Il patrimonio architettonico dell’Abruzzo meridionale, coincidente con l’attuale provincia di Chieti, in cui la presenza di centri urbani dominanti, a parte il capoluogo, si fa meno incidente e la diffusione del costruito storico sul territorio si rivela capillare, è spesso liquidato nei programmi di restauro e conservazione con una generica sentenza di inadeguatezza, ma in realtà sostanza e testimonianza dell’armatura urbana che innerva l’intero territorio regionale e che conferisce senso al paesaggio e alla stessa storia delle comunità locali. Molti di questi centri sono oggi soggetti all’abbandono, al sottoutilizzo, alle alterazioni abusive finalizzate quasi esclusivamente al consumo di suolo o all’affermazione di uno status sociale appariscente quanto effimero. E’ una condizione condivisa con tutte le aree montane interne, e che trova origine nei profondi disequilibri che hanno segnato la crescita economica dell’intero Paese. Il risultato finale è che tale patrimonio costruito, viene considerato come un impedimento ad una malintesa idea di sviluppo. Lo studio cerca di conferire dignità scientifica a questa realtà, ricostruendo con pazienza e acribia la sapienza costruttiva che è diffusa in questi esempi. Rispetto agli studi dedicati ad altre aree centro-meridionali, l'autore punta ad una visione di sintesi, affidando alle illustrazioni il compito di approfondire dettagli tecnici e costruttivi, con una maggior presa sulla situazione attuale. Lo studio infatti si conclude con una rassegna dei principali restauri eseguiti nell’area, con considerazioni su possibili scenari di conservazione dei centri storici. Un altro tassello si aggiunge quindi alla conoscenza di un territorio, in cui si spera che questo lavoro possa essere una guida per interventi consapevoli e un fondamento di prospettive di sviluppo non incentrate sulla mera speculazione e sul consumo di suolo.

Le tecniche della tradizione. Architettura e città in Abruzzo Citeriore

Verazzo, Clara
2014-01-01

Abstract

Il patrimonio architettonico dell’Abruzzo meridionale, coincidente con l’attuale provincia di Chieti, in cui la presenza di centri urbani dominanti, a parte il capoluogo, si fa meno incidente e la diffusione del costruito storico sul territorio si rivela capillare, è spesso liquidato nei programmi di restauro e conservazione con una generica sentenza di inadeguatezza, ma in realtà sostanza e testimonianza dell’armatura urbana che innerva l’intero territorio regionale e che conferisce senso al paesaggio e alla stessa storia delle comunità locali. Molti di questi centri sono oggi soggetti all’abbandono, al sottoutilizzo, alle alterazioni abusive finalizzate quasi esclusivamente al consumo di suolo o all’affermazione di uno status sociale appariscente quanto effimero. E’ una condizione condivisa con tutte le aree montane interne, e che trova origine nei profondi disequilibri che hanno segnato la crescita economica dell’intero Paese. Il risultato finale è che tale patrimonio costruito, viene considerato come un impedimento ad una malintesa idea di sviluppo. Lo studio cerca di conferire dignità scientifica a questa realtà, ricostruendo con pazienza e acribia la sapienza costruttiva che è diffusa in questi esempi. Rispetto agli studi dedicati ad altre aree centro-meridionali, l'autore punta ad una visione di sintesi, affidando alle illustrazioni il compito di approfondire dettagli tecnici e costruttivi, con una maggior presa sulla situazione attuale. Lo studio infatti si conclude con una rassegna dei principali restauri eseguiti nell’area, con considerazioni su possibili scenari di conservazione dei centri storici. Un altro tassello si aggiunge quindi alla conoscenza di un territorio, in cui si spera che questo lavoro possa essere una guida per interventi consapevoli e un fondamento di prospettive di sviluppo non incentrate sulla mera speculazione e sul consumo di suolo.
2014
Antico/Futuro
978-88-492-2957-8
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