si coniugano con gli spunti di ricerca, essenzialmente relativi a profili contenutistici, offerti sia da questo lavoro che dalla più recente letteratura sulla CIS presentation, sembra delinearsi un interessante potenziale di ricerca cui gli accounting scholars interessati al tema potranno attingere per condurre i loro studi futuri.

Il Comprehensive Income Statement nell’Unione Europea: un’analisi delle scelte di format nell’ottica dei preparers.

FALZAGO, BARBARA;DE CRISTOFARO, Tiziana
2017-01-01

Abstract

Lo IAS 1 revised 2007, oltre ad aver offerto due opzioni per la presentazione della sezione reddituale del bilancio (opzione pluriprospettuale e opzione monoprospettuale), ha introdotto in Europa inedite voci relative a variazioni patrimoniali di origine ‘non reddituale (le componenti dell’Other Comprehensive Income-OCI) le quali, sommate algebricamente al tradizionale Reddito Netto, conducono alla configurazione di reddito “allargato” denominata Comprehensive Income (CI). La circostanza che OCI e CI fossero grandezze inedite per la maggioranza degli Stati membri dell’Unione Europea ha determinato un crescente interesse degli accounting scholars per la presentazione della sezione reddituale di bilancio (Comprehensive Income Statement - CIS) in Europa. La letteratura internazionale che ne è scaturita presenta le seguenti caratteristiche: a) prevalente orientamento alla value relevance; b) un solo discreto interesse per le ragioni sottostanti alle scelte di CIS format, peraltro prevalentemente indagate con ottica indiretta ossia tramite associazioni statistiche tra formats e grandezze desumibili dai bilanci; c) prevalente vocazione geografica ‘ristretta’ a singoli Stati o gruppi ristretti di essi. Non molto, quindi, ci si è occupati delle ragioni sottostanti alle scelte di format nei vari Stati dell’Unione e meno ancora lo si è fatto sollecitando direttamente i preparers. Pertanto, allo stato attuale, manca ancora un quadro generale omogeneo riferibile sia al format adottato sia alle ragioni “espresse” dai preparers in tutto il territorio dell’Unione Europea. Dagli studi frammentari sinora condotti su di una porzione di Europa, è possibile solo riscontrare la diffusa adozione del format pluriprospettuale, una scarsa associazione del format con le caratteristiche dell’OCI e, infine, una solo parziale convergenza delle motivazioni che muovono, talora anche a scelte convergenti, i preparers di differenti aree cultural-contabili. La ricerca qui presentata muove da questo gap. Essa, che è stata sviluppata tramite una online survey rivolta ai preparers dei financial statements delle maggiori società europee quotate non finanziarie, ha inteso: a) slargare all’intera Unione Europea l’indagine sulle scelte di format; b) coinvolgere direttamente i preparers nello studio delle ragioni sottostanti a tali scelte. Nel complesso, 22 dei 28 Paesi coinvolti nella ricerca ha risposto al questionario online determinando una copertura territoriale dell’80%. Lo studio svolto ha condotto a una serie di risultati inediti dal punto di vista sia territoriale (ossia relativi a Stati membri dei quali non si avevano informazioni sul CIS format, come Austria, Cipro, Estonia, Grecia, Croazia, Irlanda, Lussemburgo, Lettonia e Slovenia, o sui pareri espressi dai preparers circa le ragioni delle scelte di format, come Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Spagna, Finlandia, Francia, Olanda, Polonia, Portogallo e Svezia) sia contenutistico (emergono infatti interessanti convergenze e divergenze tra Paesi di common law e di civil law circa i giudizi di utilità espressi sul CI e circa le ragioni sottostanti le scelte di format). Con riferimento all’utilità dell’OCI, sia qualora complessivamente considerati sia qualora scissi in aree di common e civil law, i preparers ritengono che la nuova figura reddituale introdotta dallo IAS 1 (il CI) sia di utilità informativa ben maggiore per le categorie legate a mercati finanziari (azionisti correnti e potenziali, banche e hedge funds) e svolgenti attività di analisi (analisti finanziari) e revisione dei bilanci (auditors) che per le categorie diverse dalle precedenti (es.: clienti, fornitori, associazioni di categoria e sindacati). Invece, con riferimento alle scelte di format, si è rilevato come nell’Unione Europea, così come nelle aree di common e civil law, il format pluriprospettuale configuri la soluzione