Nell’ambito della ricerca conto terzi promossa dalla Società Pescara Calcio e dal CUS-Chieti, coordinata dal candidato, l’articolo individua nel maturare di un nuovo clima esigenziale e di nuove strategie d’intervento che coinvolgono pubblico e privato, il volano di un processo di re-invenzione dello spazio-stadio che pone al centro dell’attenzione l’utenza con i suoi comportamenti, la sua cultura, le sue aspettative. Si esprime la consapevolezza della necessità che s’instauri un diverso rapporto tra la città e lo stadio che coinvolga fasce sempre più ampie d’utenza e ne stimoli una frequenza più continuativa e spontanea, ai fini di una maggiore familiarizzazione con esso come azione preventiva per la sicurezza. A tale scopo si propone la trasformazione dello stadio e delle sue aree circostanti da struttura monofunzionale a circuito chiuso, a sistema spaziale complesso a destinazione molteplice e variabile nel tempo. Il metodo indicato è quello di far scaturire le scelte di programma dalla realtà specifica oggetto d’intervento, ovvero che siano derivate dal vaglio critico delle potenzialità che essa ha di recepire il cambiamento. Si persegue in sostanza l’assunzione di un atteggiamento speculativo nel senso scientifico del termine, che escluda ogni assunto preconcetto e privilegi procedimenti formativi aperti orientati all’attivazione di assetti instabili nei quali assumerà valore significante il modo stesso del loro prodursi. In tal senso, più specificamente, sono stati individuati gli ambiti problematici dell’intero contesto di pertinenza dello stadio Adriatico e ne sono state esplorate le potenzialità e le interdipendenze.

Proposte innovative per lo stadio di Pescara

FALASCA, Carmine
1999-01-01

Abstract

Nell’ambito della ricerca conto terzi promossa dalla Società Pescara Calcio e dal CUS-Chieti, coordinata dal candidato, l’articolo individua nel maturare di un nuovo clima esigenziale e di nuove strategie d’intervento che coinvolgono pubblico e privato, il volano di un processo di re-invenzione dello spazio-stadio che pone al centro dell’attenzione l’utenza con i suoi comportamenti, la sua cultura, le sue aspettative. Si esprime la consapevolezza della necessità che s’instauri un diverso rapporto tra la città e lo stadio che coinvolga fasce sempre più ampie d’utenza e ne stimoli una frequenza più continuativa e spontanea, ai fini di una maggiore familiarizzazione con esso come azione preventiva per la sicurezza. A tale scopo si propone la trasformazione dello stadio e delle sue aree circostanti da struttura monofunzionale a circuito chiuso, a sistema spaziale complesso a destinazione molteplice e variabile nel tempo. Il metodo indicato è quello di far scaturire le scelte di programma dalla realtà specifica oggetto d’intervento, ovvero che siano derivate dal vaglio critico delle potenzialità che essa ha di recepire il cambiamento. Si persegue in sostanza l’assunzione di un atteggiamento speculativo nel senso scientifico del termine, che escluda ogni assunto preconcetto e privilegi procedimenti formativi aperti orientati all’attivazione di assetti instabili nei quali assumerà valore significante il modo stesso del loro prodursi. In tal senso, più specificamente, sono stati individuati gli ambiti problematici dell’intero contesto di pertinenza dello stadio Adriatico e ne sono state esplorate le potenzialità e le interdipendenze.
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