Sulla base di varie fonti (Vat. Lat. 4817 e postille al canzoniere provenzale M), Santorre Debenedetti aveva ipotizzato che Angelo Colocci avesse utilizzato un canzoniere provenzale trecentesco, oggi andato perduto, già appartenuto a Mario Equicola. Inoltre aveva anche individuato, sempre all’interno di uno zibaldone colocciano, alcune copie di testi provenzali (Vat. Lat, 7182) per le quali la fonte, vicina ad N, non era di sicura identificazione. Nell’articolo si riprende in esame la questione e si propone di ricondurre tutte le ipotesi di Debenedetti ad un solo canzoniere provenzale, oggi perduto, legato a Guillaume Féraud de Glandevés, morto nel 1359, citato in diversi documenti come vicario a Marsiglia nel 1350. Da questo canzoniere sarebbe derivata anche la citazione della tenzone tra Sordello e Peire Guilhem inserita da Equicola all’interno della Chronica de Mantua.
Rileggendo Debenedetti (Equicola, Colocci)
maria careri
2018-01-01
Abstract
Sulla base di varie fonti (Vat. Lat. 4817 e postille al canzoniere provenzale M), Santorre Debenedetti aveva ipotizzato che Angelo Colocci avesse utilizzato un canzoniere provenzale trecentesco, oggi andato perduto, già appartenuto a Mario Equicola. Inoltre aveva anche individuato, sempre all’interno di uno zibaldone colocciano, alcune copie di testi provenzali (Vat. Lat, 7182) per le quali la fonte, vicina ad N, non era di sicura identificazione. Nell’articolo si riprende in esame la questione e si propone di ricondurre tutte le ipotesi di Debenedetti ad un solo canzoniere provenzale, oggi perduto, legato a Guillaume Féraud de Glandevés, morto nel 1359, citato in diversi documenti come vicario a Marsiglia nel 1350. Da questo canzoniere sarebbe derivata anche la citazione della tenzone tra Sordello e Peire Guilhem inserita da Equicola all’interno della Chronica de Mantua.File | Dimensione | Formato | |
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