EN) The measure of space and time and the desire/impossibility to move beyond a limit have conditioned the experience of urban spaces and the sense of belonging to the city. Today, despite technological innovations offering a perception of the absolute measurability of space/time and a boundless capacity to overcome any limit the experience of the historic city is reduced to banal movement devoid of narrative. The LIMEN research and education experiment explored the possibility to reconstruct a suitable relationship between people, spaces, history and technology in the form of multi-experience labs. The project identified the concept of the limen, expressed by Victor Turner, as the experiential, spatial and immaterial threshold necessary for overcoming the excluding and separating notion of the limes or limit. Unbuilt liminal spaces in the historic city were studied in an attempt to redefine essential conditions for the future of urbanity based on dialogue and differences between cultures, knowledge, practices and experiences. IT summary) L’uso degli spazi non costruiti e il senso di appartenenza alla città sono stati sempre condizionati dalla possibilità di individuare una misura dello spazio e dalla volontà o impossibilità di oltrepassare un limite, fisico o psicologico. Attraverso la caratterizzazione materica, cromatica e climatica dello spazio, il rapporto misura/limite ha definito condizioni per separare-collegare, facilitare-impedire, includere-escludere, proteggere-esporre. Oggi, nonostante le innovazioni tecnologiche lascino percepire un’infinita misurabilità dello spazio e una smisurata capacità di oltrepassare ogni limite, la dimensione esperienziale degli spazi aperti urbani è ridotta a spostamento senza narrazione. Sotto la pressione di interessi di mercato e richieste di massima efficienza, le differenze locali diventano sempre più esigue, le distanze tendono ad annullarsi e con esse le percezioni, i limiti diventano limes invalicabili. Le tecnologie dovrebbero invece re-intessere relazioni quadridimensionali (spazio-temporali) per scongiurare la cancellazione delle città passate e dei suoi spazi non costruiti rispetto a un mondo che sembra prediligere solo virtualità. In questa direzione, il progetto LIMEN ha esplorato i possibili percorsi educativi, formativi, partecipativi e progettuali per superare le barriere culturali e fisiche che producono esclusione, disagio e disabilità. Partendo dal concetto di limen contrapposto all’accezione escludente e separatrice del limes, attraverso laboratori multi-esperienziali, sono state indagate alcune aree liminali del centro storico di Lanciano, per ridefinire lo spazio non costruito come interfaccia tra culture, saperi, pratiche ed esperienze, entro cui ridefinire le condizioni essenziali di una futura urbanità più inclusiva, reattiva, sostenibile e vitale.

The Limen as a New Experiential Boundary of Technological Innovations for the City

ANGELUCCI, Filippo
2019-01-01

Abstract

EN) The measure of space and time and the desire/impossibility to move beyond a limit have conditioned the experience of urban spaces and the sense of belonging to the city. Today, despite technological innovations offering a perception of the absolute measurability of space/time and a boundless capacity to overcome any limit the experience of the historic city is reduced to banal movement devoid of narrative. The LIMEN research and education experiment explored the possibility to reconstruct a suitable relationship between people, spaces, history and technology in the form of multi-experience labs. The project identified the concept of the limen, expressed by Victor Turner, as the experiential, spatial and immaterial threshold necessary for overcoming the excluding and separating notion of the limes or limit. Unbuilt liminal spaces in the historic city were studied in an attempt to redefine essential conditions for the future of urbanity based on dialogue and differences between cultures, knowledge, practices and experiences. IT summary) L’uso degli spazi non costruiti e il senso di appartenenza alla città sono stati sempre condizionati dalla possibilità di individuare una misura dello spazio e dalla volontà o impossibilità di oltrepassare un limite, fisico o psicologico. Attraverso la caratterizzazione materica, cromatica e climatica dello spazio, il rapporto misura/limite ha definito condizioni per separare-collegare, facilitare-impedire, includere-escludere, proteggere-esporre. Oggi, nonostante le innovazioni tecnologiche lascino percepire un’infinita misurabilità dello spazio e una smisurata capacità di oltrepassare ogni limite, la dimensione esperienziale degli spazi aperti urbani è ridotta a spostamento senza narrazione. Sotto la pressione di interessi di mercato e richieste di massima efficienza, le differenze locali diventano sempre più esigue, le distanze tendono ad annullarsi e con esse le percezioni, i limiti diventano limes invalicabili. Le tecnologie dovrebbero invece re-intessere relazioni quadridimensionali (spazio-temporali) per scongiurare la cancellazione delle città passate e dei suoi spazi non costruiti rispetto a un mondo che sembra prediligere solo virtualità. In questa direzione, il progetto LIMEN ha esplorato i possibili percorsi educativi, formativi, partecipativi e progettuali per superare le barriere culturali e fisiche che producono esclusione, disagio e disabilità. Partendo dal concetto di limen contrapposto all’accezione escludente e separatrice del limes, attraverso laboratori multi-esperienziali, sono state indagate alcune aree liminali del centro storico di Lanciano, per ridefinire lo spazio non costruito come interfaccia tra culture, saperi, pratiche ed esperienze, entro cui ridefinire le condizioni essenziali di una futura urbanità più inclusiva, reattiva, sostenibile e vitale.
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Descrizione: The Limen as a New Experiential Boundary of Technological Innovations for the City
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