L’opera di Ethan Shagan The Rule of Moderation consente di mettere a fuoco alcuni aspetti più complessi del diffuso appello alla moderazione tipico del seicento inglese. Il significato della virtù, osserva Shagan, impercettibilmente sconfina dall’idea del dominio sui propri appetiti a quella del controllo sociale; la moderazione intesa come dominio etico di sé giustifica l’autorità politica che la impone universalmente come norma. Il controllo interno si traduce in controllo esterno; la moderazione è dunque una virtù aggressiva nel seicento, che legittima l'intervento coercitivo dello stato.

Ethan H. Shagan, The Rule of Moderation. Violence, Religion and the Politics of Restraint in Early Modern England, University of California, Berkeley 2012, 380 pp.

Giuliana Di Biase
2019-01-01

Abstract

L’opera di Ethan Shagan The Rule of Moderation consente di mettere a fuoco alcuni aspetti più complessi del diffuso appello alla moderazione tipico del seicento inglese. Il significato della virtù, osserva Shagan, impercettibilmente sconfina dall’idea del dominio sui propri appetiti a quella del controllo sociale; la moderazione intesa come dominio etico di sé giustifica l’autorità politica che la impone universalmente come norma. Il controllo interno si traduce in controllo esterno; la moderazione è dunque una virtù aggressiva nel seicento, che legittima l'intervento coercitivo dello stato.
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