Nel mutato rapporto fra benessere e salute, il cambiamento del clima, oggi, riguarda non solo gli aspetti meteorologico-ambientali. Siamo di fronte a continue metamorfosi che modificano le componenti ecologiche, sociali, economiche, sanitarie e culturali della città. L’emergenza COVID-19, per esempio, ha modificato la percezione del vivere insieme in città, in termini di accessibilità alle risorse, sicurezza e comfort abitativo, connettività di flussi e informazioni. Tuttavia, una questione non del tutto percepita riguarda la potenziale perdita di senso e abitabilità degli spazi pubblici urbani che rischia di mettere in crisi il significato stesso di città. Un obiettivo prioritario della progettazione dell’ambiente urbano può individuarsi nel campo delle indagini sulle connessioni, esistenti e attivabili, tra agenti di cambiamento, strategie di adattamento e forme di trasformazione flessibile dello spazio pubblico, secondo il paradigma della co-evoluzione tra contesto e abitanti. L’approccio proposto si muove nelle “zone grigie” tra discipline tecnologico-ambientali e paesaggistico-urbanistiche, individuando coerenze strategiche, tattiche e operative giocate fra competenze esperte (top down) e creatività spontanee (bottom up) per: individuare più traiettorie (scenari, strategie, vision, concept) di sviluppo degli spazi pubblici, definire più relazioni di adattamento fra sistemi viventi e artificiali, superare le logiche di trasformazione univoche per singole entità oggettuali. Nella sua identità trans-scalare (a-scalare/multiscalare) e multidimensionale, l’approccio metodologico, sperimentato in ricerche inter-transdisciplinari, ha permesso di identificare orizzonti di progettualità dello spazio pubblico sensibili e rispondenti a più contesti, riguardanti: l’efficacia di strumenti e soluzioni (aspetti di processo), il miglioramento della qualità morfologica e funzionale (aspetti performativi), le interazioni fra ambiente, società e innovazioni (aspetti relazionali). Lo stato di salute individuale e ambientale (healthiness) e i processi incrementali di “intelligenza” (smartness) che possono prendere forma e co-evolvere negli spazi pubblici della città, permettono di superare logiche e usi facilitanti attribuiti oggi alle soluzioni progettuali, per favorire invece lo sviluppo di condizioni abilitanti di adattamento socio-tecno-ecologico alle continue e impreviste metamorfosi urbane. Le esperienze condotte prospettano importanti linee di sviluppo: rispondere alle sollecitazioni dell’OMS che definisce spazi e attrezzature (città, tecnologie, dispositivi) come entità con capacità abilitanti/disabilitanti; interpretare la co-evolutività degli spazi pubblici operando in sincronia su fragilità, robustezze, resilenze e antifragilità; progettare lo spazio pubblico secondo principî di sviluppo genotipici e innogenetici. Ricerche di riferimento. Chieti_Lab, Verso Pescara 2027, BikeFlu, Relive 2019/2020, LIMEN.
Adattamento e progettazione co-evolutiva degli spazi pubblici della città
ANGELUCCI, Filippo
;DI GIROLAMO, Claudia
2020-01-01
Abstract
Nel mutato rapporto fra benessere e salute, il cambiamento del clima, oggi, riguarda non solo gli aspetti meteorologico-ambientali. Siamo di fronte a continue metamorfosi che modificano le componenti ecologiche, sociali, economiche, sanitarie e culturali della città. L’emergenza COVID-19, per esempio, ha modificato la percezione del vivere insieme in città, in termini di accessibilità alle risorse, sicurezza e comfort abitativo, connettività di flussi e informazioni. Tuttavia, una questione non del tutto percepita riguarda la potenziale perdita di senso e abitabilità degli spazi pubblici urbani che rischia di mettere in crisi il significato stesso di città. Un obiettivo prioritario della progettazione dell’ambiente urbano può individuarsi nel campo delle indagini sulle connessioni, esistenti e attivabili, tra agenti di cambiamento, strategie di adattamento e forme di trasformazione flessibile dello spazio pubblico, secondo il paradigma della co-evoluzione tra contesto e abitanti. L’approccio proposto si muove nelle “zone grigie” tra discipline tecnologico-ambientali e paesaggistico-urbanistiche, individuando coerenze strategiche, tattiche e operative giocate fra competenze esperte (top down) e creatività spontanee (bottom up) per: individuare più traiettorie (scenari, strategie, vision, concept) di sviluppo degli spazi pubblici, definire più relazioni di adattamento fra sistemi viventi e artificiali, superare le logiche di trasformazione univoche per singole entità oggettuali. Nella sua identità trans-scalare (a-scalare/multiscalare) e multidimensionale, l’approccio metodologico, sperimentato in ricerche inter-transdisciplinari, ha permesso di identificare orizzonti di progettualità dello spazio pubblico sensibili e rispondenti a più contesti, riguardanti: l’efficacia di strumenti e soluzioni (aspetti di processo), il miglioramento della qualità morfologica e funzionale (aspetti performativi), le interazioni fra ambiente, società e innovazioni (aspetti relazionali). Lo stato di salute individuale e ambientale (healthiness) e i processi incrementali di “intelligenza” (smartness) che possono prendere forma e co-evolvere negli spazi pubblici della città, permettono di superare logiche e usi facilitanti attribuiti oggi alle soluzioni progettuali, per favorire invece lo sviluppo di condizioni abilitanti di adattamento socio-tecno-ecologico alle continue e impreviste metamorfosi urbane. Le esperienze condotte prospettano importanti linee di sviluppo: rispondere alle sollecitazioni dell’OMS che definisce spazi e attrezzature (città, tecnologie, dispositivi) come entità con capacità abilitanti/disabilitanti; interpretare la co-evolutività degli spazi pubblici operando in sincronia su fragilità, robustezze, resilenze e antifragilità; progettare lo spazio pubblico secondo principî di sviluppo genotipici e innogenetici. Ricerche di riferimento. Chieti_Lab, Verso Pescara 2027, BikeFlu, Relive 2019/2020, LIMEN.File | Dimensione | Formato | |
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