In questo saggio, proporremo e cercheremo di elaborare alcuni strumenti concettuali per una riflessione storica e sociale sui rapporti tra energia, potere e società. Muovendo dal presupposto che, in qualche modo, tutti i sistemi viventi (compresi aggregati sociali e sistemi urbani) sono convertitori d'energia: dispongono cioè di un “metabolismo” generatore di entropia. Diversi approcci, a partire da quello di Wilhelm Ostwald, fortemente osteggiato da Weber, per venire a Lotka e ad Odum, hanno tentato una lettura dell’evoluzione in generale, e in particolare di quella umana, in un’ottica termodinamica. Un’ottica di questo genere conosce indiscutibili pregi nell’evidenziare il significato dello sviluppo culturale umano nella rete dei fenomeni fisici e naturali. Sembra, tuttavia, che tale approccio tenda a considerare l’umanità come una mera collettività biotica che contende spazi ad altre collettività biotiche, ignorando le relazioni di potere e di conflitto come proprietà “emergente” dei sistemi sociali umani, sia nel quadro della rete dei fenomeni naturali. Per meglio approfondire tali aspetti, siamo partiti da un’analisi in termini generali dei rapporti tra energia e società, alla luce del dibattito citato e di successivi apporti, per concentrarci successivamente su di un’analisi, in termini di sociologia storica, dei rapporti tra transizioni energetiche e mutamento sociale, con particolare attenzione, oltre che al progressivo accesso a nuove fonti e al progressivo sviluppo di nuove tecniche, anche ai dispositivi sociali di appropriazione dell’energia (dalla “megamacchina” mumfordiana al denaro, in particolare sotto forma di capitale), agli aspetti geopolitici nonché al significato del tutto peculiare dell’avvento delle reti elettriche, nel quadro di quella che Lewis Mumford definisce la “neotecnica”.

Megamacchine, idrocarburi e reti. Mutamento sociale e transizioni energetiche

Alfredo Agustoni
2017-01-01

Abstract

In questo saggio, proporremo e cercheremo di elaborare alcuni strumenti concettuali per una riflessione storica e sociale sui rapporti tra energia, potere e società. Muovendo dal presupposto che, in qualche modo, tutti i sistemi viventi (compresi aggregati sociali e sistemi urbani) sono convertitori d'energia: dispongono cioè di un “metabolismo” generatore di entropia. Diversi approcci, a partire da quello di Wilhelm Ostwald, fortemente osteggiato da Weber, per venire a Lotka e ad Odum, hanno tentato una lettura dell’evoluzione in generale, e in particolare di quella umana, in un’ottica termodinamica. Un’ottica di questo genere conosce indiscutibili pregi nell’evidenziare il significato dello sviluppo culturale umano nella rete dei fenomeni fisici e naturali. Sembra, tuttavia, che tale approccio tenda a considerare l’umanità come una mera collettività biotica che contende spazi ad altre collettività biotiche, ignorando le relazioni di potere e di conflitto come proprietà “emergente” dei sistemi sociali umani, sia nel quadro della rete dei fenomeni naturali. Per meglio approfondire tali aspetti, siamo partiti da un’analisi in termini generali dei rapporti tra energia e società, alla luce del dibattito citato e di successivi apporti, per concentrarci successivamente su di un’analisi, in termini di sociologia storica, dei rapporti tra transizioni energetiche e mutamento sociale, con particolare attenzione, oltre che al progressivo accesso a nuove fonti e al progressivo sviluppo di nuove tecniche, anche ai dispositivi sociali di appropriazione dell’energia (dalla “megamacchina” mumfordiana al denaro, in particolare sotto forma di capitale), agli aspetti geopolitici nonché al significato del tutto peculiare dell’avvento delle reti elettriche, nel quadro di quella che Lewis Mumford definisce la “neotecnica”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/681873
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