più diffusa per la redazione del CIS. Anche la stabilità è molto alta in generale e, addirittura, assoluta negli Stati di common law. Infine, con riferimento alle ragioni sottostanti alle scelte di format, prescindendo dal concreto tipo di format adottato dalle imprese, la nostra ricerca ha evidenziato uno scarsissimo rilievo delle ragioni legate alle caratteristiche dell’OCI. Di converso, un ben maggiore rilievo assumono ragioni relate ai readers del bilancio (es.: facilità di lettura e interesse per il reddito netto), seguite da quelle relate ai preparers (es.: facilità di redazione e format simile a quello suggerito dai previgenti standards contabili nazionali). Le risultanze del lavoro evidenziano, comunque, una sostanziale affinità di fondo nel comportamento contabile delle due aree europee indagate. Fra gli aspetti di differenziazione ricordiamo tuttavia i seguenti: a) rispetto alle aree di civil law, quelle di common law tendono a supporre una maggiore utilità del CI per tutte le categorie di stakeholders, non solo per quelle finance related; b) sono i Paesi di civil law ad ascrivere maggiore facilità di preparazione al format monoprospettuale, sebbene essi poi non lo adottino; c) sempre in tali Paesi di civil law, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe osservando la bottom line dei formats, coloro che ritengono l’adozione del format monoprospettuale associabile ad un interesse degli users per il P/L (grandezza che, in tale format, ‘si perde nello scalare delle voci’) sono addirittura maggiori di coloro che la ritengono associabile ad un interesse verso il CI (grandezza cui tale format è direttamente finalizzato). Oltre alle inedite risultanze ottenute con riferimento ad aree geografiche europee sinora sotto-indagate dalla letteratura internazionale, a nostro avviso la presente ricerca mostra ulteriori profili di valore aggiunto: a) offre nuove informazioni su quanto i preparers dell’Unione Europea ritengano utile il CI per numerose e specifiche categorie di stakeholders aziendali; b) arricchisce il bacino delle ragioni sottostanti alle scelte di format ‘almeno una volta’ segnalate direttamente dai preparers; c) afferma appieno la necessità di ricorrere, in questo momento storico in cui le scelte di format paiono essersi sufficientemente sedimentate e orientate verso il format pluriprospettuale, ad indagini dirette che ‘ascoltino’ i preparers e i loro rilievi/preferenze; a tal proposito, non si dimentichi infatti che molti soggetti interessati all’opzione di format, come segnalato nelle prime comment letters recapitate allo standard setter internazionale, non hanno assunto del tutto posizione o parlano di soluzioni ‘transitorie’ poiché auspicano, quale prerequisito, un migliore sviluppo teorico dell’OCI e, a seguire, del CI. Ne discende che (se e) quando lo IASB procederà ad una migliore descrizione concettuale di taluni aspetti diventerà sicuramente interessante verificare se le concrete scelte di presentazione del CIS ne verranno influenzate. Il quadro delineato dal presente studio, a nostro parere, fornisce interessanti spunti di riflessione per ulteriori ricerche da compiere con riferimento all’Unione Europea. Ciò in quanto, da un lato, persiste un lack informativo relativo non solo ai sei Stati membri che non hanno risposto del tutto al nostro questionario (Bulgaria, Ungheria, Lituania, Malta, Romania e Slovacchia) ma anche a quegli Stati che hanno risposto, sebbene in maniera insoddisfacente; dall’altro, la varietà delle specificità territoriali europee, seppure quando sotto l’egida di legal origins o culture contabili assimilabili, offre la possibilità di studi comparati sul tema ben più numerosi di quelli esistenti e comunque non necessariamente estesi a tutta l’Unione o ai Paesi indagati più di consueto. Se queste nostre riflessioni, essenzialmente relative all’estensione geografica del bacino di ricerca da considerare in futuro, si coniugano con gli spunti di ricerca, essenzialmente relativi a profili contenutistici, offerti sia da questo lavoro che dalla più recente letteratura sulla CIS presentation, sembra delinearsi un interessante potenziale di ricerca cui gli accounting scholars interessati al tema potranno attingere per condurre i loro studi futuri.
2017
‘Tendenze nuove’ negli studi economico-aziendali. L’evoluzione dei rapporti azienda-società.
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