EN: The qualitative destinies of large cities, small towns and the most isolated villages share a common element. The inadequate response of public spaces to the real needs of communities. Most attempts to overcome this condition adopt solutions that trust only in the presumed facilitations offered by technology and not in the enabling/adaptive capacities of space. This situation can be described through an analogy with the biological sciences. Phenotypic public space, with an unchanging form referred to a specific time of the city, is no longer suitable to the constantly changing conditions of urban life. The transition of contemporary cities toward the future requires a different – genotypic – design code to configure public space that is non-specialised and with closed forms, though with the capacity to evolve and adapt in the short and long term. This essay examines seven methodological-operative nodes that, through design, serve to reorient urban public space as a 4th regulatory/enabling meso-environment. IT: Oggi, esiste un importante elemento che accomuna i destini qualitativi delle aree metropolitane, delle grandi città, dei piccoli centri come dei borghi più isolati. L’inadeguata rispondenza degli spazi pubblici alle esigenze reali delle comunità insediate. Spesso, si cerca di risolvere tale inadeguatezza attraverso una congestione di soluzioni che confidano sempre più sulle presunte funzioni facilitanti delle tecniche e sempre meno sulle capacità abilitanti dello spazio pubblico. In questo modo però si continua a reiterare un modello di spazio pubblico fenotipico, bloccato in una specifica configurazione rispetto a condizioni contestuali considerate fisse e invariabili nel tempo. Nella transizione delle città contemporanee verso quelle del futuro, è invece sempre più necessario adottare un differente codice di progettazione per segnare il passaggio verso uno spazio pubblico genotipico, non specializzato e con forme chiuse, ma evolutivo. Che possiede cioè nel suo patrimonio genetico la capacità di adattamento nel lungo e breve periodo. In questa direzione, il presente saggio enuclea le sette principali sfide tecnologiche da affrontare per avviare un processo di ripensamento dello spazio pubblico urbano come un ambiente abilitante entro cui intessere diversi rapporti tra progetto, spazio e qualità della vita. Un “meso-ambiente regolatore” non per dominare ancora una volta la natura, ma per garantirne una nuova stagione di coevoluzione in simbiosi con la specie umana.

Phenotypic VS. Genotypic. Technological Challenges for Urban Public Space as an Enabling Environment

ANGELUCCI, Filippo
2017-01-01

Abstract

EN: The qualitative destinies of large cities, small towns and the most isolated villages share a common element. The inadequate response of public spaces to the real needs of communities. Most attempts to overcome this condition adopt solutions that trust only in the presumed facilitations offered by technology and not in the enabling/adaptive capacities of space. This situation can be described through an analogy with the biological sciences. Phenotypic public space, with an unchanging form referred to a specific time of the city, is no longer suitable to the constantly changing conditions of urban life. The transition of contemporary cities toward the future requires a different – genotypic – design code to configure public space that is non-specialised and with closed forms, though with the capacity to evolve and adapt in the short and long term. This essay examines seven methodological-operative nodes that, through design, serve to reorient urban public space as a 4th regulatory/enabling meso-environment. IT: Oggi, esiste un importante elemento che accomuna i destini qualitativi delle aree metropolitane, delle grandi città, dei piccoli centri come dei borghi più isolati. L’inadeguata rispondenza degli spazi pubblici alle esigenze reali delle comunità insediate. Spesso, si cerca di risolvere tale inadeguatezza attraverso una congestione di soluzioni che confidano sempre più sulle presunte funzioni facilitanti delle tecniche e sempre meno sulle capacità abilitanti dello spazio pubblico. In questo modo però si continua a reiterare un modello di spazio pubblico fenotipico, bloccato in una specifica configurazione rispetto a condizioni contestuali considerate fisse e invariabili nel tempo. Nella transizione delle città contemporanee verso quelle del futuro, è invece sempre più necessario adottare un differente codice di progettazione per segnare il passaggio verso uno spazio pubblico genotipico, non specializzato e con forme chiuse, ma evolutivo. Che possiede cioè nel suo patrimonio genetico la capacità di adattamento nel lungo e breve periodo. In questa direzione, il presente saggio enuclea le sette principali sfide tecnologiche da affrontare per avviare un processo di ripensamento dello spazio pubblico urbano come un ambiente abilitante entro cui intessere diversi rapporti tra progetto, spazio e qualità della vita. Un “meso-ambiente regolatore” non per dominare ancora una volta la natura, ma per garantirne una nuova stagione di coevoluzione in simbiosi con la specie umana.
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