La città contemporanea è un organismo complesso in continua trasformazione. Soggetta a logiche di tipo funzionale, economico, sociale, politico, rappresentativo, costituisce di per sé un terreno fertile in rapporto a quelle mutazioni che sono in grado di aggiornarne continuamente la struttura e di determinarne, in base alla loro qualità, il livello di apprezzamento da parte degli abitanti. La capacità di rispondere costantemente a dinamiche di cambiamento attraverso processi di progressivo adattamento, sia “spontanei” che programmati, rappresenta quindi la forza stessa della città e il suo potere di soddisfare tanto chi la vive in modo transitorio che quanti la abitano in maniera più stanziale. In questo contesto fortemente dinamico si manifesta con sempre maggiore evidenza, e molti interventi recenti nelle principali città europee come quelli selezionati in questo numero della rivista stanno a testimoniare, una duplice necessità: evitare l’abbandono e la rovina di interi settori urbani con la promozione di nuovi interventi; ridurre dove possibile la prassi demolizione-ricostruzione, non sempre praticabile. Nell’ambito di queste problematiche si inserisce una linea di ricerca progettuale tesa a sperimentare modalità di intervento che muovono dall’accettazione della frammentarietà della città e del suo sviluppo all’interno di un meccanismo, a volte, incontrollabile e accidentale. I principi utilizzati, dell’innesto, della sovrapposizione, dell’ibridazione tra corpi dalle differenti morfologie e tipologie, danno luogo a un nuovo edificio o a una nuova parte di città che estendono la vita di quelli originari e contemporaneamente sono in grado di accrescerne e di mutarne il significato. Si tratta di architetture ex novo, adagiate e inserite sul corpo di strutture autoconcluse e preesistenti, capaci di attivare il dialogo con il contesto e la memoria architettonica in esso sedimentata attraverso lo stile, l’analogia delle parti, la tecnologia. Nelle pagine a seguire sono stati raccolti procedure e sistemi di adeguamento delle strutture esistenti, volti al completamento e all’ampliamento di organismi obsoleti in cui l’elemento aggiunto, tramite innesto, sovrapposizione o estensione, si dichiara “autonomo” sia dal punto di vista estetico che funzionale.

Trasformare per addizioni

Carlo Prati
2007-01-01

Abstract

La città contemporanea è un organismo complesso in continua trasformazione. Soggetta a logiche di tipo funzionale, economico, sociale, politico, rappresentativo, costituisce di per sé un terreno fertile in rapporto a quelle mutazioni che sono in grado di aggiornarne continuamente la struttura e di determinarne, in base alla loro qualità, il livello di apprezzamento da parte degli abitanti. La capacità di rispondere costantemente a dinamiche di cambiamento attraverso processi di progressivo adattamento, sia “spontanei” che programmati, rappresenta quindi la forza stessa della città e il suo potere di soddisfare tanto chi la vive in modo transitorio che quanti la abitano in maniera più stanziale. In questo contesto fortemente dinamico si manifesta con sempre maggiore evidenza, e molti interventi recenti nelle principali città europee come quelli selezionati in questo numero della rivista stanno a testimoniare, una duplice necessità: evitare l’abbandono e la rovina di interi settori urbani con la promozione di nuovi interventi; ridurre dove possibile la prassi demolizione-ricostruzione, non sempre praticabile. Nell’ambito di queste problematiche si inserisce una linea di ricerca progettuale tesa a sperimentare modalità di intervento che muovono dall’accettazione della frammentarietà della città e del suo sviluppo all’interno di un meccanismo, a volte, incontrollabile e accidentale. I principi utilizzati, dell’innesto, della sovrapposizione, dell’ibridazione tra corpi dalle differenti morfologie e tipologie, danno luogo a un nuovo edificio o a una nuova parte di città che estendono la vita di quelli originari e contemporaneamente sono in grado di accrescerne e di mutarne il significato. Si tratta di architetture ex novo, adagiate e inserite sul corpo di strutture autoconcluse e preesistenti, capaci di attivare il dialogo con il contesto e la memoria architettonica in esso sedimentata attraverso lo stile, l’analogia delle parti, la tecnologia. Nelle pagine a seguire sono stati raccolti procedure e sistemi di adeguamento delle strutture esistenti, volti al completamento e all’ampliamento di organismi obsoleti in cui l’elemento aggiunto, tramite innesto, sovrapposizione o estensione, si dichiara “autonomo” sia dal punto di vista estetico che funzionale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/719069
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