La letteratura ha dimostrato come nell’anziano la teoria della mente (ToM), ossia la capacità di mettersi nei panni degli altri e di “leggerne” gli stati mentali -pensieri, emozioni e desideri- declini progressivamente. Tuttavia, pochi studi finora hanno esaminato se gli anziani siano o meno consapevoli di tali difficoltà. Per rispondere a questo interrogativo, nel presente studio si sono confrontate le credenze personali di anziani e giovani circa l’abilità di capire gli altri. Si è poi analizzato il legame fra le credenze sulle proprie abilità socio-cognitive e le reali prestazioni in compiti di ToM. Trentaquattro anziani e 27 giovani hanno completato due questionari sulle credenze (Mind-reading Belief Scale e Social Information Processing Subscale) e hanno svolto due compiti di ToM (Faux Pas task e Animation task). I risultati confermano il declino legato all’età nelle prestazioni di ToM. Al contrario, non si sono rilevate differenze significative nelle percezioni personali: anziani e giovani riportano simili credenze circa la propria abilità nel comprendere gli stati mentali altrui. Analizzando poi le correlazioni fra prestazione e credenze nei due gruppi d’età, è apparso un quadro interessante. Negli anziani non è stata trovata una relazione fra la prestazione oggettiva e la valutazione soggettiva, suggerendo una mancanza di consapevolezza delle proprie difficoltà manifestate nelle prove di ToM. Nei giovani, invece, è emersa una correlazione negativa fra credenze personali e prestazione: chi è meno abile si crede più bravo, mentre chi ha maggiori abilità di ToM ha minore fiducia nelle proprie capacità socio-cognitive. Complessivamente, i risultati confermano la mancanza di accuratezza nel giudicare le proprie abilità, già evidenziata da precedenti studi focalizzati su aspetti più prettamente cognitivi, come ad esempio la memoria.
Le abilità socio-cognitive nell’invecchiamento: credenze personali e prestazioni.
Ceccato I.;
2018-01-01
Abstract
La letteratura ha dimostrato come nell’anziano la teoria della mente (ToM), ossia la capacità di mettersi nei panni degli altri e di “leggerne” gli stati mentali -pensieri, emozioni e desideri- declini progressivamente. Tuttavia, pochi studi finora hanno esaminato se gli anziani siano o meno consapevoli di tali difficoltà. Per rispondere a questo interrogativo, nel presente studio si sono confrontate le credenze personali di anziani e giovani circa l’abilità di capire gli altri. Si è poi analizzato il legame fra le credenze sulle proprie abilità socio-cognitive e le reali prestazioni in compiti di ToM. Trentaquattro anziani e 27 giovani hanno completato due questionari sulle credenze (Mind-reading Belief Scale e Social Information Processing Subscale) e hanno svolto due compiti di ToM (Faux Pas task e Animation task). I risultati confermano il declino legato all’età nelle prestazioni di ToM. Al contrario, non si sono rilevate differenze significative nelle percezioni personali: anziani e giovani riportano simili credenze circa la propria abilità nel comprendere gli stati mentali altrui. Analizzando poi le correlazioni fra prestazione e credenze nei due gruppi d’età, è apparso un quadro interessante. Negli anziani non è stata trovata una relazione fra la prestazione oggettiva e la valutazione soggettiva, suggerendo una mancanza di consapevolezza delle proprie difficoltà manifestate nelle prove di ToM. Nei giovani, invece, è emersa una correlazione negativa fra credenze personali e prestazione: chi è meno abile si crede più bravo, mentre chi ha maggiori abilità di ToM ha minore fiducia nelle proprie capacità socio-cognitive. Complessivamente, i risultati confermano la mancanza di accuratezza nel giudicare le proprie abilità, già evidenziata da precedenti studi focalizzati su aspetti più prettamente cognitivi, come ad esempio la memoria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.