Le complesse e articolate relazioni interdisciplinari fra i beni culturali immateriali e i cosiddetti “territori fragili” della contemporaneità (nelle loro molteplici declinazioni), sembrano essere alla base di numerosi processi di rigenerazione, sia a livello “sociale” (comunità, identità, politica, memoria, tradizioni, ecc.), sia nell’azione progettuale di recupero e salvaguardia del Cultural Heritage (architettura, arte, paesaggi, centri storici, oggetti, ecc.). Ma questo processo elaborativo di rigenerazione sembra ancora in fase sperimentale, motivando ulteriori approfondimenti tematici e alimentando il confronto sulle esperienze svolte, per condividere progetti e scambiare opinioni. È importante ricordare che storicamente in Italia i beni culturali immateriali descrivono una variegata e originale casistica di esempi e, in particolare, le poetiche dell’effimero che contraddistinguono la scena abruzzese, oggetto principale dello studio qui presentato, offrono interessanti spunti elaborativi. Segnaliamo che lo studio qui presentato è l’ultimo esito di una lunga ricerca sulle poetiche dell’effimero in architettura (Unali 2010) – condivisa da alcuni docenti e ricercatori del Dipartimento di Architettura dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti e Pescara –, con l’intento principale di contribuire a rappresentare il patrimonio culturale immateriale italiano, contro il rischio della sua dispersione. In questa fase della ricerca gli studi su alcune delle creatività effimere del paesaggio architettonico-culturale della regione Abruzzo sono stati approfonditi e aggiornati. Sono state ridiscusse le macro-poetiche di rappresentazione oggetto della precedente ricerca e ipotizzate delle parole chiave propedeutiche all’elaborazione di un atlante tematico sul fenomeno osservato. Infine, lo studio ha evidenziato, in generale, delle progettualità caratterizzate da uno spirito creativo “delicato” (eventi da abitare in uno spazio-tempo “live”), spesso esito di un ambiente e di un territorio “fragile” (appunto).

Rappresentazioni effimere in "territori fragili": verso un atlante della scena culturale abruzzese.

Maurizio Unali
2019-01-01

Abstract

Le complesse e articolate relazioni interdisciplinari fra i beni culturali immateriali e i cosiddetti “territori fragili” della contemporaneità (nelle loro molteplici declinazioni), sembrano essere alla base di numerosi processi di rigenerazione, sia a livello “sociale” (comunità, identità, politica, memoria, tradizioni, ecc.), sia nell’azione progettuale di recupero e salvaguardia del Cultural Heritage (architettura, arte, paesaggi, centri storici, oggetti, ecc.). Ma questo processo elaborativo di rigenerazione sembra ancora in fase sperimentale, motivando ulteriori approfondimenti tematici e alimentando il confronto sulle esperienze svolte, per condividere progetti e scambiare opinioni. È importante ricordare che storicamente in Italia i beni culturali immateriali descrivono una variegata e originale casistica di esempi e, in particolare, le poetiche dell’effimero che contraddistinguono la scena abruzzese, oggetto principale dello studio qui presentato, offrono interessanti spunti elaborativi. Segnaliamo che lo studio qui presentato è l’ultimo esito di una lunga ricerca sulle poetiche dell’effimero in architettura (Unali 2010) – condivisa da alcuni docenti e ricercatori del Dipartimento di Architettura dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti e Pescara –, con l’intento principale di contribuire a rappresentare il patrimonio culturale immateriale italiano, contro il rischio della sua dispersione. In questa fase della ricerca gli studi su alcune delle creatività effimere del paesaggio architettonico-culturale della regione Abruzzo sono stati approfonditi e aggiornati. Sono state ridiscusse le macro-poetiche di rappresentazione oggetto della precedente ricerca e ipotizzate delle parole chiave propedeutiche all’elaborazione di un atlante tematico sul fenomeno osservato. Infine, lo studio ha evidenziato, in generale, delle progettualità caratterizzate da uno spirito creativo “delicato” (eventi da abitare in uno spazio-tempo “live”), spesso esito di un ambiente e di un territorio “fragile” (appunto).
2019
978-88-492-3667-5
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