Una tematica ampiamente dibattuta negli studi di Ecologia Industriale (EI) è quella dei contesti per lo sviluppo della Simbiosi Industriale (SI), per fare in modo che essa risulti economicamente e ambientalmente sostenibile. Il territorio Italiano presenta molteplici realtà potenzialmente sfruttabili in tal senso, a differenti livelli di scala: aree industriali, cluster, consorzi e distretti industriali, fino ad intere regioni. La letteratura mostra come la scelta del livello di analisi di una SI risenta fortemente dei trade-off esistenti tra alcune variabili strutturali e gestionali della stessa, e.g. costi e impatti di trasporti e movimentazioni, omogeneità produttiva, coerenza normativa, disponibilità di risorse economiche e competenze, esistenza e mantenimento di relazioni formali ed informali tra gli enti coinvolti. In uno studio recente, gli autori hanno analizzato il potenziale ruolo dei Poli d’Innovazione (PI), network d’imprese operanti a livello locale con l’obiettivo di stimolare attività di innovazione in un particolare settore o filiera produttiva, rispetto allo sviluppo e alla diffusione di approcci e modelli basati sulla SI a livello territoriale. Il ruolo positivo che essi potrebbero ricoprire è stato correlato sia alla loro attività istituzionale di produzione e disseminazione di conoscenza ed innovazione e sia, se considerati come contesti applicativi, alla promozione e alla implementazione di relazioni simbiotiche tra i membri stessi del network. Il presente articolo propone un avanzamento empirico di tale studio, focalizzando l’attenzione sui quattordici PI attualmente operanti nella Regione Abruzzo, una delle più rappresentative nella promozione di questo modello di sviluppo locale. L’obiettivo è quello di descriverne le caratteristiche organizzative e produttive (e.g. numero e tipologia di enti aderenti, estensione geografica, settori coinvolti, modelli di governance adottati) e comprendere quali tra esse possono effettivamente promuovere e quali ostacolare lo sviluppo della SI in tali contesti.

Poli d’Innovazione come potenziali contesti di Simbiosi Industriale. Il caso della Regione Abruzzo

Simboli A.
;
Taddeo R.;
2018-01-01

Abstract

Una tematica ampiamente dibattuta negli studi di Ecologia Industriale (EI) è quella dei contesti per lo sviluppo della Simbiosi Industriale (SI), per fare in modo che essa risulti economicamente e ambientalmente sostenibile. Il territorio Italiano presenta molteplici realtà potenzialmente sfruttabili in tal senso, a differenti livelli di scala: aree industriali, cluster, consorzi e distretti industriali, fino ad intere regioni. La letteratura mostra come la scelta del livello di analisi di una SI risenta fortemente dei trade-off esistenti tra alcune variabili strutturali e gestionali della stessa, e.g. costi e impatti di trasporti e movimentazioni, omogeneità produttiva, coerenza normativa, disponibilità di risorse economiche e competenze, esistenza e mantenimento di relazioni formali ed informali tra gli enti coinvolti. In uno studio recente, gli autori hanno analizzato il potenziale ruolo dei Poli d’Innovazione (PI), network d’imprese operanti a livello locale con l’obiettivo di stimolare attività di innovazione in un particolare settore o filiera produttiva, rispetto allo sviluppo e alla diffusione di approcci e modelli basati sulla SI a livello territoriale. Il ruolo positivo che essi potrebbero ricoprire è stato correlato sia alla loro attività istituzionale di produzione e disseminazione di conoscenza ed innovazione e sia, se considerati come contesti applicativi, alla promozione e alla implementazione di relazioni simbiotiche tra i membri stessi del network. Il presente articolo propone un avanzamento empirico di tale studio, focalizzando l’attenzione sui quattordici PI attualmente operanti nella Regione Abruzzo, una delle più rappresentative nella promozione di questo modello di sviluppo locale. L’obiettivo è quello di descriverne le caratteristiche organizzative e produttive (e.g. numero e tipologia di enti aderenti, estensione geografica, settori coinvolti, modelli di governance adottati) e comprendere quali tra esse possono effettivamente promuovere e quali ostacolare lo sviluppo della SI in tali contesti.
2018
978-88-943351-0-1
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