«L’uniformità della lingua, l’assenza di parole nuove, l’ossessiva concentrazione su parole vecchie […] sono il segno di malattia degenerativa della vita pubblica» (Gustavo Zagrebelsky, 2010). L’impoverimento del lessico è un dato consolidato al punto che è possibile chiedersi: come influisce nel rapporto tra urbanistica e democrazia? Quali ripercussioni possono esserci per la disciplina? Occorre ripartire dal linguaggio per costruire un nuovo lessico che dia forma a diritti e doveri. Questo implica la necessità di ampliare lo sguardo anche agli aspetti giuridici. In particolare lungo due direzioni. La prima riguarda prevalentemente il dibattito interno alla disciplina e si riferisce al fatto che la norma scritta prevale sul segno grafico. L’altra concerne il confronto tra esperti e cittadini, tra tecnici e istituzioni e allude alle procedure per una consultazione pubblica efficace. L’uso di termini precisi e di argomentazioni giuridiche corrette può ridare centralità al discorso urbanistico. Come fece Ildefonso Cerdà, nel 1867, quando pubblicò la Teoría General de la Urbanización. Questo l’incipit: «ho dovuto cercare e inventare parole nuove per esprimere idee nuove, la cui spiegazione non si trovava in alcun lessico». La situazione di oggi richiede uno sforzo analogo: «passare da un linguaggio stoccato o accatastato a un linguaggio parlato, inventare la grammatica generativa dello spazio urbano - è questo, mi pare, il compito futuro, fatto di un’infinità di piccole, medie e anche grandi flessioni sequenze e trovate. In una parola, una poetica. E ancora - ma è dai tempi dei greci che è esattamente la stessa cosa - una politica» (Jean-Christophe Bailly, 2013).

Democrazia e nuovo lessico urbanistico

Clemente Antonio Alberto
2017-01-01

Abstract

«L’uniformità della lingua, l’assenza di parole nuove, l’ossessiva concentrazione su parole vecchie […] sono il segno di malattia degenerativa della vita pubblica» (Gustavo Zagrebelsky, 2010). L’impoverimento del lessico è un dato consolidato al punto che è possibile chiedersi: come influisce nel rapporto tra urbanistica e democrazia? Quali ripercussioni possono esserci per la disciplina? Occorre ripartire dal linguaggio per costruire un nuovo lessico che dia forma a diritti e doveri. Questo implica la necessità di ampliare lo sguardo anche agli aspetti giuridici. In particolare lungo due direzioni. La prima riguarda prevalentemente il dibattito interno alla disciplina e si riferisce al fatto che la norma scritta prevale sul segno grafico. L’altra concerne il confronto tra esperti e cittadini, tra tecnici e istituzioni e allude alle procedure per una consultazione pubblica efficace. L’uso di termini precisi e di argomentazioni giuridiche corrette può ridare centralità al discorso urbanistico. Come fece Ildefonso Cerdà, nel 1867, quando pubblicò la Teoría General de la Urbanización. Questo l’incipit: «ho dovuto cercare e inventare parole nuove per esprimere idee nuove, la cui spiegazione non si trovava in alcun lessico». La situazione di oggi richiede uno sforzo analogo: «passare da un linguaggio stoccato o accatastato a un linguaggio parlato, inventare la grammatica generativa dello spazio urbano - è questo, mi pare, il compito futuro, fatto di un’infinità di piccole, medie e anche grandi flessioni sequenze e trovate. In una parola, una poetica. E ancora - ma è dai tempi dei greci che è esattamente la stessa cosa - una politica» (Jean-Christophe Bailly, 2013).
2017
9788899237127
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