L’esperienza del dolore, quale vissuto ineludibile e ineluttabile della condizione umana appare anche un imprescindibile argomento di natura pedagogica, nella misura in cui il soffrire rimanda all’immagine di un essere nel mondo in cui la dimensione della sofferenza, come espresso nel concetto antico di pàthei màthos, contribuisce, nel suo particolarissimo modo, alla formazione della persona nella sua totalità, nella peculiare forma dell’apprendere attraverso il dolore. Dalla cultura ebraica, dove vale il qui auget scientiam, auget et dolorem (chi accresce la conoscenza, accresce anche il dolore), si arriva alla tradizione greca che fa prevalere la concezione opposta del qui auget dolorem, auget et scientiam, ovvero dell’apprendere attraverso la sofferenza, aspetto che va considerato non solo nel suo aspetto tragico, ma anche per la sua valenza pedagogica. Il processo formativo che ivi si avvera è quello di un’autoformazione che perpetuamente si confronta con il rischio, con la crisi con la sofferenza, con la rottura dei vecchi paradigmi e la creazione di nuove categorie esistenziali che inevitabilmente espongono l’individuo all’incertezza e al rischio di frammentazione, ma che si autoricompone nella maturata capacità di ristabilire gli equilibri e di ricostruire nuovi assetti, quando la vita prende allora forma dal caos. Riferimento imprescindibile nel discorso intorno al dolore e all’autotrascendimento è il neurologo, psichiatra e filosofo austriaco di origine ebraica, Viktor E. Frankl, testimonianza capace di innalzare spiritualmente l’esperienza del dolore e la sua brutalità Pàthei màthos: l’esperienza del dolore fra stagnazione e autotrascendimento. Verso l’“homo patiens” di Viktor E. Frankl 313 in una donazione di senso che trascende il dramma e la tragedia di un’esistenza ferita. L’educazione, quindi, ha il compito di illuminare le coscienze con la proposizione di domande utili alla ricerca e alla conquista di un senso autentico del vivere, indipendentemente da qualsiasi situazione o condizione avversa, educando al pensiero e alla riflessione.

Pàthei màthos. L'esperienza del dolore fra stagnazione e autotrascendimento. Uno sguardo su Viktor E. Frankl

Luana Di Profio
2019-01-01

Abstract

L’esperienza del dolore, quale vissuto ineludibile e ineluttabile della condizione umana appare anche un imprescindibile argomento di natura pedagogica, nella misura in cui il soffrire rimanda all’immagine di un essere nel mondo in cui la dimensione della sofferenza, come espresso nel concetto antico di pàthei màthos, contribuisce, nel suo particolarissimo modo, alla formazione della persona nella sua totalità, nella peculiare forma dell’apprendere attraverso il dolore. Dalla cultura ebraica, dove vale il qui auget scientiam, auget et dolorem (chi accresce la conoscenza, accresce anche il dolore), si arriva alla tradizione greca che fa prevalere la concezione opposta del qui auget dolorem, auget et scientiam, ovvero dell’apprendere attraverso la sofferenza, aspetto che va considerato non solo nel suo aspetto tragico, ma anche per la sua valenza pedagogica. Il processo formativo che ivi si avvera è quello di un’autoformazione che perpetuamente si confronta con il rischio, con la crisi con la sofferenza, con la rottura dei vecchi paradigmi e la creazione di nuove categorie esistenziali che inevitabilmente espongono l’individuo all’incertezza e al rischio di frammentazione, ma che si autoricompone nella maturata capacità di ristabilire gli equilibri e di ricostruire nuovi assetti, quando la vita prende allora forma dal caos. Riferimento imprescindibile nel discorso intorno al dolore e all’autotrascendimento è il neurologo, psichiatra e filosofo austriaco di origine ebraica, Viktor E. Frankl, testimonianza capace di innalzare spiritualmente l’esperienza del dolore e la sua brutalità Pàthei màthos: l’esperienza del dolore fra stagnazione e autotrascendimento. Verso l’“homo patiens” di Viktor E. Frankl 313 in una donazione di senso che trascende il dramma e la tragedia di un’esistenza ferita. L’educazione, quindi, ha il compito di illuminare le coscienze con la proposizione di domande utili alla ricerca e alla conquista di un senso autentico del vivere, indipendentemente da qualsiasi situazione o condizione avversa, educando al pensiero e alla riflessione.
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