La sempre maggiore facilità con cui possiamo acquisire, generare, riprodurre e comunicare immagini, insieme alle attuali tendenze interculturali (troppo spesso dettate dalla globalizzazione), impongono alla critica continue riflessioni storico-tecnoculturali. Studi e ricerche in grado di elaborare criticamente lo stato dell’arte della rappresentazione architettonica, evidenziando positività e negatività delle rivoluzionarie conquiste dell’umanità. Nei suoi aspetti generali il tema è noto, ed è stato variamente trattato dalla critica che ha dibattuto tesi, opportunità e rischi ma, soprattutto in quei settore disciplinari dove “rappresentare significa conformare”, come per l’architettura, l’eccezionale energia potenziale contenuta nelle attuali tecnoculture post digitali impongono specifici approfondimenti culturali. Uno fra questi riguarda il rischio dell’omologazione e dell’uso “improprio” del senso delle immagini di architettura: rappresentazioni che, fra il reale e il virtuale, fra l’ideale e l’utopico, inverano, in un contesto storico, il senso dell’abitare umano. L’antidoto all’omologazione delle immagini qui proposto è noto e consiste nell’ampliare e attualizzare la conoscenza storica del fenomeno: significa, in sintesi, decodificare, contestualizzare in un percorso storico e trasformare in conoscenza quel pervasivo flusso di immagini (informazioni) a cui siamo tutti continuamente sottoposti. Ecco perché, contro il rischio dell’omologazione delle immagini e di un loro uso conformativo, auspico più storia della rappresentazione!
Più Storia della Rappresentazione! Le Immagini rischiano l’omologazione. / More History of Representation! Images Risk Homologation.
Maurizio Unali
2019-01-01
Abstract
La sempre maggiore facilità con cui possiamo acquisire, generare, riprodurre e comunicare immagini, insieme alle attuali tendenze interculturali (troppo spesso dettate dalla globalizzazione), impongono alla critica continue riflessioni storico-tecnoculturali. Studi e ricerche in grado di elaborare criticamente lo stato dell’arte della rappresentazione architettonica, evidenziando positività e negatività delle rivoluzionarie conquiste dell’umanità. Nei suoi aspetti generali il tema è noto, ed è stato variamente trattato dalla critica che ha dibattuto tesi, opportunità e rischi ma, soprattutto in quei settore disciplinari dove “rappresentare significa conformare”, come per l’architettura, l’eccezionale energia potenziale contenuta nelle attuali tecnoculture post digitali impongono specifici approfondimenti culturali. Uno fra questi riguarda il rischio dell’omologazione e dell’uso “improprio” del senso delle immagini di architettura: rappresentazioni che, fra il reale e il virtuale, fra l’ideale e l’utopico, inverano, in un contesto storico, il senso dell’abitare umano. L’antidoto all’omologazione delle immagini qui proposto è noto e consiste nell’ampliare e attualizzare la conoscenza storica del fenomeno: significa, in sintesi, decodificare, contestualizzare in un percorso storico e trasformare in conoscenza quel pervasivo flusso di immagini (informazioni) a cui siamo tutti continuamente sottoposti. Ecco perché, contro il rischio dell’omologazione delle immagini e di un loro uso conformativo, auspico più storia della rappresentazione!I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.